Quando si arriva a duelli come Sinner-Rune e Djokovic-Alcaraz, vuol dire che siamo un bel pezzo avanti, il torneo si avvicina alle strette finali.
Mentre nella parte alta si devono giocare ancora gli ottavi, nella metà bassa si è più avanti, già nei quarti. Tant’è che lì ci sono arrivati Djokovic per la quindicesima volta in Australia (dove ha trionfato 10 volte) ed eguagliando così Roger Federer…e poi c’è arrivato Carlos Alcaraz che a 21 anni con 10 quarti raggiunti negli Slam (e ne ha già vinti 4) conferma di essere qualcosa di più di un enfant prodige.
Chi vincerà martedì fra i due? Io, premesso che non ho visto in gran forma nessuno dei due, penso che trattandosi di un match sulla distanza dei tre set su cinque il favorito debba essere normalmente un ragazzo di 21 anni nei confronti di uno che a maggio ne farà 38.
Tutti ricordiamo che cosa è accaduto in finale alle Olimpiadi quando – dopo due scontri Slam in due anni di fila a Wimbledon vinti da Carlitos – lo spagnolo era il grande favorito e invece perse. Djokovic, che veniva considerato quasi un semipensionato, giocò due set in modo magistrale, perfino commovente, e meritò di vincere. Per Alcaraz è stato uno choc dal quale non si è ripreso per quasi tutta la seconda parte della stagione, salvo rari momenti eccezionali (Pechino…).
Però, ribadisco, si trattò comunque di soli due set, per quanto belli. Qui si tratta di vincerne tre e, aggiungo, si tratta anche di non perderne neppure uno per strada come è invece successo a Nole nei primi due incontri, perché non mi sembra probabile che nel quarto set lui arrivi a giocare con maggior freschezza di Alcaraz. Poi, per carità, Djokovic è un fenomeno che è ancora oggi capace di vincere al quinto set, però se Alcaraz riuscirà a reggere molti scambi prolungati io penso che abbia più chance di vincere del campione serbo.
Con Lehecka Djokovic ha vinto in tre set, come contro l’altro ceco Machac. Quando le partite si complicano Nole va un po’ in sofferenza, sembra che abbia problemi fisici. Ma né Machac né Lehecka hanno avuto la continuità che sarebbe stata necessaria per mettere davvero alla prova la sua resistenza.
Comunque quella fra Djokovic e Lehecka è stata la sola partita di qualche interesse fra i quattro singolari degli ottavi di finale in programma questa domenica perché quella fra Paul e Davidovich Fokina non è stata una partita (6-1,6-1,6-1 in 80 minuti), quella fra Alcaraz e Draper è durata un set, il primo, perché poi il britannico reduce da 3 maratone di 5 set non aveva più benzina nelle gambe tant’è che ha preso 6-1 nel secondo set per ritirarsi all’inizio del terzo, e Zverev ha sì perso un set ma ha dominato gli altri tre.
Quindi mi concentrerei adesso su quanto accadrà stanotte, perché abbiamo due giocatori che secondo me dovrebbero considerarsi favoriti, sia Sinner con Rune, sia il “recuperato” Sonego con il giovane Tien.
Non sono compiti facili, sia chiaro. Jannik ha affrontato Rune 4 volte e non ha mai avuto vita facile. Tutti i quattro duelli, due vinti e due persi dal nostro, sono finiti al terzo set e quasi sempre con finali che potevano concludersi a favore dell’uno o dell’altro. Non può essere un caso. A Montecarlo nel 2023 ci furono scintille, il danese non si comportò bene, e anche a Sofia quando vinse idem. Già à Torino 2023 si prese la sua prima rivincita. E a Montecarlo 2024 la seconda. Rune è uno di quei tennisti (tipo Zverev) che secondo me danno fastidio tecnicamente a Sinner perché con il rovescio e nella diagonale dei rovesci riescono a giocare alla pari con il nostro campione. Inoltre Rune batte bene e se gli si presenta l’occasione viene avanti e non si lascia superare facilmente, Lo smash non è quello di Djokovic. Scavalcarlo non è facile.
Però è anche vero che Rune negli ultimi due anni non ha fatto i progressi che ha fatto Sinner. Ha molti più alti e bassi, è più facile che si innervosisca, che accusi pause difficilmente recuperabili se hai davanti un campione invece costante e solido come Sinner. Per il quale questa è la superficie prediletta. Credo anche che Sinner – qua molto popolare e non solo per via della folta presenza italiana a Melbourne – avrà, per quanto possa contare, il pubblico dalla sua parte. Rune non è un tennista che ispira grande simpatia. Né ai suoi avversari, perché spesso ha comportamenti poco sportivi ed irritanti, né agli spettatori. E’ uno con il Killer-instinct, che se arriva alle fasi finali di una partita ancora in equilibrio, finisce spesso per avere il sopravvento, perché è cattivo quel che serve. E’ un po’ un provocatore, alla “winning ugly” come insegnava Brad Gilbert.
