E’ stata una prima volta decisamente esigente per Joao Fonseca al BNP Paribas Open. La nuova stella del circuito maschile ha aperto, nella mattinata californiana di giovedì, il programma sullo Stadium 1, trovandosi a dover fare i conti con le improbe raffiche di vento provenienti dal deserto. Folate di vento che hanno superato anche le 50 miglia orarie. Alla fine, però, il diciottenne di Rio è venuto a capo positivamente dal suo primo turno contro Jacob Fearnley, il britannico è stato perfino in vantaggio di un break nel terzo set.
Dopo la vittoria e la qualificazione al turno successivo, dove il brasiliano affronterà Jack Draper, Joao è tornato in campo per un supplemento agonistico al fine di ritrovare le migliori sensazioni in vista di sabato. Al termine della sessione ha incrociato Novak Djokovic, programmato dopo di lui sullo stesso campo per un allenamento. Di seguito, il resoconto dell’incontro con la stampa al termine del successo su Fearnley.
D. Dopo la tua partita, ti sei diretto immediatamente nell’area dei campi di allenamento per un supplemento agonistico. Lì c’erano assiepati tuoi numerosi fans. Cosa provi quando ti alleni circondato da così tanto affetto, da così tanti tifosi che al termine della sessione ti chiedono un autografo. E più in generale, com’è per te doverti allenare, ad esempio sulla risposta, mentre c’è quel tipo di frastuono attorno a te? Con quale mentalità affronti queste nuove esperienze nel circuito?
Joao Fonseca: “Sicuramente è tutto è nuovo per me. Sono sono ancora molto giovane e mi sto ancora abituando a certe routine tipiche del circuito dei grandi. Ma vedere così tante persone, non solo brasiliane ma da ogni parte il mondo, che tifano per me, gridano il mio nome o bambini festanti che mi chiedono un autografo è qualcosa di bellissimo e che faccio ancora fatica a spiegarmi. Appena due anni fa ero io a richiedere gli autografi. Un tennista, penso che non possa che essere semplicemente felice quando tanti tifosi lo acclamano, a maggior ragione quando a farlo sono dei bambini“.
D. Joao, nonostante tu sia ancora giovanissimo la tua carriera ha cominciato a decollare negli ultimi due mesi. Come ti stai adattando a questa nuova situazione e in che modo ti relazioni con la maggiore attenzione mediatica che stai ricevendo? Ti piace? Stai acquisendo fama, te ne rendi conto?
Joao Fonseca: “Io e il mio team cerchiamo di concentrarti unicamente su quella che è la nostra routine, giorno per giorno, torneo per torneo. Non pensiamo ai media, quello che c’interessa e su cui mettiamo l’assoluto e totale focus è fare ciò che dobbiamo per ottenere ciò che vogliamo. Sono un ragazzo a cui piace stare tanto con la squadra, passare del tempo con loro, con la mia famiglia, non concentrami su ciò di cui parlano i media o su quello che dicono su di me. Quindi mi basta focalizzare la mia routine, è un modo per concentrarmi unicamente su me stesso e su ciò che devo fare. Chiaramente, essendo ancora agli inizi della carriera devo ancora imparare a gestire tutto questo al meglio ma credo sia normale. Sarò in grado di padroneggiare l’aspetto mediatico nel migliore dei modi, quando acquisterò maggiore esperienza. Fuori le persone possono parlare di qualsiasi cosa, tu devi solo essere focalizzato su te stesso“.
D. Prima di tutto, congratulazioni per la vittoria. Perché hai deciso di allenarti dopo la fine dell’incontro? Avevi appena terminato una partita di tre set. Qual è stato il motivo che ti ha spinto a ritornare in campo?
Joao Fonseca: “Le condizioni di gioco odierne erano molto complesse, parecchio ventose. Perciò, durante la partita non ho sentito la palla come avrei voluto e dovuto, così alla fine di un match piuttosto difficile ho deciso di ritornare in campo per ritrovare buone sensazioni in vista del secondo turno. Sapevo che sarei dovuto riscendere in campo sabato, per cui avrei avuto una giornata intera per recuperare. Allora ho scelto di allenarmi dopo il match, soprattutto in risposta per sentire bene la palla e farmi trovare più pronto sabato“.
D. E’ stato chiesto di te a Zverev. Sascha ha dichiarato, oltre ad apprezzare molto il tuo tennis, di ricordare con molto affetto quando aveva 18 anni e di come quello sia stato il momento più divertente della sua carriera in Tour, perché poteva giocare senza avere troppa pressione esprimendosi liberamente. Mi chiedevo se stessi vivendo le stesse sensazioni, o al contrario la tua esperienza personale è finora ben diversa.
