Passa attraverso Instagram l’annuncio di Irina Camelia Begu: “Ciao a tutti” – esordisce la tennista rumena – “ho meditato per un po’ e ora mi sento pronta per condividere questo annuncio: quest’anno mi sono trovata ad affrontare alcuni momenti difficili per quanto riguarda la salute e l’energia e ho deciso di dare ascolto ai segnali che il mio corpo mi invia.
Per questa ragione, dopo il torneo di Iasi (luglio scorso, vinto in finale con Teichmann) mi sono presa una pausa, senza fissare una data di rientro; non intende comunque essere un addio, quanto una pausa per concentrarmi sulla mia salute e sul mio benessere. Grazie” – continua Irina – “a Victor (Crivoi, il coach) e Lucian (Niculescu, il preparatore atletico) per il lavoro insieme, per i ricordi che ci accomunano e per la comprensione. Vi auguro grandi soddisfazioni per le vostre future collaborazioni! A tutti voi grazie per il supporto e l’affetto che mi avete accordato durante questo viaggio, per me significa molto più di quello che possono esprimere le mie parole!”.
Si interrompe qui il cammino di Irina Begu, tennista rumena capace di raggiungere il ventiduesimo posto nel ranking poco più di nove anni or sono e di vincere sei tornei WTA, tra cui Palermo nel 2022, in finale ai danni di Lucia Bronzetti. La scelta di Begu, che non ha fretta di dare una data almeno indicativa di rientro, somiglia molto a un ritiro, perlomeno dal tennis di alto livello, dal momento che quest’anno ha festeggiato i 35 anni; per il resto le priorità da lei indicate sono tutt’altro che una novità per la stagione in corso.
Il nome più importante in questo senso è quello di Daria Kasatkina; la giocatrice di Togliatti, presenza ricorrente nella top 10 dal 2022 e vincitrice di otto tornei, durante la prima settimana di ottobre dichiara di volersi fermare perché “ho bisogno di una pausa. Una pausa dalla monotonia quotidiana della vita nel circuito, dalle valigie, dai risultati, dalla pressione, dalle solite facce (scusate ragazze) … da tutto ciò che questa vita comporta”.Per lei la fatica fisica e mentale del circuito torneo-hotel-valigie si aggiunge allo stress del cambio di nazionalità per abbracciare quella australiana e alla lontananza dalla famiglia rimasta in Russia, ma Daria nelle sue dichiarazioni aggiunge: “mi unisco al club di chi si ritira dal 2025”.
Ad aprile è stato il turno di Sara Sorribes Tormo di fuggire dal circuito e anche lei raccontò di non essere più felice e di volersi allontanare, ancora non sapendo se per sempre o per un periodo definito; a luglio è Ons Jabeur e anche la finalista Slam di Wimbledon e Flushing Meadows inserisce come motivazione dei saluti inattesi la mancanza di felicità in quello che sta facendo. Tra i maschi i nomi illustri di Alexander Zverev e Casper Ruud si inseriscono tra le “vittime” della necessità di scappare per recuperare serenità, e i commenti dei colleghi (Keys, Sabalenka) a loro sostegno sono significativi.
Nella seconda parte del 2024 a parlare fu Caroline Garcia; il 2025 segna sia il bellissimo rientro in attività e tra le migliori tenniste del mondo di Amanda Anisimova, che interruppe la sua carriera per recuperare la propria salute mentale, sia l’aumento dei casi di fuga dallo sport della racchetta.
Le motivazioni sono molteplici e riguardano le pressioni dell’ambiente, la solitudine e altre cause connaturate alle peculiarità del nostro sport: lo scorso gennaio durante il podcast Mind Set Win Andrea Petkovic, ex giocatrice tedesca numero 9 del mondo nel 2011 e direttrice del torneo di Berlino, aggiunse alcune riflessioni sull’argomento piuttosto interessanti: “sul campo sei da solo e non puoi nasconderti dietro nessuno e anche il tuo team, anche quando è composto di gente che potrebbe esserti amica, altro non è che un gruppo di persone pagata per stare con te. Anche se giochi male ti convinci che va tutto bene per affrontare un nuovo impegno. Il tennis ti spinge a mentire a te stesso”.
Le intelligenti osservazioni della ex giocatrice tedesca provano a fare luce su un altro aspetto del training mentale quotidiano che il giocatore affronta per rinnovare le proprie energie in prospettiva di un nuovo impegno, per mostrarci quanto possa essere esile il confine tra i sorrisi e le dichiarazioni di circostanza e la reale condizione interiore dell’atleta; se nel 2021 le parole di Naomi Osaka generarono uno shock nell’ambiente, oggi il post di Irina Begu appare come una conseguenza normale, come un effetto collaterale tutto sommato prevedibile. accettabile. Le voci dei campioni che si alzano in difesa della categoria sono invece un segnale che i vertici dello sport della racchetta devono ascoltare per dare risposte adeguate, nuove e concrete.