(a cura di Francesco Maconi)
L’Italia trionfa sull’Australia senza dover nemmeno ricorrere ai doppi, con un eccezionale Matteo Berrettini e la classica versione 2024 di Jannik Sinner, che schianta De Minaur per la terza volta in stagione. L’australiano ha dichiarato di non riuscire a decriptare il gioco dell’altoatesino, che giocherebbe contro se stesso solo perché, va da sé, non avrebbe problemi a entrare nella sua stessa testa. La soddisfazione per la finale è già tanta e non bisogna sottovalutare un’Olanda molto in forma, ma l’obiettivo della nazionale è chiaro: essere la prima nazionale, dalla Repubblica Ceca nel biennio 2012-2013, a difendere il titolo.
D: Jannik, ho appena chiesto ad Alex com’è giocare contro di te, lui ha risposto che è come un puzzle difficile da risolvere. Cosa ne pensi? Giocheresti contro il te stesso di questo momento?
“È una bella domanda. Non lo so. Penso che ognuno di noi abbia determinati giocatori, che ho e ho avuto anch’io, contro i quali si cerca di capire come giocare, quale sia il modo migliore per batterli. Siamo alla fine della stagione, abbiamo giocato per tutto l’anno e non escludo che questo possa venirti in mente, a volte. Oggi ho avuto la sensazione che stesse giocando in modo un po’ diverso dal solito, quindi ho dovuto fare molta attenzione. Stava servendo molto, molto bene. Ogni match è diverso, il punteggio con cui vinci o perdi non importa. Oggi, ad esempio, mi sono sentito molto meglio in campo rispetto al primo giorno, anche se il punteggio di oggi è stato diverso. Piano piano sto cercando di abituarmi al ritmo del campo. Penso che oggi sia stata una partita di grande qualità da parte di entrambi. C’è stato solo un break nel primo e un break nel secondo, ma, se avesse tenuto il servizio sul 4 pari, si sarebbe potuto arrivare al tie-break, e al tie-break non si sa mai cosa succede. È stata una partita molto combattuta quella di oggi. Quanto al giocare contro di me, penso di essere un baseliner solido, che a volte usa la potenza ma cerca anche di cambiare ritmo. Quest’anno ho ottenuto molti risultati, quindi cerco di non dare nulla per scontato. Forse ci giocherei contro me stesso, perché so cosa penso. Questo potrebbe essermi di aiuto, ma non lo so con certezza.”
D: In questi giorni qui in Spagna il pubblico e la stampa sembra abbiano sottovalutato la nazionale olandese. Vorrei chiederti, quali sono le tue sensazioni per la partita di domani contro l’Olanda e cosa ne pensi dei suoi giocatori: in questi giorni hanno giocato molto bene.
“Sarà un incontro difficile. È sempre un grande privilegio giocare le finali. Non diamo mai le cose per scontate, sia noi come squadra sia io come persone. Soprattutto in Coppa Davis, non si sa mai cosa può succedere: lo abbiamo visto con la Spagna e con la vittoria di ieri contro la Germania. Non siamo quasi nemmeno sorpresi, perché in Coppa Davis tutto può succedere. Cerchiamo solo di fare del nostro meglio come sempre. Faremo delle scelte e parleremo di chi giocherà e di come ci comporteremo domani. È una competizione molto imprevedibile, quindi siamo felici di essere di nuovo in questa posizione, per domani vediamo.”
D: Jannik, volevo chiederti dell’atmosfera che si respirava nell’arena. Ti è sembrato di giocare in Italia oggi? Se puoi ripensare a un anno fa, qual è il modo in cui sei migliorato di più come giocatore nel 2024?
“Penso che, anche se non è così costante come colpo, ad essere migliorato di più sia il servizio: ci sono volte in cui faccio fatica, magari da fondo campo, e poi servo un buon servizio e ho subito un colpo facile. Quest’anno mi è sembrato che questo schema funzionasse spesso. Il pubblico è stato fantastico: anche in questo caso, siamo molto fortunati che i tifosi italiani siano molto appassionati e molto rumorosi. Questo ci dà una grandissima mano, soprattutto quando facciamo fatica. È bello essere di nuovo parte di questo viaggio, perché è un grande risultato giocare la finale di Coppa Davis.”
D: Jannik, hai avuto un anno sensazionale nel 2024. Hai vinto molto. Vincere la Coppa Davis per il tuo Paese sarà la ciliegina sulla torta?
Sì, certo. Domani sarà l’ultimo giorno di torneo ufficiale per tutti noi per questa stagione. Siamo felici di essere qui. Vincere significherebbe molto per noi, non solo per la vittoria in sé, ma anche per aver difeso il nostro titolo. Anche se non vincessimo, sarebbe stato comunque un risultato straordinario aver raggiunto di nuovo la finale. Abbiamo dimostrato che l’anno scorso non è stata questione di fortuna: siamo qui perché siamo una squadra straordinaria. C’è un grande staff intorno a noi che vuole sempre il meglio per noi. Cercheremo di goderci la giornata di domani: sarà una giornata molto intensa, molto dura, ma non vediamo l’ora. Ovviamente sarebbe la ciliegina sulla torta.
Nella fase delle domande in italiano, a Jannik si è unito anche il capitano della nazionale Filippo Volandri, le cui prerogative sono, per stasera, di risposare il corpo e caricare la testa in vista della finale. Non sarà facile, nessuna finale mai lo è, ma gli azzurri sono carichi.
D: Può essere che la vittoria di Matteo ti abbia un po’ aiutato a liberare la mente per il tuo match?
Sinner: “La partita Matteo era molto importante, e, a prescindere da essere sopra o sotto nel punteggio, sono contento per lui: ha giocato un ottimo doppio due giorni fa e un’ottima partita oggi. È riuscito a rimanere concentrato anche dopo che aveva avuto chances nel primo set senza convertirle. Io sono contento di aver fatto il mio, anche perché poi nel doppio sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa. Siamo contenti che oggi sia andata così, ora abbiamo modo di risparmiare delle energie per domani.”
D: Come hai vissuto la vigilia dello scorso anno e come pensi di vivere quella di stasera?
Volandri: “Abbiamo più esperienza rispetto all’anno scorso, ma la voglia di fare per arrivare in forma è sempre la stessa. Ora la priorità è il recupero dei ragazzi. Abbiamo avuto la fortuna di aver giocato già una finale qui, ma sappiamo che in Davis non c’è nulla di scontato.”
Sinner: “Siamo molto contenti di essere in questa posizione, ma non diamo nulla per scontato. Siamo contenti di essere qua, siamo una squadra fore e compatta. Speriamo domani sarà una bella giornata.”
D: Avete da poco battuto gli olandesi, cosa ci si può aspettare di diverso, rispetto a Bologna?
Volandri: “È tutto diverso: è cambiata la superficie, domani sarà una finale e loro sono in fiducia. Hanno battuto la Spagna e ieri sono stati bravissimi a vincere due partite importanti senza doversi aggrappare al doppio. Nel tennis la classifica non conta, nelle finali ancora meno: c’è soltanto da andare e lottare fino all’ultima palla.”