Matteo Arnaldi giunge alla vigilia dell’ultimo major della stagione con un percorso non troppo brillante sul cemento nordamericano: quattro sconfitte che hanno come protagonisti Fritz e Zverev (Washington e Toronto) e Bonzi e Van de Zandschulp per gli appuntamenti di Cincinnati e Winston-Salem; un’ultima parte di stagione quindi non propriamente brillante per lui, che è uscito dalla top 60 e che a New York esordirà con il numero 19 del seeding Francisco Cerundolo. Le domande partono appunto dal momento di forma non ottimale.
D: Matteo come stai?
Arnaldi: “non riesco a trovare continuità per via degli infortuni che mi sono occorsi; a Wimbledon ho sofferto per la caviglia, poi la spalla e ora il piede. Non riesco a pensare solo al tennis… ho spesso di questi problemi, so che una volta che saranno passati tornerò a fare risultati migliori ma per ora devo ridurre i tempi di allenamento; arrivo a un’ora o un’ora e mezzo e poi se ho dolore riduco l’intensità. Il problema riguarda soprattutto la partita perché influenza alcune azioni per me importanti come lo scivolamento e il servizio”.
D: hai pensato di fermarti?
Arnaldi: “no, i risultati non sono i migliori ma stanno arrivando; a Washington e Toronto ha giocato bene, il problema sono le partite lunghe; sono contento di non essere impegnato domenica per il primo turno a New York. Siamo impegnati a ritardare il dolore il più possibile, fattore importante quando gli incontri si allungano, proprio come accade qua”.
D: cosa pensi dell’aggiunta della domenica al programma, che si sviluppa su quindici giorni?
Arnaldi: “può andare bene per quanto riguarda gli Slam, non tanto per i Master 1000; non mi piacerebbe giocare domenica e poi mercoledì, passa troppo tempo tra le due partite. In molti sono d’accordo con me”.
D: Il sorteggio non è stato benigno (Cerundolo, come indicato prima) dal momento che non sei fisicamente al massimo.
Arnaldi: “nemmeno lui è al culmine della forma, vedremo chi resisterà”.
D: queste condizioni di forma cambiano il modo con cui affronti una partita al meglio dei cinque set?
Arnaldi: “sicuramente dovrò affrontare il dolore perché i match di solito raggiungono le tre ore in uno Slam; dovrò sopportare e sistemami di conseguenza. È difficile non farsi influenzare ma negli ultimi giorni le cose vanno meglio”.