Da Rotterdam, il nostro inviato
“È stato ingiocabile”. Inizia con queste tre semplici ma significative parole la nostra intervista esclusiva con Andrea Vavassori dopo la sconfitta contro Carlos Alcaraz. Reduce da un ottimo torneo, in cui aveva superato le qualificazioni e il primo turno anche grazie al ritiro di Auger-Aliassime (pur giocando molto bene i primi due set), Wave ci ha raccontato le sue sensazioni a caldo con grande sincerità e lucidità. E il sorriso di chi sa che, in casi come questi, c’è davvero ben poco da fare.
D. Sulla partita penso ci sia poco da dire, lui è stato davvero molto accorto.
Andrea Vavassori: “Carlitos è stato davvero impressionante. Ci avevo giocato contro a Buenos Aires (7-6 6-1 Alcaraz, ndr) e forse sulla terra avevo un po’ più tempo per giocare, mentre qui il tempo non me l’ha mai dato. Servivo forte, fortissimo, anche sopra i 220 km/h e mi rispondeva comunque l’80% delle volte. Ha sbagliato pochissimo e ha servito sempre in maniera intelligente. Ho avuto solo una palla break e forse posso rimproverarmi di non averlo fatto giocare, ma a parte quello è difficile… Poi con la partita che va avanti e con un pubblico così numeroso ti vedi un po’ sotto un treno ed è difficile rimanere nel match. Ho poca abitudine a giocare il singolare e in questa partita si è visto“
D. Il torneo di singolare però è stato estremamente positivo e non credo comunque fosse questa la partita da vincere.
Andrea Vavassori: “No, questa era una partita dove dovevo solo entrare in campo con l’attitudine giusta. Magari potevo fare qualche game in più, ma vincere contro questo Alcaraz è veramente dura. Resta comunque un’esperienza che mi porto dentro e che mi dà fiducia, poi il mio torneo è quello con Simone. Quando gioco bene in singolo di solito in doppio gioco sempre meglio: sono contento perché non volevo assolutamente mollare in singolare e questo torneo mi dà la possibilità di essere un pochino più tranquillo (Andrea ha guadagnato 80 posizioni, salendo al n. 237 live, ndr). È stato inaspettato, ma sono contento. Poi la prossima settimana è nata un’altra occasione di giocare in singolare, al Challenger 125 di Manama (Bahrain, ndr) grazie a una wild card: con questo atteggiamento posso puntare in alto anche lì. Dopo sarò ovviamente impegnato a Doha e Dubai in doppio con Bolelli”.
D. E Simone ovviamente ti lascia spazio, cioè se vuoi giocare il singolare non ti fa problemi vero?
Andrea Vavassori: “No anzi, Simo è tranquillissimo, sa che metto sempre l’anima in tutto quello che faccio. Viene anche a sostenermi sempre quando gioco in singolare, già dallo scorso anno. Anche lui mi dà qualche consiglio, poi siamo molto contenti, stiamo molto bene insieme con il team in generale. Siamo molto uniti”.
D. Ho visto che con Alcaraz vi siete fermati un attimo in più a rete, ti ha detto qualcosa?
Andrea Vavassori: “In campo era veramente ‘on fire’, bravo lui, poco da dire davvero. E poi fuori resta un ragazzo molto speciale: lo conosco bene fin dai Challenger, è un bravissimo ragazzo ed è uno dei pochissimi che saluta sempre tutti con il sorriso. A parte Jannik che conosco meglio, Carlos è davvero un ragazzo speciale, è un piacere e un onore giocare con lui“.