P. Martinez b. [WC] D. Schwartzman 6-2 6-2
Dopo le quasi tre ore necessarie mercoledì per superare Nico Jarry, Diego Schwartzman gioca davvero l’ultimo match professionistico della carriera. L’ultimo tennista a batterlo è e rimarrà Pedro Martinez, ventisettenne spagnolo n. 41 ATP, che viene da un insperato e incoraggiante quarto di finale a Rotterdam dopo aver sconfitto Bautista Agut e Rune (che poi il primo abbia un’età e il secondo non si reggesse in piedi non sono affari che riguardano Pedro). Troppo stanco Diego per tenergli testa e, d’altronde, nessuno era davvero lì per quello, bensì per la festa (e le lacrime).
IL MATCH – Molto falloso, Diego, che va subito sotto e, nonostante piazzi un punto da applausi qua e là, un dritto in rete e un secondo doppio fallo significano 0-3 pesante. La reazione di Schwartzman non va oltre la palla break, sprecata con un risposta attaccabile. Se poi Martinez si mette pure a spolverare la riga con un passante dai teloni in risposta allo smash, la faccenda si mette estremamente in salita per il 170 cm di Baires che, tuttavia, appare impressionato il giusto e, zitto zitto ma neanche troppo, evita il bagel e non solo infilando un parzialotto di otto punti a uno. Martinez non riceve più regali e quindi deve inventarsi qualcosa per portarsi a casa gli scambi; viene bene a rete, anche dietro il servizio, e chiude 6-2 evitando di impelagarsi in una altrui rimonta con il pubblico scatenato.
Gli spalti hanno comunque modo di farsi sentire parecchio poco dopo, quando el Peque risale da 0-40 e tiene il servizio in apertura di secondo set. La stessa rimonta non riesce al terzo game e Martinez sale 3-1. Non è finita, Schwartzman rimane in scia e ha due chance consecutive del 3 pari che però svaniscono – la prima, ghiotta, con un passante bimane ravvicinato colpito male. Pedro scappa 5-2, il pubblico continua a cantare festoso, c’è il saluto a Gabriela Sabatini in tribuna.
Due match point, Diego ha le lacrime agli occhi ma ciò non gli impedisce di tirare un dritto vincente; un altro però gli scappa e allora finisce lì, con l’abbraccio di Martinez che ritrova i quarti di finale – affronterà Musetti o Moutet – sette giorni dopo il duro indoor olandese. Ma il palcoscenico è tutto per Diego, classe 1992, con un bilancio ATP di 251 match vinti e 226 persi, 4 titoli e quello strepitoso numero 8 del mondo raggiunto nel 2020. Omaggio in campo che comincia con i messaggi di famiglia e amici proiettati sullo schermo.
J. Fonseca b. [LL] F. Coria 2-6 6-4 6-2
Nel match che ha aperto il programma del giovedì, Joao Fonseca è ripartito da dove aveva lasciato il giorno prima, vale a dire battendo un argentino. Dopo Etcheverry, per il disappunto del pubblico di casa, il diciottenne brasiliano ha rimontato un set e superato il lucky loser Federico Coria, 2-6 6-4 6-2 in due ore e dodici minuti. Al prossimo turno potrebbe trovare ancora un argentino, Navone, sempre che Mariano batta Rune.