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15/09/2011 16:26 CEST - FOOT FAULT

Il destino di dittaNole

TENNIS - Il Foot Fault si concentra su Novak Djokovic e respinge la tesi dell'invicibilità del serbo. Se vai sotto 5-3 40-15 al quinto e se salvato da un dritto a occhi chiusi e un dritto sul nastro, beh, vuol dire che non sei invincibile. Sei un predestinato. Del serbo colpisce lo strapotere fisico, quello che gli ha consentito di schiacciare alla distanza un campione di fisicità come Rafael Nadal. Chiosa finale su Federer. Luigi Ansaloni

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Gli argomenti che il menu offre sono tanti e succosi, quindi saltiamo i convenevoli. Il titolo del solito mirabile articolo del megadirettore galattico, al secolo Ubaldo Scanagatta, recita: “Djokovic non lo batte proprio nessuno”. Non originalissimo, non tanto per il titolo in sé quanto per il semplicissimo fatto che la quasi totalità dei giornali, siti, televisioni ecc ecc hanno puntato per celebrare il trionfo del nuovo grande dittaNole del tennis proprio sulla sua imbattibilità. E ci starebbe pure, aggiungerei: 64 vittorie e 2 sconfitte (di cui una per ritiro) è un rullino di marcia assolutamente spaventoso, tanto da far dire a uno come Rino Tommasi che forse si è davvero trattata dalla migliore stagione di tutti i tempi. Se con quest’ultima affermazione posso essere d’accordo, non lo sono sull’imbattibilità.

Se un giocatore arriva a un punto dalla sconfitta, non è imbattibile. Se un giocatore tira un dritto tanto per tirarlo (chi dice che era voluto, cercato e cose simili, mente sapendo di mentire), visibilmente e moralmente finito, contrariato, il classico colpo liberazione con la testa già negli spogliatoi e gli entra (parole sue) il colpo della vita, un missile all’incrocio delle righe in risposta a una prima esterna mica male….beh, se succede tutto questo non sei imbattibile (o almeno, non solo), sei predestinato. Se nel secondo match point su un dritto e un attacco poderoso la palla del tuo avversario sbatte contro il nastro (il nastro…) e finisce in corridoio…non sei imbattibile (non solo). Sei predestinato.

Senza voler entrare in dibattiti teologici o sull’allineamento delle stelle o sugli oroscopi di Paolo Fox e compagnia bella, il 2011 di Djokovic era scritto. Le sue vittorie, il suo dominio totale, la sua incredibile maturazione, vanno al di là degli oggettivi progressi di un giocatore fino all’anno scorso “solo” grandioso e ora fenomenale. Il quinto set della finale contro Federer, e per la precisione il 5-3 40-15, è stato per quanto mi riguarda uno degli esempi di destino più incredibili che abbia mai visto in vita mia.

Poi certo, dietro a tutto questo c’è stata anche l’oggettiva meraviglia di un talento incredibile che non si è arreso da due set a zero sotto, che non si è mai dato per vinto, che ha distrutto fisicamente, mentalmente e sul piano del gioco uno come Rafael Nadal in finale. Se fino allo scorso anno mi avessero detto una cosa del genere, avrei veramente fatto fatica a crederci. E credo un po’ tutti.

A proposito della finale, mi sono chiesto: è questo il tennis degli X-Men? Possibile. Fatto di accelerazioni, bim bum bam, colpi mortali, scambi assassini, fisico da morire, alla velocità della luce?. E così simile, aggiungerei. Nadal e Djokovic, braccio a parte (uno destro, l’altro sinistro), sembrano di giocare contro un muro. L’uno contro l’altro. La differenza, a mio modo di vedere, l’ha fatta lo strapotere del serbo sulle due diagonali. Che poi è la cosa che distingue RoboNole dagli altri in questo momento. Impressionante, semplicemente. Come impressionate è il suo non stancarsi mai. Nonostante la battaglia contro Federer, a schiantare è stato Nadal nel quarto set, non Nole. Un po’ come successe a Melbourne 2009, quando tutti credevano nel declino nel quinto dello spagnolo, e invece a sparire dal campo fu Federer.

Vedere Nadal sudato da matti e cotto e Djokovic (quasi) fresco come una rosa, mi ha davvero stupito. A parte i miglioramenti (indiscutibili) tecnici, il passo in avanti più pazzesco del Djoker 2011 è proprio questo. Se riesco a mantenere la stessa forza, intensità e compagnia bella per 3 ore e passa contro l’ora (per dire) del mio avversario, tutto andrà per il meglio. I colpi saranno sempre pietre, quelli dell’altro si ammosceranno. Se non sei stanco, non sbagli, perché sei lucido. E se sei lucido, hai 10 soluzioni quando gli altri ne hanno 3. Se dopo 40 scambi piazzi un vincente di rovescio lungo linea, vuol dire che puoi giocare per 8 ore senza stancarti. E dunque, non avere problemi a vincere. Dunque, d'accordo i miglioramenti tecnici, m quelli vengono naturali se hai la forza di rimanere sempre e constantemente lucido per "mancanza di stanchezza". Non sbaglio dunque sono.

Detto ciò, Federer. A 30 anni ancora capacissimo di combattere con i giovincelli e dargliele di santa ragione. O almeno, arrivare a un punto dal dargliele di santa ragione. Anche agli imbattibili. Chapeau.

Luigi Ansaloni

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