Il presidente della FITP Angelo Binaghi è tornato a rilasciare dichiarazioni, dopo le turbolenze che vedono il tennis al centro del Decreto Sport, in approvazione in Parlamento. Il silenzio degli ultimi giorni è dovuto a una partita dallâesito ancora incerto, che vede protagonisti la Federazione da una parte e il Governo dallâaltra.
Il contesto è di quelli che garantiscono calma e tranquillitĂ , di tuttâaltra natura rispetto alle aule parlamentari e le segrete stanze della politica. Il massimo vertice federale ha preso parte allâevento âSport, Crescita e Sviluppoâ a Cagliari, sua cittĂ natale, nellâambito della prima edizione del Trofeo Gigi Riva.
Ai microfoni di Sky Sport, Binaghi ha affrontato molti temi, esibendo una certa serenitĂ .
Lâesordio, e non potrebbe essere altrimenti, è dedicato alla memoria di Rombo di Tuono, che fa parte del Pantheon delle eccellenze dello sport italiano. âNon sono potuto essere presente ai funerali di Gigi Riva, perchĂŠ ero in Australia con Sinner. Mi piace pensare che la vittoria di un campione cosĂŹ simile come Jannik a un eroe come Riva possa essere stato un ultimo saluto, un ultimo encomio al grande uomo e campione. Per noi sardi Gigi Riva è stato un eroe, ha guidato una generazione di giovani cagliaritani. Ha cambiato la percezione di noi sardiâ.
Poi si è lanciato in un paragone diacronico: âRiva è stato un campione positivo. Ă stato quello che Jannik Sinner e Jasmine Paolini sono oggi. Non solo per il tennis, ma per intere generazioniâ.
Gigi Riva un simbolo come Jannik Sinner
Gigi Riva non ha certo bisogno di presentazioni. Storica bandiera del Cagliari, un sardo doc senza essere nato in Sardegna. Unâeccellenza che ha dato lustro allo sport italiano, e no, non si parla di Scudetti, sebbene il titolo della stagione 1969-70 per i RossoblĂš sia leggendario. Rombo di Tuono si è distinto anche fuori dal rettangolo di gioco.
âCredo ci siano grandi analogie tra Sinner e Rivaâ spiega Binaghi. âStiamo parlando di due campioni dalle umili origini, che vengono da zone molto decentrate del nostro Paese e che hanno avuto la fortuna di crescere in famiglie molto sane, con grandi principi. E di questi principi ne hanno fatto grande lezione. Se si chiede a Sinner cosa deve fare dopo una grande vittoria, lui risponde che la sua dottrina è il lavoro quotidiano. E questo non è sempre stato il mantra dei campioni dello sport italiano. Loro sono stati diversi da tutti gli altri e questo è un valore aggiunto che moltiplica gli effetti positivi sulla societĂ . Sono le parole, i comportamenti e i principi che Sinner, Paolini e Musetti continuano a trasmettere per cercare di avere da una parte un Paese migliore, ma soprattutto un valore reputazionale allâestero che faccia crescere lâimmagine dellâItalia nel resto del mondoâ.
Due parole su Berrettini
Ă arrivato, in seguito, il momento di voltare pagina e dedicare qualche parola a un altro grande protagonista del tennis azzurro: Matteo Berrettini.
âHo mandato un messaggio a Matteo giusto ieri. Gli ho scritto che mi stava facendo tornare il buonumore. Ă stato per lui un periodo abbastanza complesso. E vedere che si stava allenando con JannikâŚâ.
Il tennista romano sta purtroppo attraversando lâennesimo momento critico della sua carriera. Dopo i forfait per Toronto e Cincinnati, una foto ha riportato un poâ di sereno in un cielo che si era rabbuiato. Matteo si è allenato a Montecarlo insieme a Sinner. E, tra sudate e risate, Berrettini cercherĂ di volare a New York per gli US Open.
Sul possibile rientro in campo per lâultimo Slam dellâanno, Binaghi non si è sbilanciato: âGli ho detto che il tennis italiano ha bisogno di lui, che lo sport ha bisogno di Matteo Berrettini. Credo abbia avuto qualche problema, però è importante recuperare Matteo per la squadra di Coppa Davis, ma anche per il nostro movimento, per i grandi risultati che ha fatto in campo, lui che è un giocatore di grande esperienza e grande personalitĂ . Insieme a Jannik deve essere la guida di questa generazione di giovani straordinari che tutto il mondo ci invidiaâ.
Rapporto FITP-Governo
In chiusura, non poteva mancare una battuta su quel Decreto Sport, di cui si fa un grande parlare. Prove di disgelo tra la FITP e il Governo pare abbiano avuto luogo nelle scorse ore, con un incontro tra gli esponenti federali, il ministro dello Sport Abodi e Sport e Salute, la societĂ partecipata al 100% dal Ministero dellâEconomia che, con lâattuazione del decreto, diverrebbe una sorta di co-organizzatore delle ATP Finals. Il presidente, tuttavia, risponde in maniera tiepida.
âCon il ministro Abodi ci sentiamo quasi quotidianamente. Come ha detto lui siamo legati anche da comuni amicizie sportive. Comuni ideali e pratiche sportive. Non dovevamo parlare di calcio oggi?â ha accennato con una battuta, che ha fatto eco al clima disteso che ha caratterizzato anche il dibattito precedente presso lâUniversitĂ di Cagliari. âRiva riesce dove ha fallito Sinnerâ aveva scherzato Binaghi, riferendosi allâassenza delle istituzioni a Wimbledon.
âCredo che un dirigente sportivo in Italia, come ha ricordato il ministro, debba cercare di fare il proprio meglio nel quadro che deve affrontare. Lâinsieme delle regole e delle risorse di cui dispone è demandato alla politica. Possiamo discutere quanto vogliamo, credo sia giusto che diamo il nostro parere. Però alla fine dei conti rispondiamo ai nostri giocatori e alle nostre societĂ sportive per i risultati e la politica risponde al proprio elettoratoâ.
Insomma, dietro ai sorrisi e alle battute, fa capolino una tensione latente.