Mattia Bellucci (23 anni, numero 92 del ranking ATP) è l’uomo della settimana del tennis italiano: il tennista di Busto Arsizio, dopo aver superato le qualificazioni, ha raggiunti quarti di finale del prestigioso ABN AMRO Open di Rotterdam, mettendo a segno l’impresa della carriera con l’ex numero 1 del mondo Daniil Medvedev. Il suo talento mancino, divertente, scanzonato e irriverente ha subito fatto innamorare il grande pubblico, che grazie alla sessione serale di mercoledì 5 febbraio ha scoperto un nome nuovo a cui affezionarsi, perché il gioco di Bellucci non passa inosservato: tagli, serve and volley, colpi di genio, attacchi in controtempo e una naturale predisposizione alla soluzione più elegante. I risultati e la personalità di Mattia, che lo scorso anno ha ricominciato a scalare la classifica dopo un 2023 piuttosto complicato, hanno attirato l’attenzione di un brand prestigioso come C.P. Company, che ha deciso di investire su Bellucci, sponsorizzando per la prima volta un tennista professionista.
Si tratta, dicevamo, di un marchio italiano di abbigliamento fondato nel 1971 da Massimo Osti, il rivoluzionario designer e stilista riconosciuto a livello internazionale come “il padre dello sportswear”: il nome iniziale del brand – Chester Perry – diventò ufficialmente nel 1978 C.P. Company, riscuotendo subito un grande successo grazie soprattutto alla sua interpretazione anticonformista e funzionale dei classici del guardaroba maschile.
Per più di 45 anni il brand, che ad oggi è sponsor anche di due società calcistiche di ottimo livello in un caso e di caratura mondiale nell’altro come Bologna e Manchester City, ha portato avanti il suo primato di rielaborazione di capi militari d’archivio, da lavoro e sportswear, combinando un’intensa ricerca e innovazione nei materiali e tessuti, oltre che tradizione, innovazione e performance. Un mix che ben si applica a un tennista scanzonato e fuori dagli schemi come Bellucci. Giovanissimo ma con un tennis d’antan, mai banale in campo, frizzante nelle dichiarazioni. Un po’ come le giacche e i giubbini C.P. Company: apparentemente normali, classici, ma con la zip pronta a chiudersi fino alla cima della testa in perfetto stile “no face, no name”. Non a caso tra i ragazzi, come Bellucci, è uno dei marchi più accreditati.
