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Coppa Davis

Coppa Davis: La Francia, la grande delusione della Final Eight

La squadra transalpina lascia Bologna da grande sconfitta. Quale futuro per Moutet e compagni?

Ultimo aggiornamento: 21/11/2025 22:24
Di Beatrice Becattini Pubblicato il 21/11/2025
6 min di lettura 💬 Vai ai commenti
Corentin Moutet - Finali Coppa Davis 2025 Bologna (Photo by Clive Brunskill/Getty Images for ITF)

Era una delle nazionali più attese in quel di Bologna. Una di quelle squadre che poteva giocare lo scherzetto alle avversarie più accreditate. Invece è proprio vero che a volte si entra papa e si esce cardinale. E così è stato per la Francia, eliminata ai quarti di finale di Coppa Davis dal Belgio. Corentin Moutet e Arthur Rinderknech non sono riusciti a dare continuità ai buoni risultati ottenuti in questa stagione, cedendo il passo rispettivamente a Raphael Collignon e Zizou Bergs. Tradotto in numeri: 2-0 per i belgi e Francia a casa.

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Gli infortuni di Fils e Humbert: storia di un avvicinamento difficileQuale futuro per Moutet e compagni?

“L’Equipe” ha provato ad analizzare le cause della debacle dei Bleus in un anno in cui, con i big rimasti a casa – Alexander Zverev è l’unico top 10 presente alla Final Eight e compagini ben attrezzate come Stati Uniti e Australia sono rimaste escluse dalle migliori otto – lo spazio per sognare in grande c’era.

Gli infortuni di Fils e Humbert: storia di un avvicinamento difficile

La Francia si onora di annoverare ben 14 giocatori tra i migliori 100 del mondo. Certo, il transalpino meglio piazzato è Rinderknech al numero 29, ma la rosa a disposizione del capitano Paul-Henri Mathieu è competitiva e ben assortita. Tuttavia, torneo dopo torneo ha iniziato a smontarsi nel suo nucleo centrale. Arthur Fils è ormai fermo ai box da molto tempo, fatto salvo per la parentesi del Master 1000 di Toronto in cui il 21enne ha azzardato un rientro avventato. Ugo Humbert stava disputando una stagione indoor da protagonista, con la finale di Stoccolma e la semifinale di Basilea. Proprio durante il penultimo atto dello Swiss Open contro Alejandro Davidovich Fokina, il francese ha dovuto alzare bandiera bianca per un infortunio, anche per lui alla schiena, che ha posto fine al suo 2025, costringendolo anche a rinunciare al Master 1000 di Parigi, dove difendeva la finale dello scorso anno.

E allora ecco che le alternative per Mathieu si sono riscoperte meno nutrite di quanto si attendesse – e sperasse. Rinderknech e Moutet hanno provato a caricarsi la squadra sulle spalle, ma la stagione lunga e dispendiosa ha presentato loro il conto tutto insieme. Già negli ultimi appuntamenti individuali i segnali lanciati in vista della Coppa Davis non erano certo incoraggianti. Entrambi sono riusciti a vincere un solo match tra Parigi e Metz, confermando che la stanchezza era un elemento da tenere ben di conto.

Chi sarebbe potuto scendere in campo al loro posto? Tra i convocati figurava il nome di Giovanni Mpetshi Perricard, oltre a Benjamin Bonzi e Pierre-Hugues Herbert. Il classe 2003, però, non è che se la passasse tanto meglio rispetto ai connazionali, con tre sconfitte consecutive tra Basilea, Parigi e Metz.

Grattacapi non da poco per il capitano, che da due anni siede sulla panchina francese. Mathieu gode della piena fiducia da parte della Federtennis transalpina, ma non è escluso che possa scegliere lui stesso di fare un passo indietro. Anche se la delusione è ancora troppo fresca per poter prendere una decisione con lucidità.

In lizza per la successione ci sarebbero Gilles Simon, Julien Benneteau e Nicolas Mahut. Da escludere quasi definitivamente la candidatura di Jo-Wilfried Tsonga, contattato nel 2023 prima del dietrofront della Federazione a causa di una presunta ostilità da parte di alcuni giocatori.

Quale futuro per Moutet e compagni?

Nello sport non esistono quasi mai colpevoli unici, ma capri espiatori a cui addossare le responsabilità condivise. Ciononostante, Moutet si porterà a lungo il marchio di quello scellerato tentativo di colpo sotto le gambe. Corentin si è prontamente scusato per un errore sicuramente marchiano, ma che, guardando allo storico della carriera del 26enne mancino, si rivela in linea con il personaggio. Nel bene e nel male. Una personalità estrosa che si riverbera nel suo tennis senza soluzione di continuità.
La relazione tra la nazionale e Corentin non è mai stata delle più semplici. Poi la redenzione del 2025 aveva cancellato tutto, le due vittorie che hanno qualificato la Francia alla Final Eight ai danni della Croazia avevano rimosso tutto.

La sensazione è che la compagine transalpina abbia bisogno di ritrovare se stessa, se il prossimo anno vorrà tornare da protagonista, con l’essenza che, nella storia, le è valsa dieci Insalatiere. La speranza del capitano, chiunque sarà, è di riavere al massimo Fils e Humbert. Nei giorni passati, Arthur ha rivelato di non avere fretta di tornare e che sarà il suo fisico a dettare i tempi.
Accanto a loro, oltre al sopracitato Mpetshi Perricard, sono attesi al salto di qualità Terence Atmane e Arthur Cazaux. Poi ci sarebbe anche la questione doppio, con Pierre-Hugues Herbert e Benjamin Bonzi non chiamati in causa a Bologna, ma garanzia in scadenza per la Francia, vista l’età del primo e gli acciacchi fisici del secondo.
Perché 14 giocatori in top 100 sono un vanto, devono tornare ad esserlo anche i risultati.


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TAGGED:Arthur Rinderknechcoppa davis 2025Corentin MoutetflashGiovanni Mpetshi PerricardPaul-Henri Mathieu
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