Matteo Berrettini si sta preparando per la Coppa Davis, l’ultimo appuntamento stagionale, lontano dai clamori. L’unica concessione che si è accordato è un’incursione a Torino, dove i suoi colleghi si stanno sfidando alle ATP Finals. Lui che la qualificazione per il torneo dei “maestri” l’ha centrata due volte, nel 2019 e nel 2021.
“Ci pensavo l’altro giorno: qui ho vissuto forse la delusione più grande della mia vita” ammette, riferendosi all’infortunio di quattro anni fa contro Alexander Zverev, come riporta la Gazzetta dello Sport.
Al Circolo della Stampa di Torino, teatro dall’allenamento anche per i protagonisti delle Finals, Berrettini sta scaldando i motori in vista della Davis insieme a Lorenzo Sonego, convocato in pectore al posto di Lorenzo Musetti, in odore di defezione.
Durante una conferenza stampa, Matteo analizza il suo 2025 e guarda al futuro con la fiducia prudente di chi spera di poter dare ancora qualcosa al tennis.
Berrettini: “Grazie a Sinner ho capito che non è il momento di lasciare”
Con l’assenza annunciata anzitempo da parte di Jannik Sinner e il forfait nell’aria di Lorenzo Musetti, a guidare l’Italia bicampione verso il terzo titolo consecutivo in Davis sarà proprio Berrettini. Per esperienza, attaccamento e personalità. L’azzurro guarda con ammirazione a Sinner, una stima che prescinde i campi da tennis: “Se penso a quello che ha fatto lui negli ultimi due anni, è impressionante” ammette. Poi precisa un qualcosa di importante, che purtroppo spesso viene perso di vista nel momento in cui si ha la fortuna di avere come connazionale uno dei migliori tennisti al mondo: ognuno ha la propria strada all’interno del mondo tennistico e rendere realtà gli obiettivi alla propria portata è il primo passo da compiere.
“Ognuno ha il proprio mondo, i propri ritmi, gli obiettivi. Io penso di avere ancora qualcosa da dare a questo sport, ci sono soddisfazioni che voglio togliermi”. Una sicurezza che in seguito lascia spazio a nuove consapevolezze: “Senza però rischiare il fisico e la testa, che ha sofferto abbastanza negli ultimi anni”.
Dopo l’infortunio patito agli Internazionali d’Italia nella testa di Matteo si sono insinuati tanti dubbi, fino ad interrogarsi se ne valesse ancora la pena. A riaccendere la luce nella testa di Berrettini, che per giorni si è ritrovato al buio, è stato un allenamento proprio con Sinner: “Allenarmi con lui a Montecarlo mi ha aiutato. Mi sono accorto che mi piaceva colpire la palla con la racchetta, il suono che usciva dalle corde. Mi piaceva proprio. Lì ho capito che per me non era ancora il momento di lasciare”.
Berrettini è pronto per Bologna: “La Davis mi fa bene, ce la giocheremo. Io capitano? Ora no, in futuro…”
Il fulcro della conversazione poi si sposta inevitabilmente sulla Coppa Davis, appuntamento alle porte. Con un’incertezza principale per il capitano Filippo Volandri: cosa deciderà Lorenzo Musetti?
In ogni caso, Berrettini è pronto.
“La Coppa Davis mi ha sempre fatto bene, e io penso di poter dare la grinta giusta al gruppo. Jannik non c’è, Musetti è in dubbio, ma la cosa bella è che anche senza le due prime punte del momento, non c’è ansia. Siamo tutti consapevoli di potercela fare. Tutti abbiamo voglia e siamo in un buon momento, Bolelli e Vavassori stanno giocando alla grande, Cobolli ha fatto la miglior stagione della carriera, Sonego se verrà, ha dimostrato di stare molto bene. Siamo in gruppo, siamo amici, andrà tutto bene” analizza l’azzurro.
Il morale pare alto. E la conferma arriva da una battuta che chiude la conferenza stampa. Alla domanda se Berrettini sarà il capitano del futuro, Mattero risponde: “Volandri sta facendo un lavoro egregio, per il momento va bene così. Poi magari quando mi ritirerò, a 65 anni…”. Non è ancora il momento di lasciare, lo ha detto lui stesso.
