ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > "Non ho mai barato: fuori i nemici!"

16/02/2011 16:36 CEST - JUSTINE HENIN

"Non ho mai barato: fuori i nemici!"

TENNIS - Una conferenza stampa a Bruxelles ha decretato la fine della carriera di Justine Henin. "Mi sono ritirata solo per i problemi al gomito. Chi mi ha accostato al doping può uscire di qui. Non posso nè dimenticare nè perdonare". Gli ultimi pensieri di una campionessa dal carattere difficile. "Mi mancherà la sensazione di libertà sul campo". Riccardo Bisti

| | condividi

Nel giorno in cui Kim Clijsters ritrova la leadership mondiale, Justine Henin convoca una conferenza stampa per spiegare le ragioni del suo ritiro,annunciato qualche settimana fa tramite il suo sito internet e la sua pagina Facebook. "Ma se parlo oggi non ha nulla a che fare con il fatto che Kim è diventata numero 1 del mondo...anzi, mi congratulo con lei". La vera notizia emersa da Bruxelles riguarda la sua presa di posizione verso i giornalisti che avrebbero messo in circolazione le voci su un suo presunto doping. Il primo a parlarne fu Leo Clijsters, papà di Kim scomparso un paio d'anni fa. Fu quello il momento di maggior tensione tra i clan delle due belghe. Ad ogni modo, la Henin ha chiesto di abbandonare la sala a tutti quei giornalisti che avrebbero associato il suo nome al doping: "Tutto quello che ho sentito in merito al doping fa male. E' qualcosa che non posso dimenticare nè perdonare. Oggi mi ritiro per un limite fisico, non ci sono altre spiegazioni". Nessun giornalista presente ha avuto il coraggio di alzarsi e abbandonare la conferenza.

10 minuti per “attivare” il gomito
Una conferenza in cui la Henin ha ribadito cose già note: "Considero questo ritiro più una condanna che una mia decisione. Nel corso della mia carriera ho avuto più di un problema con gli infortuni. Ma adesso, a 29 anni, non posso andare avanti. Quando sono tornata dall'Australia ho consultato tre dottori. La volontà c'era, ma fisicamente non ce la facevo. Sono arrivata al punto che ogni mattina avevo bisogno di 10 minuti di tempo affinchè il mio gomito iniziasse a funzionare. Per me è stata una sentenza”. Infortunatasi a Wimbledon, la Henin ha preferito evitare l'operazione. "Non mi pento di questa scelta. Il legamento è guarito, ma non è forte a sufficienza da resistere a questi livelli. E poi tutti i medici mi hanno sconsigliato di operarmi...forse lo farò nei prossimi mesi, ma non ne sono ancora sicura. Spero di poter tornare a colpire una palla da tennis, ma tutto quello che chiedo è avere una vita normale". La Henin sostiene che non abbandonerà del tutto il tennis, ed ha smentito le voci secondo cui la sua Accademia a Limelette sarebbe in vendita. "Justine N1" andrà avanti con un nuovo team, così come accadrà all'altra accademia in Florida. "Non ho paura del futuro. Forse potrei avere un ruolo nello sport belga, ma non c'è niente di concreto. Continuerò a stare accanto a Carlos (Rodriguez, il coach storico, ndr). Ma non farò l'allenatrice, non ho la visione tecnica per questo ruolo". Mai dire mai, ma l'impressione è che stavolta le si possa credere. Justine sembra serena, non ha le angosce di un paio d'anni fa, quando si ritirò a sorpresa, da numero 1 del mondo. "Allora avevo bisogno di prendere una pausa dal tennis, adesso sento che è parte della mia vita".

“Mi mancherà la libertà”
Justine non è pentita per averci riprovato. "A Wimbledon, a Miami, in Australia...mi sono divertita. Ma non avevo il pieno possesso delle mie capacità". Non è mai stata amata dalle colleghe: quando le hanno chiesto se ha ricevuto messaggi di solidarietà, ha risposto laconicamente: "No, nessun messaggio nè dai tennisti nè da altri atleti. E' un mondo dove c'è molta concorrenza, non è facile avere relazioni. Però la squadra di Fed Cup, tramite Kirsten Flipkens, mi ha manifestato molta simpatia". Se ne va ufficialmente una giocatrice dal talento cristallino, di cui molti rimpiangeranno il magnifico rovescio a una mano. Justine sapeva di avere talento. "Mi mancherà la sensazione di libertà sul campo da tennis. Nonostante la pressione, mi sentivo così quando mettevo la palla dove volevo. Riuscirci e offirla agli altri è stata una bella sensazione di libertà". Quante giocatrici possono raccontare di aver provato le stesse sensazioni su un campo da tennis?

I NUMERI DI JUSTINE HENIN

117 le settimane trascorse al comando del ranking WTA: il settimo regno più lungo della storia.

4 le volte in cui è diventata numero 1: 20 ottobre 2003 (una settimana), 12 settembre 2004 (44 settimane), 13 novembre 2006 (11 settimane), 19 marzo 2007 (61 settimane)

2 i Masters conquistati: nel 2006 e nel 2007

5 i titoli al Roland Garros, compreso quello da junior nel 1997

23 La sua miglior posizione in doppio, raggiunta il 14 gennaio 2002

133 I mesi trascorsi dal primo titolo (Anversa 1999) all'ultimo ('s-Hertogenbosch 2010)

18 Le finali perse

4 Le finali perse nei tornei del Grande Slam (Wimbledon 2001 e 2006), Australian Open 2006 e Us Open 2006

4 le finali Slam raggiunte in un solo anno (era il 2006)

3 Le stagioni chiuse al numero 1 del mondo (2003, 2006 e 2007)

2 Le russe che hanno messo fine alle sue due carriere: Dinara Safina (a Berlino 2008) e Svetlana Kuznetsova (all'Australian Open 2011)

1 Fed Cup vinta, nel 2001 a Madrid. Nel 2006 ha perso la finale contro l'Italia. 

40 il record di set consecutivi vinti al Roland Garros (dal 2005 al 2010)

121 La classifica WTA al momento del primo Roland Garros, nel 1999. Perse al terzo turno contro la Davenport.

43 I tornei vinti in singolare

1 Partecipazione ai Giochi Olimpici. Nel 2004 ad Atene, quando vinse la medaglia d'oro.

7 Vittorie nei tornei del Grande Slam. 4 Roland Garros (2003, 2005, 2006 e 2007), 2 Us Open (2003 e 2007) 1 Australian Open (2004)

525 I match vinti nel circuito maggiore, a fronte di 115 sconfitte.

10 I tornei vinti nel 2007, sua migliore stagione. 

Riccardo Bisti

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Alla scoperta di David Ferrer

Quote del giorno

"Il tennis non è una questione di vita o di morte. E' molto di più"

David Dinkins, ex sindaco di New York, colui che impose agli aerei di non passare sopra Flushing Meadows durante lo Us Open.

Partnership

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite