Quanto puntiamo su Paolini e Berrettini?

Dopo anni di mucche scheletriche, bovine secche, insomma, vacche magre, c’è voluto pochissimo perché ci abituassimo fin troppo bene. “Colpa” sicuramente di Sinner i cui trionfi ci hanno definitivamente cancellato i ricordi dei tempi bui e abbiamo affrontato l’ultimo Australian Open come due settimane da far passare in attesa di rialzare il trofeo, ma ormai è dalla sorprendente semifinale “apripista” di Marco Cecchinato al Roland Garros del 2018 che tutto è cambiato.
Senza Jannik, però, l’Italia sarebbe al livello della Francia, parole di Piatti, ma il punto non è se essere o meno d’accordo (ma no, dài, Riccardo…), quanto piuttosto è: dove possono arrivare i nostri rappresentanti? Lato ATP, Matteo Berrettini sta giocando davvero bene, atleticamente è apparso in grande spolvero e i quarti a Doha e Dubai, con i match persi girati male per un paio di punti (anche se è vero che spesso i suoi match sono così), sono lì a testimoniare che, quando in salute, sono problemi per tutti. Qui non è mai andato bene, ma il periodo di forma e la superficie possono riservare piacevoli sorprese. Davanti a lui in classifica c’è Lorenzo Musetti che viene da un febbraio da dimenticare, come del resto gli è capitato di frequente, con tanto di infortunio muscolare. Il suo “storico” a Indian Wells non promette grandi cose, due match vinti su quattro partecipazioni; tuttavia, se volesse sorprenderci invertendo la tendenza, ne saremmo ben felici.

Lato WTA, con 120 punti degli ottavi 2024 da difendere, per Jasmine Paolini il discorso (per adesso) rimane quello espresso dal coach Renzo Furlan: “Sa quello che deve difendere e magari a livello inconscio ci sta pensando ma sa anche che fa parte del gioco e le piace enormemente quello che sta facendo. Non lo sente come un peso, anche se probabilmente è meno tranquilla rispetto ad un anno fa”. Intanto è la numero 6 del mondo e, appena riuscirà a ritrovare per intero la serenità, accettando anche lo spiacevole ma inalterabile fatto che è impossibile giocare sempre o quasi su una nuvola, torneranno a sorridere anche i risultati. Magari a partire proprio dalla California.