Carlos Alcaraz festeggia 16 vittorie consecutive. Il numero 2 al mondo, già reduce dalla storica rimonta in finale al Roland Garros, è uscito vincitore dal match contro Arthur Rinderknech valido per l’accesso alla semifinale del Queen’s. Un successo rimediato con lo score 7-5, 6-4 e che allunga la striscia di vittorie stagionali – l’ultimo ko rimanda alla finale di Barcellona persa contro Holger Rune – rilanciando inoltre le aspettative sul cammino dello spagnolo a Wimbledon, dove difenderà il titolo conquistato in 3 set contro Novak Djokovic. Prima però, a contendergli la qualificazione all’ultimo atto del 500 londinese in programma domenica 22 giugno, sarà Roberto Bautista Agut. Dall’altro lato del tabellone, si sfidano invece Jack Draper e Jiri Lehecka.
Alcaraz: “Sto andando alla grande”
Queste le parole dello spagnolo al termine del match contro il francese: “Mi sento davvero bene. Le ultime tre partite le ho giocate su superfici diverse, quindi ho solo cercato di adattare il mio tennis nel miglior modo possibile. Sta andando alla grande. Ovviamente, più vittorie ottengo, più fiducia guadagno – ha dichiarato in conferenza stampa – . Ci sono ancora molte cose da migliorare, specialmente sull’erba, ma adesso sono felice di come sta andando. Ho grande fiducia e spero di continuare così. La mia reazione? Non sono sorpreso, sono già stato in questa situazione prima, giocando tre ore e mezza e poi scendendo in campo il giorno dopo. Ho fatto di tutto per essere pronto. Ho un grande team che mi aiuta tanto. Sapevo che sarebbe stata dura, per via dello stile di Arthur: servizio potente, colpi forti. Sapevo che non sarebbe stata una partita lunga o con molti scambi. Sono contento di come mi sono sentito”.
“A volte ci metto giorni a riprendermi da un ko”
“Il rovescio in slice? È un colpo che mi piace usare. Sulle altre superfici ho più tempo per colpire il rovescio a due mani. Ma sull’erba è un’arma importante perché la palla rimbalza poco, è scivolosa. Cerco di usarlo sia in attacco che in difesa. A volte lo slice o il dropshot sono fondamentali sull’erba. Poi un siparietto sul duetto Sinner-Bocelli: “Non ho ascoltato la canzone completa, ma ho visto che ha pubblicato qualcosa. Se sarei disposto a fare lo stesso? E con quale cantante? Non sono ancora pronto. Magari tra qualche anno. Al momento canto solo sotto la doccia”.
Alcaraz ha poi risposto sulle parole del n. 1 al mondo sul ko di Parigi, che ha giudicato una sconfitta difficile da superare. “Quanto ci metto io a riprendermi? Dipende dalla partita. Ci sono match lunghi e duri che ho perso, ma sono uscito dal campo a testa alta e non ho avuto bisogno di molto tempo per riprendermi. Altre sconfitte invece sono state difficili da gestire. A volte ci vogliono tre o quattro giorni per recuperare mentalmente e fisicamente”.
“Se conosco Bocelli? Domanda difficile. Onestamente, non molto, scusate. Io canto quando sono da solo, in doccia o in camera. Dipende dall’umore. Ascolto reggaeton, pop, pop spagnolo, pop inglese. Dipende dal periodo o da come mi sento. Canto le canzoni che amo, di qualsiasi genere. Se mi sento padrone dell’erba? È una superficie su cui si gioca poco, solo in due tornei all’anno. Non si accumula tanta esperienza come su terra o cemento. Ho già vinto tante partite in soli tre anni sull’erba, ma sento che sto ancora imparando: come muovermi, come affrontare certe situazioni. È una superficie complicata, non lo nego, ma ogni partita è un’occasione per imparare”.