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15/09/2011 09:34 CEST - COPPA DAVIS

A Santiago sul super veloce!

TENNIS – C’è un nuovo fattore che potrebbe condizionare lo spareggio di Santiago, ghiotta occasione per tornare in Serie A: una superficie molto rapida, più veloce di quella dello Us Open. “I cileni hanno fatto la scelta giusta” dice capitan Barazzutti. Due dubbi in Casa Italia: chi sarà il secondo singolarista? E chi giocherà in doppio? I cileni sono aggrappati alle lune di Gonzalez e al cuore di Capdeville. Riccardo Bisti

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L’immagine più famosa resta l’abbraccio tra Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, filtrato dalle immagini in differita e in bianco e nero (il colore sarebbe arrivato in Italia solo l'anno dopo). Santiago 1976, l’unica Davis della nostra storia. Ma non è più tempo di pensare al passato: Santiago 2011 potrebbe sancire una piccola rinascita per il nostro tennis, almeno sul piano dell’immagine. Perché il valore dei nostri tennisti (e del nostro movimento) non cambierà di una virgola né in caso di vittoria né in caso di sconfitta. Ma la Davis è uno dei pochi eventi che solletica l’interesse di giornali e caporedattori. E poi la trasferta cilena è troppo ghiotta per fare un po’ di amarcord. Ma quando sarà il momento di scendere in campo sul cemento dell’Estadio Nacional, beh, conteranno solo testa e cuore. Di questo match si è detto tanto, a partire dalla tematica numero 1: in che condizioni sarà Fernando Gonzalez? Il numero 297 ATP (ma già top 5) è più forte dei nostri, ma ha giocato pochissimo negli ultimi 2 anni a causa di ripetuti problemi fisici, in particolare alle ginocchia. Si pensava che “Fena” avrebbe potuto rinunciare alla sfida per curarsi ancora, o forse per polemica con la sua Federazione, da cui aspetta ancora i 100.000 dollari promessi per la vittoria di un anno e mezzo fa contro Israele. Invece ci sarà, e si accontenterà della suo parte del premio ITF.

Un campo molto veloce
Se le condizioni di Gonzalez le scopriremo solo venerdì, la brutta sorpresa (per noi) è arrivata appena abbiamo calcato il terreno di gioco. E’ rapido, molto rapido. Ben più del decoturf dello Us Open, dove Fognini e Bolelli avevano colto una sorprendente semifinale in doppio. Lo ha confermato Corrado Barazzutti intervenendo telefonicamente durante “Tennis Club”, il talk show di SuperTennis condotto da Massimo Caputi. “Il lavoro di preparazione era già iniziato a Flushing, adesso stiamo proseguendo qui – dice “Barazza” – ma abbiamo trovato un campo molto più veloce di quello che ci aspettavamo, di sicuro più rapida di Flushing Meadows. I ragazzi si stanno adattando, ma non è di sicuro la nostra superficie”. Barazzutti, tecnico di Davis dal 2001, ripete cose già dette nelle scorse settimane. “Credo che i cileni abbiano fatto la scelta giusta. Se avessero giocato sulla terra non credo che avrebbero avuto molte chance. Per sua stessa ammissione, Gonzalez preferisce la terra, però ha fatto finale in Australia. E anche Capdeville gioca bene sul veloce. Hanno scelto una superficie dove giocano bene e di certo non ci hanno messo nelle migliori condizioni. Tuttavia siamo qui per vincere, non bisogna preoccuparsi del campo e dare tutto ciò che si ha”.

Incognita Gonzalez
La formazione cilena sembra incisa nella pietra: i singolari li giocheranno Paul Capdeville e Fernando Gonzalez, mentre il doppio (il punto in cui siamo nettamente favoriti) dovrebbe schierare Massu-Aguilar, coppia non certo irresistibile. Nella giornata di martedì c’è stata la conferenza stampa del team. Il capitano Hans Gildemeister, ex numero 12 ATP (lo si ricorda per il suo tennis “quadrumane”) ha ammesso che difficilmente Gonzalez arriverà al 100% per venerdì, ma che la sua presenza sarà importante sul piano del morale. Una figura carismatica in grado di caricare compagni e pubblico in un match oggettivamente difficile. “Fernando può fare sfracelli in singolare. Speriamo che arrivi nelle migliori condizioni possibili e senza particolari dolori”. E lui, il “Bombardero de la Reina” (è forse il tennista con più soprannomi), dice: “Ogni giorno sento un piccolo dolore, a volte uno, a volte un altro. Ogni partita sarà un’incognita, ma sto gestendo bene la situazione e sto facendo il possibile per arrivare nelle migliori condizioni. Se il match fosse domani (oggi, ndr) sarebbe molto difficile giocare tre giorni, ma i dottori mi conosco bene e saranno loro a valutare come arriverò alla serie”. Sul doppio, Jorge Aguilar ha detto: “Negli ultimi anni mi sono dedicato parecchio alla specialità, e se dovessi giocare scenderò in campo pronto a dare tutto. E’ un’opportunità che vorrei sfruttare a tutti i costi”.

I dilemmi di Barazzutti
Sono un tantino più difficili le cose per Corrado Barazzutti. L’unico punto fermo del nostro team è Fabio Fognini, sicuro numero 1 in singolare, ma poi? La velocità del campo – sulla carta – fa salire le quotazioni di Simone Bolelli, di certo più a suo agio di Starace sui campi rapidi. Il “Bole” è lo stesso che un anno fa diede tre set a zero a De Bakker a Zoetermeer, e non più tardi di due mesi fa ha superato Wawrinka a Wimbledon. Ma non gioca un singolare sul cemento all’aperto da Miami, quando perse da Bogomolov al secondo turno delle qualificazioni. Starace è più “uomo-Davis”, vuoi per l’ottimo bilancio, vuoi perché l’obiettivo della sua carriera è dichiaratamente “Riportare l’Italia in Serie A”. Ma il cemento non gli piace. Più è veloce, più gli dà fastidio. Che farà Barazzutti? Opterà per le potenzialità di Bolelli o sulle doti morali di Starace? E poi c’è il doppio. Un anno fa, pressato dalle domande dei giornalisti, Barazzutti disse tra i denti che la sua coppia preferita era Bolelli-Starace. Poi però Daniele Bracciali si è riproposto a livelli altissimi ed è stato schierato contro la Slovenia (dove è stato il migliore in campo). Bracciali-Starace, dunque? Forse, ma si può ignorare l’intesa costruita da Bolelli e Fognini? La strana coppia ligure-emiliana ha vinto il torneo ATP di Umago e raggiunto una clamorosa semifinale allo Us Open. Insomma, le opzioni non mancano. Starà a Barazzutti indovinare l’alchimia giusta, soprattutto tenendo conto di chi scenderà in campo venerdì e quali saranno le condizioni fisiche dei nostri. Sempre durante “Tennis Club”, Barazzutti ha ammesso di avere un’idea in testa su chi farà scendere in campo “Ma vedremo quali saranno le condizioni”. Insomma, Corrado è il filo che lega Santiago 1976 a Santiago 2011. “Allora rimasi tranquillo fino a 5 minuti prima dell’incontro, poi arrivò la tensione. Fu uno dei pochissimi match della mia carriera in cui ebbi veramente paura. Stavolta, invece, sono preoccupato sin dal primo giorno”. Dopo cinque spareggi falliti, di cui tre persi (anche) a causa di un sorteggio infame, stavolta la cabala sembra dare una mano agli azzurri. Sarà la volta buona?

Riccardo Bisti

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