La Città Eterna apre le sue porte per ospitare l’82esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia, detentrice di tutti i presupposti per esser ricordata come una delle più entusiasmanti degli ultimi anni. Non era mai accaduto, nella storia del tennis italiano, che un azzurro guidasse il seeding del glorioso torneo capitolino, intriso di storia e fascino, vantando la presenza di uno degli impianti più iconici del globo, circondato da 18 statue di marmo, e intitolato all’ex tennista italiano Nicola Pietrangeli. D’altronde, è facile lasciarsi inebriare dalle sconfinate bellezze architettoniche di Roma – Caput Mundi -, ma nonostante questa affascinante componente, in quel di maggio, le genti di tutto il mondo convergono nell’Urbe per una sola ragione: il tennis. Il Masters 1000 di Roma incanta in ogni edizione spettatori e tennisti, estasiati dal festoso clima del Foro, e quest’anno – come accennato poche righe or sono – l’entusiasmo è alle stelle per il rientro nel tour di Jannik Sinner, che ha già mandato la folla in visibilio durante il suo arrivo a Roma.
È un’edizione diversa dalle altre, ma altrettanto intrigante per diversi motivi. Sarà la prima volta senza il Re della terra rossa, Nadal, e senza Novak Djokovic, rinunciatario dopo una deludente trasferta nel Principato, e probabilmente già concentrato sullo Slam Parigino. Ma a differenza dell’edizione 2024 del torneo, durante la quale il pubblico ha dovuto fare a meno di Jannik e Carlitos Alcaraz – entrambi fermati da un infortunio – il parterre dei campioni si arricchisce, puntando su un Italtennis più prolifica che mai, trascinata anche dal neo numero 9 del ranking, Lorenzo Musetti. Oltre agli azzurri, incitati a gran voce dallo scatenato pubblico tricolore, non lesineranno colpi eccezionali nemmeno le nuove gemme del tennis mondiale, ma sull’infuocato manto rouge del foro italico, sarà lo spirito d’abnegazione a far la differenza contro gli avversari. Chi sarà capace di assorbire l’energia della Città Eterna per disputare un torneo al di sopra delle aspettative?
Matteo Arnaldi, da Madrid con furore
Il sanremese Matteo Arnaldi ha concluso la sua trasferta iberica con una sfilza di vittorie, fermato poi dallo spumeggiante Jack Draper in semifinale. Durante la settimana madrilena è anche arrivato il successo più importante della carriera dell’azzurro, che al secondo turno ha steso un Nole Djokovic non esattamente al massimo del suo splendore, ma ha comunque dimostrato di essere centrato e in piena fiducia, confermando le impressioni nei giorni seguenti, con le nette vittorie ottenute ai danni di Dzumhur e Tiafoe. L’azzurro, attualmente 37° nel ranking mondiale, arriverà a Roma tentando di far sbocciare l’amore con il torneo casalingo, dove, nelle tre passate edizioni, non si è mai spinto oltre il secondo turno. Arnaldi esordirà con lo spagnolo Roberto Bautista Agut – ex numero 9 del ranking -, e il match d’esordio sarà fondamentale per captare i segnali del ventiquattrenne, che ha tutte le carte in regola per disputare un IBI ’25 più che positivo, pur tenendo conto di un tabellone non favorevolissimo, a causa dell’eventuale presenza al secondo turno di Tommy Paul, e più avanti, del ceco Machac.
Mensik, l’outsider non outsider
Il gigante di Prostejov è l’emblema del tennista moderno. Potente, strutturato e dinamico. Dopo il titolo ottenuto a Miami – che ha impedito a Djokovic di raggiungere il centesimo sigillo ATP -, il giovanissimo Jakub si è schiantato contro Hanfmann a Monaco di Baviera, rilanciandosi a Madrid, dove uno spigoloso Fran Cerundolo gli ha sbarrato la strada nei quarti di finale, compiendo molteplici miracoli nei momenti salienti dell’incontro, e modificandone l’esito. La crescita del tennista ceco nell’ultimo anno è stata sensazionale, come se quest’ultimo avesse preso coscienza dei propri mezzi, maturando nella gestione dell’incontro, e tenendo a bada la smisurata potenza a disposizione. Mensik è camaleontico, si adatta al cambio di superficie, prediligendo quelle veloci, ma nel Mutua Madrid Open ha tolto ogni dubbio, dimostrando di esser pronto per sfidare qualsiasi avversario anche su terra. Al Foro Italico, il classe 2005 godrà del “bye” essendo testa di serie, e il debutto avverrà con uno tra Rinderknech e Matteo Gigante, al quale è stata assegna una wild card. Il primo match, in teoria alla portata del diciannovenne, sarebbe seguito da un tete a tete piccante, nel quale le alternative, dall’altra parte della rete, saranno Rublev, Fonseca o Marozsan.
Auger-Aliassime, le basse aspettative aprono orizzonti
Il canadese classe ‘2000, oramai, abbiamo imparato a conoscerlo. Il suo tennis accende e spegne l’interruttore a fasi alterne, immergendosi in lunghi periodi di buio, per poi ritrovare, come per magia, la luce. 365 giorni fa, il canadese atterrava a Roma a spalle larghe e petto in fuori, forte del titolo appena conquistato a Madrid, dove quest’anno si è arreso mestamente al primo turno, eliminato da Juan Manuel Cerundolo, il fratello minore di Francisco. Felix è dunque “scappato” ad Estoril – nel circuito Challenger – per racimolare qualche punticino dopo il grosso danno fatto nella capitale spagnola, ma anche in Portogallo la delusione lo ha travolto, perdendo al primo turno da Andrea Pellegrino. Insomma, il canadese giungerà al Foro Italico dopo un terrificante filotto di uscite al primo turno, ed è proprio a Roma che il numero 27 del mondo dovrà ritrovare la forza per uscire dall’infinito tunnel senza luce. Al netto di sorprese, Felix dovrebbe affrontare al debutto il portoghese Nuno Borges, tennista più che navigato sul rosso, ma limitato sotto vari aspetti. Il tennis di Auger-Aliassime ha bisogno di ritrovare enfasi e “stapparsi”. Sarà l’atmosfera della Capitale a far tornare sulla retta via l’ex numero 6 del mondo?