Da Montreal, il nostro inviato
La torta e lo champagne per la festa di commiato dovranno rimanere in frigo ancora per un paio di giorni. All’ultimo torneo della sua carriera e dopo quasi due anni senza vittorie in un torneo WTA 1000, Eugenie Bouchard si è tolta lo sfizio di superare il primo turno del suo torneo d’addio sconfiggendo la colombiana Emilia Arango (n. 81 WTA) con il punteggio di 6-4 2-6 6-2 davanti a una folla osannante.
Nonostante fosse solamente al sesto match nelle ultime due stagioni, la canadese ha fatto vedere un buon tennis e soprattutto un’ottima condizione fisica, lottando per oltre due ore contro un’avversaria che nel terzo set si è un po’ fatta sopraffare dall’occasione e dalla stanchezza, lasciando scappare piuttosto rapidamente Bouchard sul 5-1 e permettendo alla “torcida” sugli spalti di prendere il comando.
“Ho anche visto il pubblico provare a fare la ola più volte. Adoro momenti come quello – ha detto Bouchard dopo il match – c’è stato un momento nel terzo set, quando ho fatto il break per andare 5-1, in cui il pubblico era così rumoroso che non ho sentito il mio corpo per 30 secondi, come un’esperienza fuori dal corpo, è stato davvero incredibile, e ho perso il game dopo. Quindi in quel momento non mi ha aiutato, e al cambio campo mi sono detta, “ok, devo riprendere la concentrazione.” È uno di quei momenti in cui il pubblico è quasi troppo, bisogna gestire bene queste situazioni, non pensare troppo al pubblico o al fatto che il momento sia più grande di quello che è, perché può succedere di tutto anche quando sei avanti 5-1. Le avversarie sono così forti che una partita può cambiare in qualsiasi momento. Dovevo restare molto concentrata.”
Dopo un secondo set in cui sembrava che Bouchard avesse un po’ perso il filo tattico del match a causa delle troppe discese a rete, la fine sembrava vicina: “Il secondo set è stato difficile – ha spiegato la canadese – abbiamo giocato dei punti lunghi, era difficile chiuderli contro di lei perché difendeva molto bene e mi dava sempre una palla in più da chiudere, e a volte ho avuto difficoltà a rete. All’inizio del terzo mi sono detta di non andare troppo a rete, perché a un certo punto lei vinceva più punti di me lì. Devo dire che il pickleball ha influito sulle mie volée. Non mi sento tanto a mio agio a rete adesso, perché è molto diverso dal pickleball. Devo lavorarci domani in allenamento. Ma penso che sia stato importante tenere il servizio nel primo game del terzo set e restare pari con lei [nel punteggio], mostrando che ero tornata in partita.”
Ci sarà dunque almeno un altro paragrafo in questo capitolo finale della carriera di Genie Bouchard, mercoledì sera contro Belinda Bencic. La programmazione della partita è stata annunciata pochi minuti dopo la fine del match con tanto di grafica sui tabelloni elettronici: certamente Genie alla fine del torneo avrà aiutato gli organizzatori a vendere qualche biglietto in più, dato che il formato diluito ha aumentato di quasi il 50% il numero delle sessioni e questa settimana a Montreal è uno dei periodi di vacanza più importanti dell’anno, con tanti residenti che hanno deciso di lasciare la città.
I prezzi dei tagliandi per la sessione serale di mercoledì sono quasi raddoppiati sul mercato secondario per assistere al replay di un match andato in scena addirittura dieci anni fa a Toronto nel corso del torneo poi vinto da Belinda Bencic. “Le piace prendere la palla presto, cambiare direzione. Ho già fatto alcune battaglie contro di lei, quindi non vedo l’ora”, ha spiegato Bouchard.
I precedenti parlano di tre vittorie su tre incontri per la svizzera, ma due di questi risalgono a più di dieci anni fa, e il match di mercoledì sarà molto particolare da tutti i punti di vista. “Ho detto alla mia famiglia che se dovessi vincere il torneo avrei cambiato idea sul ritiro” – l’ha buttata lì Genie nel discorso post-match. La strada è ancora lunga, ma chissà…