[1] C. Alcaraz b. [Q] A. Vavassori 6-2 6-1
Tornato a giocare in singolare dopo i quarti del Challenger di Olbia lo scorso ottobre, Andrea Vavassori, 11° del ranking di doppio, si è guadagnato il main draw passando le qualificazioni per poi superare Auger-Aliassime, ritiratosi all’inizio del set decisivo. L’asticella si è alzata ancora e non poco nella sfida che valeva i quarti di finale, dove l’azzurro si è fermato davanti al favorito del seeding e numero 3 del mondo Carlos Alcaraz. 6-2 6-1 in un’ora e quattro minuti il punteggio per lo spagnolo che proprio un anno fa aveva però sofferto un set contro Andrea, superandolo 7-6(1) 6-1 ai quarti di finale di Buenos Aires. Nel giovedì dell‘ABN AMRO Open, invece, fin dal primo game Vavassori non ha saputo opporre un’adeguata resistenza alla maggior potenza e versatilità di un Carlos peraltro poco in vena di regali e la differenza di livello è apparsa evidente per l’intera sfida.
Primo set – Alcaraz subito avanti, Vavassori solo a sprazzi
Fin dall’inizio Alcaraz mette in chiaro come la pesantezza della propria palla sia qualcosa di difficilmente gestibile da Vavassori, che dal canto suo prova ad aggrapparsi al servizio e alle discese a rete. Andrea è ben consapevole di dover accorciare gli scambi, come ben gli ricorda il break subito nel game iniziale, a cui ha la bravura di opporre un lottato, ma tenuto con successo, terzo gioco.
Andrea si procura la palla del due pari comandando fin dalla risposta, colpo che però poi non controlla e Carlos può mantenere il vantaggio. I turni di battuta di Vavassori sono sempre complicati, forza qualcosa di troppo e capitola di nuovo al settimo gioco. Alcaraz serve e fa suo il parziale, 6-2. Il torinese paga il 33% di realizzazione con la seconda, con 17 non forzati contro i 10 del classe 2003 di Murcia, mentre è 6-8 il confronto fra i vincenti.
Secondo set – Il divario rimane…
Vavassori riparte determinato e mette a referto il primo game, presto imitato dall’avversario. Anche il successivo turno di battuta azzurro sembra andare liscio, ma l’errore al volo su palla per lui non impossibile e con il dritto in entrata sono molto più di quanto Alcaraz abbia bisogno e con un bel punto a tutto campo e il lob vincente torna avanti. Il match in pratica finisce lì e Alcaraz vola veloce verso il 6-1.
P. Martinez b. [5] H. Rune 6-4 6-1
La giornata olandese si conclude con un risultato a tratti prevedibile, ma comunque sorprendente, che accende un ulteriore campanello d’allarme per Holger Rune. Il danese, che aveva ben figurato contro Sonego, viene spiazzato nel primo, per poi venire travolto nel secondo, da Pedro Martinez. Lo spagnolo è un ottimo giocatore, ma arrivava da uno 0-12 sul cemento contro i top 20 all’incontro, e senza aver mai disputato un quarto di finale in un ATP500 indoor. Due piccioni con una fava pescati in un match in cui dall’inizio alla fine è stato lui a condurre, pesante e solido da fondo come sempre, in netto vantaggio sulla diagonale di dritto. Oltre a percentuali preoccupanti (poco più della metà di punti vinti con la prima, 26% rispondendo alla prima di Martinez, che non è Isner) Rune ha mostrato tanta confusione e un gioco lontano parente di quello che prometteva. Il break nel quarto gioco del secondo parziale, una fiera di volée sbagliate e attacchi scellerati, ne ha segnato la resa. Nei quarti Martinez, che ha chiuso vincendo 5 giochi di fila, affronterà con merito Alcaraz. Ad Holger, che dovrebbe giocare sulla terra sudamericana prima di Acapulco ed Indian Wells, il compito di riflettere e di ritrovare serenità in campo. Il tennis poi verrà da sé.