08/03/2013 13:35 CEST - Approfondimenti

Da quest'anno arriva il passaporto biologico

TENNIS - Mancava solo l'ufficialità. Il 2013 sarà l'anno del passaporto biologico nel tennis. Djokovic, Federer, Murray e Nadal hanno più volte dichiarato di volere un sistema antidoping più efficace. Hanno chiesto più controlli e più pubblicità sui risultati. Tutti i dati sui controlli del 2012. Sarà un deterrente efficace? Alessandro Mastroluca

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Il tennis introdurrà il passaporto biologico nel 2013
Il tennis introdurrà il passaporto biologico nel 2013

Quest'anno anche nel tennis ci sarà il passaporto biologico. La decisione è stata ufficializzata nella riunione annuale del Tennis Anti-Doping Programme Working Group, cui partecipano rappresentanti di ITF, ATP, WTA e dei tornei dello Slam.

L'ITF ha anche comunicato i dati riassuntivi sui test effettuati nel 2012: su un totale di 2185 campioni (1235 uomini e 950 donne), 1727 riguardano test sulle urine e 124 sul sangue durante le competizioni; solo 334 i test fuori dalle competizioni, di cui appena 63 controlli ematici.

Nel 2011 l'ITF aveva raccolto 1824 campioni di urine (1023 uomini, 801 donne) e 110 (58 uomini, 52 donne) di sangue durante le competizioni; 195 di urine e appena 21 di sangue fuori dai tornei.

Rispetto all'analisi sul singolo campione, alla ricerca di parametri innaturali o di prove dirette dell'assunzione di una specifica sostanza, il principio del passaporto è basato sul monitoraggio diacronico di parametri biologici la cui evoluzione può rivelare pratiche dopanti. È una tecnica indiretta, che non rileva la sostanza ma individua gli effetti anomali della sua assunzione nel breve, medio e lungo periodo.

Sul sito dell'Unione Ciclistica Internazionale, la prima ad aver introdotto il passaporto biologico, ora diventato realtà in 25 discipline sportive, si legge che la raccolta individuale di documenti è composta da: i risultati dei test sulle urine e sul sangue; un profilo ematologico, ottenuto dalla comparazione dei parametri ematologici nel tempo e un profilo ormonale steroideo, ottenuto attraverso il confronto dei parametri ricavati dai test sulle urine.

Grazie al profilo ematologico si possono più facilmente scoprire pratiche di emo-trasfusione o l'assunzione di EPO, mentre dai parametri ormonali si può dedurre l'assunzione di ormoni della crescita.

Naturalmente, l'introduzione del passaporto biologico richiederà un aumento dei controlli durante i tornei e fuori dalle competizioni. Una necessità che tutti i top player hanno pubblicamente segnalato: Djokovic si è detto perplesso, a gennaio, di non aver effettuato test ematici per sei o sette mesi, Federer e Nadal hanno invocato un aumento dei controlli e una maggiore pubblicità delle informazioni sui test e sugli esiti, Murray ha addirittura proposto un'auto-tassazione ai giocatori per garantire più risorse al programma anti-doping dell'ITF.

Dai dati dell'ITF, energe che Nadal è stato l'unico tra top-10 nella classifica di fine 2012 ad essere stato testato più di 7 volte fuori dalle competizioni, Ferrer e Berdych hanno risposto a 4-6 controlli, da 1 a 3 test per gli altri. Discorso diverso per i test durante i tornei: da 1-3 per Rafa, vista anche la sua lunga inattività, da 4 a 6 per Federer, oltre 7 per tutti gli altri. Tutte le top-10 del ranking femminile di fine 2012 sono state testate da una a 3 volte fuori dalle competizioni. Nei tornei, solo Radwanska, Kerber, Errani e Kvitova sono state sottoposte a oltre 7 controlli, Azarenka, Sharapova, Li e Stosur da 4 a 6, Serena Williams (che ha giocato comunque meno delle altre) da uno a tre.

Federer è stato anche uno dei maggiori sostenitori del passaporto biologico, perché permette di analizzare l'evoluzione dei parametri e dunque scoprire eventuali pratiche illecite anche a distanza di tempo: “Chi bara deve avere paura di essere scoperto” ha detto.

“I tornei dello Slam hanno avuto un ruolo attivo nel programma anti-doping sin dalla sua nascita” ha detto Bill Babcock, direttore del Grand Slam committee che ha promesso di raddoppiare i fondi annuali per il programma, passando da 150 a 300 mila dollari. “Siamo orgogliosi di far parte di questo percorso che riteniamo essenziale per garantire che il tennis rimanga uno sport pulito”. “Aumentare i controlli sul sangue e i test fuori dalle competizioni è una priorità per la WTA” ha commentato la CEO Stacey Allaster, “e introdurre il passaporto biologico è di massimo interesse per il nostro sport”. Anche per Brad Drewett, presidente dell'ATP che ha drammaticamente annunciato di dover lasciare l'incarico a breve perché affetto da sclerosi laterale amiotrofica, “il passaporto biologico è un passaggio opportuno in questo momento. I giocatori hanno chiaramente sostenuto un maggiore investimento nei controlli e crediamo che questa sia la strada migliore per dimostrare al mondo che il tennis è uno sport pulito”. In questo modo, ha aggiunto Francesco Ricci Bitti, presidente dell'ITF, “abbiamo un grande strumento nella lotta al doping. Speriamo anche di avere più aiuto dalle agenzie anti-doping nazionali che devono fare la loro parte se vogliamo vincere questa battaglia e rendere davvero efficace il nostro programma”.

Con il passaporto biologico si sarebbe potuto accertare, ad esempio, se davvero Wayne Odesnik, che si è qualificato a Indian Wells battendo Viola all'ultimo turno del tabellone cadetto, abbia o meno assunto ormoni della crescita. Il suo nome è tornato d'attualità perché il New York Times ha rivelato una serie di documenti, in gran parte elenchi manoscritti di nomi di atleti, in cui compare anche il suo, appartenenti al dottor Anthony Bosch, che avrebbe somministrato sostanze proibite nella sua clinica di Miami.

Odesnik non è mai risultato positivo ai test antidoping, ma il 29 dicembre 2009 viene fermato dagli ufficiali della dogana dell'aeroporto di Brisbane che trovano nel suo bagaglio otto fiale di ormone della crescita. Viene squalificato per due anni, ma la sospensione verrà poi dimezzata per “l’assistenza continuativa e sostanziale fornita da Odesnik riguardo l’applicazione delle norme regolamentari”. Da quel momento, Odesnik viene visto dagli altri tennisti come un traditore, come una spia, anche se lui ha sempre negato di aver fatto nomi di suoi colleghi.

Un'altra serie di documenti, pubblicati dal Miami New Times, farebbero pensare che Odesnik abbia mantenuto legami con Bosch anche nel periodo in cui è stato sospeso. Il passaporto biologico non sarebbe certo servito a scoprire se abbia o meno tradito i colleghi, ma di certo a capire se abbia tradito l'etica sportiva.

Alessandro Mastroluca

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