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ATP

I campi da tennis sono davvero più lenti rispetto al passato per favorire Sinner e Alcaraz?

A Shanghai alcuni giocatori si sono lamentati della lentezza dei campi. Qual è la verità? Ecco i dati degli ultimi 10 anni

Last updated: 11/10/2025 20:29
By Beatrice Becattini Published 12/10/2025
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7 Min Read
Stadio Shanghai (@ATP Tour)


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

La finale a sorpresa tra Arthur Rinderknech e Valentin Vacherot a Shanghai è una favola tennistica senza precedenti. Mai due cugini si erano affrontati nell’ultimo atto di un torneo. Verrebbe quasi da pensare che quei campi siano in qualche maniera speciali.

Sezioni
Shanghai: campi lenti, ma quanto?La velocità dei campi nel tempo: un’analisi diacronica

Molti giocatori si sono prodigati nello spiegare come il cemento su cui competono nel Master 1000 cinese si sia rivelato particolarmente lento.

“Conosco la direzione che stanno prendendo i direttori dei tornei, perché ovviamente vogliono che Sinner e Alcaraz facciano bene in ogni torneo” si è espresso senza mezze misure Alexander Zverev circa una presunta omologazione delle superfici di gioco. La risposta di Jannik non ha tardato ad arrivare: “I campi non li facciamo io e Alcaraz”.
Al disappunto si è unito poi Alex De Minaur: “Onestamente, penso che queste siano le condizioni più lente che abbia mai incontrato nel tour”.
Non è una polemica nuova. Anche Roger Federer in un’intervista per Eurosport Spagna aveva sottolineato come le condizioni di gioco propendano sempre più verso una progressiva lentezza.

Insomma, al di là della finale familiare, il torneo di Shanghai ha sollevato più di una questione meritevole di approfondimento.  A cominciare dalla velocità dei rettangoli di gioco.

Shanghai: campi lenti, ma quanto?

Come riportato in un articolo da L’Equipe, da cui sono tratti tutti i dati riportati, il “Court Pace Index” (CPI), ovvero l’indice di velocità del campo, di Shanghai si rivela nettamente in calo rispetto al 2024, passando dal valore di 40.8 a 32.8 dell’edizione in corso. La differenza ammonta dunque a 8 punti e non pare certo essere trascurabile.

Per comprendere esattamente ciò di cui si parla, è fondamentale innanzi tutto capire cosa sia il CPI. L’indice di velocità del campo è un coefficiente che – omen nomen – misura la rapidità di una superficie incrociando due variabili: l’attrito e la restituzione verticale. La rilevazione avviene direttamente tramite i dispositivi del sistema di Hawkeye e restituisce la velocità quanto più effettiva possibile dei campi. Il calcolo di tale indicatore è influenzato da numerosi fattori esterni, come la temperatura, l’umidità che tanto ha tormentato i giocatori a Shanghai con tassi prossimi all’80%, l’altitudine e il vento.

Ecco. Da queste specifiche, seppur superficiali – per un quadro completo si rimanda a questo pezzo con una spiegazione analitica – si evince come il CPI possa variare nel corso della stessa giornata o addirittura di una medesima partita, al cambio di una delle variabili esterne. Per questo, da affiancare a questo indice interviene il CPR, il “Court Pace Rating”, ovvero la classificazione di velocità del campo, ottenuta tramite un’analisi standardizzata che esclude le condizioni ambientali e quindi stabile durante il torneo.

Un esempio plastico della relatività del CPI è un campo in erba. I prati di Wimbledon il lunedì che inaugura il torneo non hanno le stesse sembianze del giorno della finale. Ciò si traduce, tennisticamente parlando, in una superficie dalle caratteristiche sensibilmente differenti.

La riflessione che spesso sfugge, perché innanzi tutto è all’occhio che sfugge, è che lo stesso avviene sui campi in cemento. Con l’avanzare del torneo la superficie di gioco si velocizza, perché, con la levigazione della vernice, si riduce l’attrito, che abbiamo detto essere una delle due variabili fondamentali per il calcolo del CPI. È per questo che solitamente i campi d’allenamento adiacenti ai principali si rivelano più rapidi rispetto a quelli calcati per le partite, soprattutto i centrali.

Un’altra specifica necessaria, che citeremo senza un’adeguata profondità, è la questione annosa legata alle palline, che ricoprono un ruolo di spicco nella definizione della rapidità di una superficie, su cui i giocatori hanno speso parole su parole, spesso polemiche, senza riuscire a venirne a capo.

La velocità dei campi nel tempo: un’analisi diacronica

Ripartiamo dal CPI dei campi di Shanghai del 32.8 della stagione 2025. In attesa di scoprire che valore indicherà l’indice per Parigi-Bercy, lo scorso anno il più rapido tra i Master 1000 con 45.5 – che tra l’altro trasloca alla Defense Arena di Nanterre – possiamo già sottolineare come il torneo cinese non abbia i campi più lenti in questa categoria. Il primato annuale spetta a Indian Wells, con 30.9.
C’è di più. Se Zverev ha portato aventi la teoria secondo la quale gli organizzatori propenderebbero per un’omologazione delle superfici per favorire Sinner e Alcaraz, i dati suggeriscono altro. Indian Wells e Shanghai sono gli unici due 1000 sul cemento ad aver rallentato la superficie rispetto al 2024. Gli altri hanno tutti visto un incremento, tra cui spicca quello di quasi 7 punti – 37.8 contro 44.6 – del Canada, facilmente spiegabile con l’avvicendarsi di due città ospitanti come Toronto e Montreal.

Abbandonando il focus a stretto giro e optando per un semplice confronto tra i valori delle ultime 10 edizioni, possiamo facilmente notare come nessun Master 1000 sia più lento nel 2025 rispetto al 2016, eccezione fatta per Shanghai, passato da un CPI di 44.1 a 32.8. Tutti gli altri tornei godono di superfici addirittura più rapide. Se Indian Wells a un decennio di distanza ha subito un aumento dello 0.9, Miami, Canada e Cincinnati hanno visto schizzare il proprio indice rispettivamente di 7.06, 9.4 e 7.9.

Analizzando le curve delle velocità dell’Indice di velocità del campo si rilevano andamenti variabili. A momenti di incremento di rapidità sono seguite stagioni in cui le superfici sono risultate più lente rispetto all’edizione precedente.

Insomma, per i dati analitici sembrerebbero confutare l’esistenza di un piano per favorire qualcuno.

Di seguito sono indicati i CPI per anno dei Master 1000 sul cemento. I dati sono riportati da L’Equipe.

2016201720182019202320242025
Indian Wells3027.427.932.135.436.930.9
Miami33.133.830.436.540.635.540.7
Canada35.236.328.842.841.237.844.6
Cincinnati35.133.631.637.433.242.543
Shanghai44.142.94040.940.140.832.8
Parigi-Bercy39.137.534.640.640.445.5

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