[1] J. Sinner b. [8] A. Bublik 6-4 6-4
Vienna si conferma dolce per Sinner. Vittoria nel 2023, ora torna in semifinale a due anni di distanza. Lo fa con una prestazione solidissima contro l’istrionico, e per larghi tratti oggi costante, Alexander Bublik. Un 6-4 periodico che avrebbe potuto essere più rotondo, ma racconta di una partita comandata da Jannik, mai realmente in dubbio, con soli 5 punti persi al servizio in 10 game. E così 42esima semifinale ATP per l’azzurro, che sfiderà Alex de Minaur per la dodicesima volta. I precedenti sono 11-0. E quanto visto finora in Austria lascia ben sperare.
Primo set: Sinner solido serve bene, Bublik va sotto
La partita inizia con un Sinner subito molto propositivo, l’altoatesino ha infatti due palle break già nel primo game, ma il kazako le annulla con grande coraggio, specie la prima. Si capisce fin dalle prime battute che il colpo chiave del match sarà il servizio, con un Bublik che serve benissimo e continua a mettere prime in campo.
Il set prosegue spedito senza grandi sussulti fino al settimo game, quando, come spesso accade in partite similli, Jannik alza sensibilmente il livello e fulmina ‘Sasha’ con due grandi accelerazioni che lasciano di sasso il kazako e strappa il servizio all’avversario. Conferma poi il break ottenuto chiudendo a zero il game di servizio e avviando la partita sui giusti binari.
Il set infatti prosegue secondo il copione, giungendo velocemente al decimo game dove, senza particolari patemi si porta a casa il primo parziale.
Secondo set: Sinner perfetto, Bublik paga una distrazione
Nel secondo set il kazako continua a servire a ritmi altissimi, tanto la prima quanto la seconda. A lungo andare, come prevedibile, cala però il rendimento da fondo. Specie se paragonato allo scambio con Sinner. Jannik è solidissimo, appena può accelera e si procura la prima palla break nel quinto game. Si rivelerà essere, anche grazie a una mano di Bublik, quella decisiva. Da lì in poi servizi rispettati, qualche bello scambio, ma mai la sensazione che il copione potesse variare. Sasha si difende come può, merita l’onore delle armi per evitare il doppio break, ma alla fine non può che capitolare sotto la solidità del n.2 del mondo.