Joao Fonseca: “Certo che personalmente quello che sto vivendo è bellissimo, per quanto mi riguarda sono tutte novità. È la mia prima volta qui a Indian Wells, per esempio. Il mio secondo anno come professionista. Sto finalmente iniziando a giocare con continuità i migliori tornei del circuito, potendomi confrontare con i migliori tennisti al mondo. Ho appena incontrato di persona Novak e Carlos, sono tutte esperienze fantastiche per me. E’ tutto meraviglioso. Sì, a volte arriva anche la pressione, è normale. Fa parte del gioco e va accettata. Se vogliono vincere partite e tornei, devo metterla in conto. So che arriverà, l’importante è esserne consapevoli e preparati a gestirla quando arriva. Per questo, ribadisco ciò che ho affermato prima: l’unica strada è concentrarsi unicamente su ciò che devi fare, pensare a vincere le partite, a concentrati con la tua squadra sulla routine quotidiana“.
D. Quando hai detto, poco fa, che un paio di anni fa eri tuo quello che chiedeva autografi, ero curioso di sapere a chi l’hai chiesto e dove? Poi volevo sapere cosa ti hanno detto Novak e Carlos, se ti hanno dato alcuni consigli.
Joao Fonseca: “Gli autografi che ho ricevuto sono stati fatti tutti al Rio Open, il torneo della mai città natale. Ho sempre guardato tutte le edizioni, fin da piccolino. Ho quello di Rafa quando ha vinto, non ricordo se nove o dieci anni fa. Ho anche quello di [Thomaz, ndr] Bellucci, Munar. Un sacco di autografi da parte di diversi giocatori. Su eventuali consigli ricevuti, veramente ho incontrato Carlos prima del mio match e gli ho semplicemente chiesto in spagnolo come stesse. Con Novak, invece, ci siamo incrociati sul campo sui mi sono allenato dopo il match. Io uscivo e lui entrava, era programmato dopo di me. Mi ha chiesto se avessi vinto e gli ho risposto di sì. A quel punto, si è congratulato con me. E’ stato fantastico che abbia parlato con me (Risate)”.
D. Come hai già sottolineato, hai dovuto affrontare condizioni davvero dure. Come hai dovuto regolare il tuo gioco sulla base di condizioni così particolari? Avevi avuto già in passato esperienze con partite di questo genere, dove eri stato costretto a confrontarti con raffiche di vento di tale portata?
Joao Fonseca: “Non mi pare di aver mai fronteggiato condizioni simili. In verità, il primo set l’ho giocato molto bene. Ero molto solido in campo, e il vento stava mettendo maggiormente a disagio il mio avversario che difatti ha commesso molti errori. La prima parte di gara l’ho gestita tutto sommato bene, tant’è che ho vinto con un punteggio relativamente facile (6-2). Lui, però, a partire dal secondo set ha cambiato marcia. Ha iniziato ad essere decisamente più aggressivo prendendo maggiormente l’iniziativa, tentando di chiudere il punto sia al servizio che in risposta in pochi scambi. E questo mi ha tolto sensazioni buone sulla palla. Oltretutto perdevo sistematicamente campo, agevolando il suo operato. Jacob, inoltre, ha cominciato anche ad azzerare i gratuiti e ciò ha reso il mio compito molto più arduo. Infatti, è andato avanti di un break ad inizio terzo set. Dopodiché entrambi ci siamo irrigiditi parecchio, il set è diventato nervoso e alla fine un piccolissimo passaggio a vuoto ha fatto la differenza. Così, sono riuscito a contro-breakkare sul 3-2 e poi il momento decisivo è stato tenere il servizio, in un frangente in cui il vento spingeva forte, sul 3-3. Lui ha giocato più cattivo di me, ha affrontato con maggiore determinazione anche il set finale però quando le condizioni sono al limite, a questo livello basta veramente un solo punto a fare la differenza“.
D. Se dovessi indicare un paio di aspetti del suo tennis, che rappresentano la forza del tuo gioco? Inoltre, volevo chiederti qual è la cosa più di tutte ami della tua professione?
Joao Fonseca: “Wow, domanda difficile. Mi piace molto il mio dritto e direi la mia parte mentale, credo sia abbastanza buona per la mia età. Quello che amo di questo sport è che il tennis ti dà molte opportunità. Se perdi un punto, ci sarà un altro punto da poter conquistare ma che potresti perdere di nuovo. Puoi anche giocare peggio del tuo avversario, ma puoi comunque vincere. Quindi è un gioco sia tecnico, sia fisico, sia mentale. Amo questo sport da quando avevo otto anni“.