Ispirava tenerezza vedere Alex de Minaur contro Jannik Sinner. L’australiano è ormai stabilmente fra i migliori giocatori del mondo, ha vinto due titoli la scorsa stagione e ha raggiunto l’ottavo posto della classifica ATP, ma i suoi sogni di gloria finiscono sempre per infrangersi contro il muro di Sinner. A partire da quando entrambi, giovani promesse del tennis mondiale, si sono scontrati in finale alle Next Gen ATP Finals.
A Milano De Minaur era il favorito, la testa di serie di numero 1, Sinner gli ha lasciato appena cinque game in tutta la partita. I due da allora si sono incontrati dieci volte, spesso nel corso di finali o tornei importanti: dalla finale di Rotterdam alle ATP Finals, passando per gli Austalian Open il risultato è impietoso, un 10-0 a favore dell’italiano che non lascia scampo alle interpretazioni. De Minaur in tutti i dieci precedenti ha vinto appena un set, nella loro secondo sfida di sempre a Sofia, per giunta al tie break.
Oggi il tennis piatto di De Minaur ha prestato il fianco alle brutali accelerazioni di Sinner, e l’australiano è apparso impotente. Nonostante un buon livello di gioco non è minimamente riuscito ad impensierire il numero 1 al mondo, perdendo in meno di un’ora.
“Per battere Sinner devo fare qualcosa che non ho mai fatto prima” aveva dichiarato l’australiano prima del match, non ci è riuscito. Il giornalista di The Athletic Charlie Eccleshare ha definiti De Minaur come il “piccione” di Sinner: “Facile preda per il forte predatore”. Evidenziando quanto un match-up svantaggioso a livello di stili nel tennis sia particolarmente letale.
“Negli sport di squadra questo aspetto pesa di meno. I giocatori cambiano di anno in anno, quindi i punti di forza e le caratteristiche di ciascuna squadra si modificano. Possono arrivare giocatori con meno “cicatrici” derivanti dagli incontri precedenti, portando un approccio fresco. Si possono modificare le tattiche, e anche se le cose vanno male di nuovo, si tratta comunque di una sola partita che non pregiudicherà l’intera stagione”. Scrive il giornalista britannico: “Nel tennis non è così. Non ci sono sostituti. Non c’è un modo semplice per rimuovere le “cicatrici”. I giocatori possono cambiare tattiche e provare cose nuove, ma senza cambiamenti significativi nello stile di gioco, il confronto fondamentale e il suo squilibrio rimangono invariati”.
Lo ha provato sulla sua pelle lo stesso Sinner. L’attuale numero 1 infatti si è ritrovato a perdere per ben sei volte di fila nelle sue prime sei sfide contro Danil Medvedev, prima di batterlo per la prima volta in finale a Pechino.
Le rivalità più sbilanciate dell’era Open
“Nel tour diciamo che se qualcuno ti batte tre volte di fila… è tuo padre” aveva dichiarato Shelton al termine del match con Musetti. Ma nella storia del tennis ci sono serie di sconfitte ben più pesanti… La rivalità fra Jannik Sinner e Alex De Minaur rimanda al povero Vitas Gerulaitis, battuto per 16 volte di fila da Jimmy Connors e per ben 17 volte da Bjorn Borg, contro cui non è mai riuscito a vincere un match.
Nell’era Open fra le rivalità più sbilanciate ricordiamo poi ad esempio quella fra Novak Djokovic e il ceco Tomas Berdych, conclusasi 25-3 a favore del serbo. Quella fra Wawrinka e Federer, dove King Roger ha vinto ben 23 match contro i 3 del connazionale. Ricordiamo poi Rafa Nadal, mattatore di Richard Gasquet fin dall’infanzia. O ancora la rivalità fra Djokovic e Gael Monfils battuto per venti volte nel ventennio fra il 2005 e il 2015, e che ormai ha deciso di prendere con filosofia le sconfitte contro il serbo:
“Non è bello perdere 19 volte contro un tennista. Ma parliamo di Novak Djokovic. Non è una situazione divertente, ma è il detentore del record Slam, il GOAT. Se vinco ancora diverse partire devo dire grazie a Novak: è un esempio. Purtroppo non riesco a batterlo, ma le partite con lui mi aiutano contro gli altri. Mi permette di alzare il livello sotto molti punti di vista. Imparo molto quando lo affronto”.
Fra gli attuali top 10 la serie di sconfitte più vicina a quella fra Sinner e De Minaur è quella fra Taylor Fritz contro Novak Djokovic. Ma come Sinner è riuscito a sfatare il tabù Medvedev anche molti altri giocatori sono riusciti a ribaltare strisce negative. Come Coco Gauff, che dopo aver perso i suoi primi 11 incontri contro Iga Swiatek l’ha battuta nelle ultime due sfide alle WTA Finals e alla United Cup. O come Casper Ruud, che ha infranto la “maledizione Djokovic” lo scorso anno a Montecarlo.
Nella savane del tennis anche la preda può trasformarsi in predatore, sarà il caso di De Minaur?