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15/12/2010 17:15 CEST - Partite storiche

Quella volta che Safin battè Federer

TENNIS - Melbourne, Gennaio 2005. Marat Safin compie l'impresa della sua carriera superando il numero uno del mondo Roger Federer in semifinale all'Australian Open dopo aver salvato un match point. Riviviamo una partita che ha fatto la storia del tennis, tra giocate straordinarie e intensità del match. Avanti 5-2 al quinto, Safin si fiece rimontare ma trovò la forza di chiudere 9-7. Il russo vincerà poi il torneo. Giuseppe Porcelli

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Australian Open 2005 - Semfinali - Federer vs Safin

Chi può battere il numero 1 del mondo? Era questo l’interrogativo che da tempo girava tra appassionati di tennis e addetti ai lavori. Un interrogativo che sembrava avere una sola risposta: nessuno.
Roger Federer, re incontrastato del tennis mondiale, partiva come grande favorito nell’edizione 2005 degli Australian Open, con all’orizzonte tanti piccoli e innocui rivali. Chi azzardava qualche nome tra i possibili tennisti in grado di sconfiggere re Roger sussurrava quello di Marat Safin. Giocatore dalle qualità indiscusse troppo spesso usate male. Il tennista russo, esploso nel 2000 grazie al successo su Pete Sampras nella finale degli Us Open, sembrava destinato a tutt’altra carriera dopo aver conquistato per 9 settimane il numero 1 del ranking ATP. Ma, una volta raggiunto l’apice, travolto dal suo carattere scontroso, poco avvezzo ai duri allenamenti ed anche afflitto da un infortunio al ginocchio, Safin è entrato in un vortice di discontinuità dal quale sembrava non sarebbe mai potuto uscire.

La finale del 2004 in Australia invece di dare forza al russo, lo aveva buttato giù, lo aveva messo di fronte ad un ostacolo troppo grande da superare, l’ostacolo chiamato Federer che lo aveva schiantato in 3 set e che ora lo aspettava nella semifinale dell’edizione 2005 dello Slam australiano. Proprio in quella partita nel campione russo è scattata una molla. “Ora o mai più” deve aver pensato. Depresso e determinato, due facce di uno stesso carattere. Era il momento buono per rilanciarsi, se qualcuno poteva fare l’impresa era proprio lui.
Il gigante di Mosca aveva la potenza, l’aggressività e il talento per mettere in difficoltà Federer. Ma i suoi limiti di tenuta fisica e anche mentale lasciavano credere che alla fine l’avrebbe spuntata comunque il campione svizzero.

C’erano le premesse per una grande partita ma anche la paura per un flop come la finale del 2004. Tutto nelle mani e nella testa del tennista russo che doveva sentire l’odore delle debolezze del rivale per coglierle al momento giusto. Nel primo set a fare il cacciatore ci ha pensato però Federer capace di aggiudicarselo per 7-5. Ma ecco il Safin che non ti aspetti, pronto a reagire invece di abbattersi e a vincere il secondo set 6-4. “Si può vincere”, è il suo compleanno, il pubblico lo acclama festeggiando anche i punti del rivale, in quell’armonia di tifo che solo il tennis sa fornire. Terzo set ancora da analisi con un crollo iniziale del russo, 0-3, una reazione rabbiosa, 4-3, e un nuovo crollo, 5-7. Il quarto set poteva essere l’happy end per il re svizzero, del secondo titolo australiano consecutivo e di una finale più bella di quella dell’anno precedente, ma con la stessa conclusione. Bastava un solo punto al tie break, un match point come tanti altri per chiudere tutto. Ma a cambiare la storia dell’edizione 2005 dell’Open australiano ci ha pensato proprio Safin tirando fuori dal cilindro un pallonetto contro il quale Federer ha provato vanamente ad opporsi, facendosi poi beffare subito dopo, 7-6 per il russo, si va al quinto.

Inizia il set decisivo e arriva il crollo che non ti aspetti, quello del leader mondiale. Safin sale 5-2, sembra fatta, ma ecco il lato oscuro del russo tornare prepotentemente, Un’alternanza degna di un thriller che avrà fatto impazzire anche gli accaniti scommettitori live. Federer decide che non è arrivata ancora l’ora di arrendersi, decide di mettere in campo un ultimo colpo di coda e aggancia il russo sul 5-5 dopo aver annullato 3 match point. Tutto inutile, il destino è segnato. L’Australia è di Safin che chiude sul 9-7 nel tripudio di un pubblico estasiato dei tanti colpi di scena di un match irripetibile. Il russo completerà poi l’opera aggiudicandosi il titolo sconfiggendo in finale, in 4 set molto meno emozionanti, l’eroe di casa Leyton Hewitt.

(Per chi volesse rivivere la partita ecco il link di Youtube)

Giuseppe Porcelli

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker