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09/08/2010 11:15 CEST - ATP WASHINGTON

Il ritorno di "Rey" David

L'argentino mette in scena un'ottima prestazione battendo 62 76 Marco Baghdatis. Torna così a vincere un torneo dopo un anno e mezzo dall'ultimo successo a Sidney nel 2009 e si candida a pericoloso outsider nell'infuocata estate americana. Sara Cecamore 

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Se gioco così posso battere chiunque”. Il “così” si riferiva alla prestazione messa in scena in semifinale contro Marin Cilic al quale ha rifilato un netto 62 62. Ma oggi a quel “così” David Nalbandian ci si è avvicinato parecchio, sicuramente nel primo set e a sprazzi anche nei momenti chiave del secondo.

Una finale Nalbandian-Baghdatis poteva essere appetitosa anche per i tifosi americani che si sono ritrovati orfani dei loro beniamini locali. Due giocatori, l’argentino ed il cipriota, con un gioco molto simile, talentuoso e divertente e due personaggi che sanno far appassionare. Entrambi ex top ten (Baghdatis n.8 nel 2006, Nalbandian n.3 nello stesso anno) ed entrambi finalisti di Slam (il cipriota agli AO 2006, l’argentino a Wimbledon 2002). Tutti e due con storie di infortuni alle spalle e di ritorni. “ Ma tu sei stato più veloce di me a rientrare” dirà poi David allo sconfitto durante la premiazione.

Nel primo set l’argentino è praticamente ingiocabile. Entra in campo con le idee ben chiare e non solo: anche i colpi sono tutti ben definiti ed efficaci, il rovescio più di tutti. È così che strappa “a freddo” il break ad un Baghdatis che per buona parte del set ci capisce ben poco. A tratti cerca di applicare la tattica studiata,il cipriota, anticipando molto specialmente in risposta con il rovescio ma il risultato è che, di fatto, si ritrova sempre ben oltre la linea di fondo a contenere le bordate dell’avversario che è invece piantato con i piedi dentro il campo. A decidere il punteggio severo della prima frazione è un ulteriore break nel settimo gioco, complici anche due doppi falli del cipriota, che permette all’argentino di chiudere il set per 6-2 in una mezz’oretta.

Cambia la musica nel secondo parziale anche se per un istante c’era stato il rischio per Baghdatis di cedere nuovamente il servizio in apertura di set e mandando così pericolosamente avanti nel punteggio l’avversario. È lui invece il primo a breakkare nel game successivo sfruttando l’unica palla break avuta fino a quel momento. Ma nel set i break pioveranno così come le palle break, specialmente per Baghdatis che tra i due è stato sicuramente il giocatore ad aver avuto maggiori occasioni nella frazione: ben 6 chance di andare 3-1, l’opportunità di salire 5-3 e servire per il set, ed infine anche un set point sul 6-5 annullato con un dritto incrociato di Nalbandian che ha costretto il cipriota all’errore. L’argentino però si è salva in tutte queste occasioni pareggiando sul 2-2, portandosi anche temporaneamente avanti 3-2. Infine serve il tiebreak per decidere il set (e la partita), nel quale l’argentino – fino ad allora decisamente più falloso rispetto al primo set – torna a spingere e a mettere pressione: in un amen sale 5-0, ma chiude solo sul 7-4.

Un bel ritorno quello di “Rey” David Nalbandian, un ritorno alle competizioni dopo un periodo difficile caratterizzato da infortuni e operazioni, ma soprattutto un ritorno al successo dopo un anno e mezzo dalla sua ultima vittoria in un torneo ATP (Sidney 2009). “Sono contento per te, David” gli dice l’amico Baghdatis durante la premiazione dopo avergli dato sportivamente e con il suo solito sorriso travolgente del “pain in the..”.
L’argentino vince da n.117 del mondo alla sua prima partecipazione a Washington, che per il secondo anno consecutivo scrive nell’albo d’oro il nome di un giocatore argentino dopo quello di Del Potro nel 2009, e si candida come potenziale mina per il proseguo dell’estate americana sul cemento.
 

Sara Cecamore

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