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Reading: WTA Miami: ultimo torneo sul cemento con Sabalenka, Pegula ed Eala protagoniste
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WTA Miami: ultimo torneo sul cemento con Sabalenka, Pegula ed Eala protagoniste

In Florida oltre alle finaliste Pegula e Sabalenka ha sorpreso la semifinale raggiunta dalla giocatrice filippina Alexandra Eala. Con l’impegno di Miami terminano i tornei sul duro: bilanci e prospettive in vista della terra rossa

Last updated: 03/04/2025 11:54
By AGF Published 01/04/2025
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16 Min Read
Aryna Sabalenka - Miami 2025 (foto X @MiamiOpen)


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Alexandra Eala
Senza dubbio la grande sorpresa del torneo in Florida è stata Alexandra Eala. Diciannove anni (è del maggio 2025) nata nelle Filippine ma cresciuta tennisticamente in Spagna, dato che frequenta l’Academy di Nadal da quando aveva tredici anni.

Eala ha stupito tutti per il percorso che ha compiuto nel torneo. Da numero 140 del ranking è entrata in tabellone grazie a una wild card offerta da IMG (IMG è la società che gestisce il torneo di Miami, ma ha anche sotto contratto Alexandra). Eala ha sconfitto Volynets, Ostapenko e Keys; ha quindi usufruito del forfait di Badosa, e poi nei quarti di finale ha superato in due set Iga Swiatek. L’ha fermata in semifinale Jessica Pegula, al termine di una partita molto tirata, conclusa 7-6(3) 5-7 6-3. Davvero una notevole striscia di prestazioni.

Non è la prima volta che IMG fa conoscere al mondo giocatrici ancora relativamente poco note, attraverso la gestione delle wild card a Miami. E’ accaduto lo stesso a Garbiñe Muguruza e Paula Badosa. Muguruza aveva esordito a Miami nel 2012, a 18 anni, e da numero 208 del ranking aveva sconfitto Morita, Zvonareva e Pennetta, prima di essere fermata da Radwanska. Invece Badosa aveva ricevuto la wild card nel 2015, anche lei a 18 anni: da numero 419 del ranking aveva sconfitto Zheng Saisai e Cetkovska prima di essere eliminata da Pliskova.

Eala ha un altro elemento in comune con Muguruza e Badosa: tutte e tre sono cresciute tennisticamente in Spagna pur essendo nate fuori dall’Europa; Muguruza infatti è di Caracas, Badosa è newyorkese, mentre Alexandra è di Quezon, nelle Filippine. Sarebbe però eccessivo raccontarla come una sconosciuta, dato che vanta notevoli risultati da junior: campionessa allo US Open 2022, best ranking da numero 2. E già nel 2020 aveva raggiunto la semifinale al Roland Garros dopo avere sconfitto, fra le altre, Linda Noskova.

Ma un conto è avere un brillante rendimento da junior, un conto è affermarsi a livello WTA; vedremo se saprà confermarsi o se risulterà un exploit isolato. Nel recente passato abbiamo avuto casi in entrambi i versanti: fortunati e sfortunati. Faccio tre nomi di tenniste “sfortunate”. Una giocatrice che prometteva moltissimo da ragazzina, anche lei teenager messa sotto contratto da IMG, è stata Bojana Jovanovski: migliore classifica numero 32 del mondo, ma a conti fatti al di sotto delle grandi attese riposte in lei. Oppure Nadia Podoroska: semifinalista nel 2020 al Roland Garros, da numero 131 del ranking partendo dalle qualificazioni. In quella occasione Podoroska aveva sconfitto avversarie come Putintseva, Schmiedlova, Krejcikova e Svitolina; l’aveva fermata solo la futura campionessa Swiatek. Ma dopo quello straordinario risultato non si è più ripetuta.

Infine ricordo Samantha Crawford, semifinalista nel 2016 a Brisbane, anche lei partendo dalle qualificazioni. Crawford allora era numero 142 del ranking, ma questo non le aveva impedito di eliminare Pironkova, Dodin, Petkovic e Bencic. Anche nel suo caso a fermarla era stata la futura vincitrice del torneo Azarenka (che qualche mese dopo avrebbe conquistato il Sunshine Double tra Indian Wells e Miami). Crawford aveva offerto un tennis molto potente e dominante, ma poi non si è più ripetuta, forse a causa di troppi infortuni.

Con questo non voglio portare sfortuna a Eala: come abbiamo visto ci sono gli esempi di Muguruza e Badosa che invece dimostrano che sfondare a Miami può essere un reale punto di partenza per una ottima carriera. Non ho seguito sufficienti match di Eala per esprimere un giudizio compiuto: mancina, Alexandra ha mostrato notevole facilità nella copertura del campo e fluidità nei colpi al rimbalzo da fondo. Mentre per quanto riguarda la battuta ha sicuramente margini di miglioramento, dato che spesso la sua prima viaggia a velocità (attorno alle 90 miglia orarie) simili alla seconda di servizio delle migliori battitrici del circuito. Forse non è un caso che nel match contro Swiatek vinto per 6-2, 7-5, su 20 game disputati ci siano stati 13 break (8 per Alexandra, 5 per Iga). D’altra parte proprio Swiatek è la dimostrazione che si possono ottenere grandi risultati anche senza avere un servizio di primissimo livello.

Certo se Eala riuscisse davvero a sfondare sarebbe un bel colpo non solo per lei e per la IMG che la rappresenta, ma per tutta la WTA, visto che significherebbe conquistare risonanza in una nazione come le FIlippine senza grandi tradizioni tennistiche ma con 120 milioni di abitanti. Sotto questo aspetto assumerebbe un ruolo da apripista, un po’ come è accaduto a Ons Jabeur per i paesi arabi o a Li Na e Zheng Jie per la Cina.

a pagina 3: Bilancio della stagione sul cemento 2025

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TAGGED:Alexandra Ealaaryna sabalenkaJessica Pegulawta Miami 2025
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