Anche in questo torneo lo ha dimostrato prevalendo 6-4 al quinto con il cinese Zhang, battendo il nostro Berrettini vincendo entrambi i tiebreak del match conclusosi in 4 set e con Matteo che rimpiange di non aver trasformato i due set point del primo set e i due set point del quarto prima di avere dilapidato un vantaggio di due minibreak nel tiebreak finale. E poi di nuovo con Kecmanovic un’altra vittoria per 6-4 al quinto set.
Insomma, Jannik deve cercare di avere anche lui il killer instinct per non ritrovarsi in un finale concitato dove il danese sembra quasi sempre più a suo agio dei suoi avversari.
Quanto a Lorenzo Sonego spero che questi risultati gli abbiano dato quella fiducia di cui aveva bisogno, perché onestamente da due anni a questa parte sembrava esser diventato un giocatore abbastanza rassegnato a ruoli da comprimario, da tennista top-50 o giù di li, dopo essere stato nel momento di maggior fulgore e brillantezza a ridosso dei top-20.
C’è il sospetto, intraviste le eccellenti qualità del giovanissimo Tien, che l’esito del match possa dipendere più dall’americano che si batteva il mese scorso nella finale dell’ATP NextGen con Fonseca, che da Lorenzo. Ma forse questa impressione non rende omaggio ai progressi di personalità che Lorenzo, ragazzo troppo… dolce in certi moment, potrebbe aver fatto ultimamente. Ha avuto il coraggio di abbandonare il suo coach di una vita, l’ottimo Gipo Arbino, per cercare nuovi stimoli e nuove strade. Ci voleva tempo perché Fabio Colangelo potesse tentare una piccola trasformazione e in questo momento io non so nemmeno se ci sia riuscito. Ma lo spero e oggi sarà un test importante. Perché anche servire bene nei momenti importanti è qualcosa che i grandi giocatori sanno fare e quello meno bravi no. Vedrò…anche se mi dispiace da morire che gli organizzatori abbiano programmato le due partite degli ultimi due tennisti azzurri superstiti nei singolari praticamente in contemporanea, con una sola mezz’ora di sbalzo.
Forse è più importante la prima mezz’ora di Sonego che quella di Sinner. Perchè Sonego potrebbe giovarsi della relativa inesperienza di Tien se le cose si mettessero subito bene per lui. Mentre Sinner non può aspettarsi che Rune si “smonti” anche se perdesse il primo set. E anche Sinner non è Sonego. È più solido di testa.
Chi non è stata per nulla solida di testa in queste ultime 20 ore, e mi dispiace dirlo, è stata Jasmine Paolini. Lo fosse stata non avrebbe perso 6-0 il terzo set con la Svitolina, non sarebbe stata di gran lunga la peggiore in campo nel doppio perso contro le ragazze russe che lei e Sara Errani avevano battuto nella finale olimpica di Parigi. Sara ha giocato benissimo, con il solito grande cervello, in pratica contro tre avversarie, le russe e una irriconoscibile Jasmine. Probabilmente non si è ripresa dalla batosta della sera prima. Io temo che quest possa essere un anno difficile, difficilissimo per Jasmine. Tanta la pressione che sentirà sulle spalle, per restare all’altezza dei risultati straordinari del 2024. Spero che reagisca subito. Ma devo dire che mi ha fatto una brutta impressione anche quanto è successo a fine del doppio misto perso da Errani e Vavassori, coppia testa di serie n.1 del misto, con Nichols e Patten. Io mi ero avvicinato al gruppetto dei sostenitori della coppia azzurra, i coach, i tecnici FITP, Bolelli, Jasmine. Nel momento esatto in cui la coppia azzurra ha perso il punto del match, lei è scattata come una molla e se ne è andata nemmeno l’avesse morsa una tarantola. Ho avuto – e magari mi sbaglio – la netta sensazione che non volesse correre il minimo rischio di una possibile intervista. Che non avevo intenzione di fare con lei, ma semmai con Bolelli, come infatti ho fatto, perché lei era stata appena in conferenza stampa quindi non avrebbe avuto granchè di nuovo da poter dire. E già non è tipo che dica mai cose …da titolo. Ci si conosce abbastanza bene, avrebbe semmai avessi voluto chiederle qualcosa dirmelo tranquillamente. Mah, ripeto, magari è stata una mia impressione fallace. Ma era a due posti da me e la sua “fuga” è stata così precipitosa, che mi è parsa strana.
No problem per me comunque. Mi dispiace invece che queste ultime 24 ore siano state brutte per lei e spero che non lascino tracce. Nei giorni prossimi andrò a vedere i nostri junior. Non ci sono ragazze, ma solo ragazzi. Spero di scoprire qualche buon talento.