Una vittoria maiuscola per la n.1 al mondo Aryna Sabalenka. Che dopo un primo set non semplice ha preso le misure e fatto la voce grossa contro Qinwen Zheng, conquistando la semifinale del Roland Garros. Una prestazione da n.1, in campo e in realtà anche nella conferenza post gara. Dove offre molti spunti interessanti, non solo a proposito del gioco e non limitandosi al tennis femminile.
Ubaldo Scanagatta: “Parlando di potenza, ma non solo, sei una giocatrice completa. Sei in grado di fare tutto. Se così non fosse, non saresti la numero 1 al mondo. Ma come spieghi il fatto che ieri Bublik abbia giocato 36 drop shot vincenti in un match contro Draper? Quando vediamo il tennis femminile, non vediamo così tanti drop shot. Anche Paolini, che tu conosci bene, cerca sempre di colpire con potenza, come fai un po’ tu. Ma al massimo gioca tre drop shot in una partita. Tu, non so quale sia la tua media di drop shot in un match, come lo spieghi? Non pensi che se Bublik è stato in grado di fare 36 drop shot, la maggior parte vincenti, contro uno come Draper, che gioca molto forte e potente, forse le ragazze non lo fanno o non lo fanno abbastanza?“
Sabalenka: “La palla corta è un colpo piuttosto rischioso e bisogna avere buone mani e una buona comprensione del campo per poterlo eseguire. Non tutte le ragazze sono così impavide come Bublik. Ho guardato la partita di ieri e a volte sembrava proprio che fosse la sua giornata. Non sono sicura che faccia così tante smorzate ogni singola partita, e se giocasse come ha fatto contro Draper ogni volta che è in campo, penso che sarebbe tra i primi 10. Ci ha dato dentro alla grande. È stata una partita pazzesca, onestamente. Volevo vedere il quinto set, a dire il vero. Nel primo set ho sostenuto Draper perché Bublik stava facendo cose pazzesche su quel campo. Sembrava che qualsiasi cosa decidesse di fare, andasse a segno. Si buttava a capofitto sul servizio, sulle risposte…non ha senso“
“Quindi è un colpo piuttosto rischioso. Se senti che è il giorno in cui le cose andranno bene per te, devi assolutamente provarci perché è un buon colpo, specialmente sui campi in terra battuta dove hai un tempo extra e quando in generale sei un giocatore potente, per variare e confondere l’altro giocatore. Quindi, dovremmo sicuramente usarlo più spesso, ma è un colpo rischioso e non tutte hanno le mani così buone come quelle che ha mostrato Bublik ieri. Ma credo che al giorno d’oggi le ragazze cerchino di mischiare le carte, di variare il ritmo più spesso rispetto al passato. Quindi stiamo migliorando in questa parte del gioco (ride)“
D: “C’è stato un senso di delusione per il fatto che il pubblico non fosse presente negli spalti vicini al campo? Sei una pluricampionessa, la testa di serie n. 1 che gioca contro la campionessa olimpica. È una partita importante. Eppure culturalmente, per qualche motivo, la gente pranza. Pensi che qualcosa debba cambiare? Qual è tua opinione sul fatto che c’erano molti posti vuoti nelle gradinate inferiori? Nei livelli superiori c’era folla“
Sabalenka: “Non ho guardato il pubblico, ma mi è sembrato che ci fosse molta gente. E, sì, sono d’accordo, è stato un grande match e probabilmente avrebbe avuto più senso metterci un po’ più tardi, in modo che più persone potessero vederlo. Ma allo stesso tempo sono felice di finire prima, così ho una mezza giornata libera e posso godermi la città e fare tutte le cose che devo fare. Ma penso che sarebbe stato più sensato mettere il nostro incontro un po’ più tardi“
D: “Escludendo la tua persona, ti piacerebbe che il torneo femminile avesse lo stesso trattamento di quello maschile in termini di programmazione, per il fatto che le donne non hanno giocato una sola partita in notturna qui?“
Sabalenka: “Sono assolutamente d’accordo, ci meritiamo un trattamento paritario, come hai detto tu. Ci sono state molte grandi battaglie, molti grandi incontri, che sarebbe bello vedere in sessione notturna, con più persone sugli spalti a guardarle. E solo per mostrarci a più persone. Quindi sono decisamente d’accordo sul fatto che meritiamo di essere messe in un palcoscenico più grande, con un orario migliore, con più persone che ci guardano“
D: “La prossima avversaria potrebbe essere Iga. Parlaci un po’ del tuo rapporto con lei, di come si è evoluto. Ovviamente c’è una grande rivalità. Di recente ti sei confrontata un po’ con lei. C’è una sorta di intesa tra voi due su cosa significhi essere al vertice?“
Sabalenka: “Prima non c’era comunicazione, non c’erano allenamenti con lei, ma ora stiamo migliorando. Andiamo più d’accordo, ci alleniamo più spesso e ci conosciamo abbastanza bene. Abbiamo avuto molte grandi battaglie in passato. Se si tratta di Iga, sono molto eccitata, si tratta di incontri di alto livello. Sì, sono entusiasta di scendere in campo, di lottare e di fare tutto il necessario per vincere“
D: “Stavi parlando di te e Iga, del fatto che negli ultimi anni avete iniziato ad andare più d’accordo e ad allenarvi un po’ di più insieme. C’è stato un momento, una conversazione o un momento, in cui la situazione è cambiata e avete iniziato ad avvicinarvi?“
Sabalenka: “Credo che tutto sia iniziato quando sono andata da lei e le ho chiesto di fare un TikTok alle Finals di Riyadh. Da quel momento ci siamo dette: “Ok, forse possiamo comunicare, possiamo essere buone l’una con l’altra, possiamo allenarci insieme qualche volta” (sorride). Quindi credo che quello sia stato il primo passo verso un rapporto migliore. Il TikTok a Riyadh era solo un piccolo ballo insieme. Penso che da allora siamo migliorate l’una con l’altra“
D: “Al momento sembri molto a tuo agio e soddisfatta di te stessa dal punto di vista mentale e anche nel tuo gioco; questa settimana ti sei definita più volte una giocatrice completa. Nella tua mente, cosa è venuto prima? Il fatto di sentirti a tuo agio con te stessa ti ha permesso di lavorare sul tuo gioco, oppure il fatto di sentirti a tuo agio con il tuo gioco ti ha permesso di sentirti a tuo agio con te stessa?“
Sabalenka: “È una bella domanda. Credo che tutto abbia iniziato a funzionare quando ho capito molto meglio me stessa, quando ho iniziato a controllare le mie emozioni. Penso che da quel momento sono stata in grado di aprirmi a più cose. Quindi credo che tutto sia partito da quella parte mentale del gioco. Perdevo molte partite solo a causa delle mie emozioni, e un anno mi sono detta: “Ok, sai cosa? Qualunque cosa sia successa in campo, non lascerò andare le mie emozioni. Non ho intenzione di impazzire in campo. Mi limiterò a giocare punto per punto. Non importa se sto perdendo la partita o altro. Mi limiterò a fare un passo alla volta”. Quell’anno ho vinto Adelaide e poi l’Australian Open e ho pensato che avrei dovuto farlo prima. E poi tutti mi dicevano. A un certo punto, quando ho perso un sacco di incontri equilibrati ho pensato che fosse il momento il momento di provare qualcos’altro. E sono davvero contenta di averlo fatto“
