Questa settimana il Ruanda si guadagna l’attenzione del mondo sportivo con un doppio appuntamento internazionale: oltre al torneo di tennis (Challenger 100, terra battuta) anche il Tour of Rwanda’ di ciclismo. Sforzo organizzativo impressionante che, almeno per quanto riguarda il tennis, è stato ripagato da un buon campo di partecipazione. Erano sei gli italiani iscritti, due dei quali (Matteo Covato e Facundo Juarez) si sono persi nelle qualificazioni, da cui invece sono usciti con autorità Franco Agamenone e Gabriele Pennaforti. Impressionante soprattutto quest’ultimo, che all’esordio in tabellone si è poi preso il lusso di battere (6-4 6-2) il talento emergente Joel Schwaerzler (n.307 e già un Challenger in bacheca). Poi gli è toccato l’altro austriaco Lukas Neumayer (n.208) e lui non si è certo fatto impressionare dalla differenza di ranking, battendolo col punteggio di 7-5 6-4.
Splendido risultato per il 24enne tennista romano che con questi quarti di finale ottiene il miglior risultato in carriera e conferma di trovarsi a proprio agio su questi campi, dove esattamente un anno fa vinse il suo primo match a livello Challenger. Da lunedì Gabriele potrà festeggiare il suo nuovo best ranking che, salvo ulteriori miglioramenti, dovrebbe vederlo al n.385. Ulteriori miglioramenti che passeranno inevitabilmente dalla difficile sfida contro un Valentin Royer, in stato di grazia.
Come ha ribadito contro il nostro Agamenone, che era stato chiamato alla rivincita dopo che la settimana scorsa il 23enne nativo di Neuilly-sur-Seine l’aveva battuto proprio prima di sollevare a sorpresa il trofeo. Per l’azzurro è andata male anche questa volta, ma davvero per un pelo, come testimonia il doppio tie-break con cui si è deciso l’incontro. Va avanti anche Marco Cecchinato che, dopo aver superato il russo Gakhov, ha affrontato il polacco Daniel Michalski (n.334) e l’ha rullato con un severo 6-4 6-1. Nei quarti l’aspetta ora il 24enne francese Luka Pavlovic (n.346) e dovrebbe partire favorito. Per concludere un cenno all’aquilano Andrea Picchione che non ha superato il primo turno, sconfitto 6-3 6-4 da Geoffrey Blancaneaux (n.297 e settima testa di serie).
Al Challenger 50 di Creta (cemento outdoor) doveva esserci il nostro Federico Cinà, che aveva ottenuto una wild card, ma, come suol dirsi, ‘ubi maior minor cessat’ perché, arrivato l’invito al Master 1000 di Miami, la scelta di rinunciare al torneo è stata inevitabile. La nostra pattuglia si è così ridotta a tre soli rappresentanti: Marcello Serafini, Alexandr Binda e Lorenzo Giustino. E l’unico a superare la casella di partenza è stato proprio quest’ultimo, che ha prevalso nel derby contro Binda per poi arrendersi, non senza lottare, alla maggior potenza del russo Aslan Karatsev: 7-5 2-6 6-1. Difesa decisamente onorevole se consideriamo il 31enne Aslan è stato non più tardi di due anni fa al n.14 ATP. Un’altra medaglia per il tennista napoletano che resiste con tutte le sue forze al passare del tempo e ci lascerà il ricordo di una carriera in cui non ha mai lasciato il campo senza aver lottato fino all’ultima stilla di sudore. Eliminato all’esordio Serafini che, dopo aver superato con bravura le qualificazioni, ha ceduto 7-6(6) 7-5 all’uzbeko Khumoyun Sultanov (n.218 e seconda testa di serie del torneo).