20/09/2011 13:02 CEST - FOOT FAULT
Dall'uovo alla bolla il passo è breve
TENNIS - L'ennesimo caso riguadante il tema delle pratiche permesse nel tennis coinvolge Rafael Nadal e la sua bolla dai recuperi miracoli. Dopo "l'uovo" di Djokovic, è un altro grattacapo per i vertici di Atp e Wada. Che però, sembrano sonnecchiare e non prendere nessuna posizione per chiarire almeno in parte. Queste pratiche sono lecite e non illegali, eppure all'esterno il nostro sport sembra non fare una figura. Luigi Ansaloni
Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe sul serio da ridere. Nel giro di 3 settimane o giù di lì, siamo passati dal commentare “l’uovo” di Djokovic alla “bolla” di Nadal. Viva l’ironia. Anche perché le forme dei miracolosi oggetti in questione portano, appunto, a farsi due belle risate. “è nato prima l’uovo o il campione”, “ma dai tutto è una bolla di sapone”, passando da “ah ma la kinder adesso fa pure camere ipobariche” a “lo dicevo io che quel gioco spara bolle non era per nulla sano”. Questi sono alcuni commenti, divertenti, che si possono leggere su bacheche di appassionati, esperti e giù di lì. Il problema è che di divertente in tutta questa storia non c’è niente. Proprio, per nulla. Soprattutto per gli appassionati di tennis. E io appartengo senza alcun dubbio a questa schiera. Come mi ha spesso e volentieri ripetuto qualcuno, anche in alto, sono troppo giovane e troppo poco “svezzato” per avere l’autorità necessaria per essere considerato un esperto. Perché si sa, in questo paese o hai 50 anni o poco più oppure sei irrimediabilmente troppo giovane per poter dire o fare qualunque cosa. Tranne se sei figlio di o una “ragazza rampante” (eufemismo mode on).
Dunque, questo foot fault, dal tono serioso più del solito, è scritto semplicemente da un appassionato di tennis un po’ incavolato. Perchè? Semplice. Il tennis è uno sport serio, ed è una cosa sacra per molti. Compreso me. Ora, che sia serio o meno, è una faccenda su cui potremmo discutere per anni, e probabilmente un giorno o l’altro, mi porrò il problema. Serietà a parte, il tennis è, agli occhi dei non appassionati, uno sport soprattutto serio. Di grandi scandali non ce ne sono mai stati. Ora, che sia serio, come molti lo intendono, è anche questo tutto da discutere, da vedere. Ma finchè non viene fuori l’evidenza, dico: perché non dobbiamo credere che sia serio? In fondo, non ci sarebbe niente di male. Da qui nasce l’incazzatura. Personalmente, da appassionato (lo voglio ribadire), non mi và per niente che lo sport racchettoso sia paragonato come livello di “sporcizia” al ciclismo, al calcio o compagnia bella. Nè tanto al wrestling (spettacolo, tra l'altro, che io adoro, ma dove sappiamo che tutto è già deciso dai "booker" al tavolino). Non voglio, non sopporto che si pensi che un risultato di una partita di tennis, dalla finale di Wimbledon alla finale del torneo di motta d’affermo, valevole per la coppa parrocchiale, sia in qualche modo truccato da fattori più o meno esterni. Che siano le scommesse o doping. Lo so, sono un illuso a pensare che nel tennis sia tutto meraviglioso e tutto pulito. Ci mancherebbe altro, e infatti non lo penso. Però che all’esterno del nostro mondo, di un mondo che (forse a torto) sento anche un po’ mio, si possa pensare che sia tutto marcio…beh, a me questo dà molto fastidio.
Per questo quando vedo il numero uno del mondo essere costretto a convocare una conferenza stampa per spiegare che quell’ovetto è stato usato poche volte e che niente ha a che fare con i suoi miglioramenti nel 2011…non mi piace. La stessa cosa quando in una pagina di Facebook vedo il numero due del mondo ringraziare il suo team e una bolla per i suoi miracolosi recuperi. Non è tanto il problema che questi aggeggi siano di aiuto oppure no ai primi due giocatori al mondo per essere tali, il punto è che non è bello che all’esterno la gente pensi che è proprio per questo che nadal e djokovic siano i primi due giocatori al mondo. Non aiuta l’immagine del tennis che chi rappresenta la vetta, il meglio del meglio, la creme della creme, dia anche soltanto l’impressione sbagliata. Ne va della credibilità del tennis stesso. Agli appassionati paragoni con gli scandali del calcio e del ciclismo, proprio non interessano. Nemmeno un pò. Il sospetto a volte è peggio di una prova.
Anche perché, per fortuna, di prove non ce ne sono. E mai ce ne saranno. Non sto assolutamente insinuando che Novak e Rafael siano i più forti perché hanno avuto questo o quell’altro aiuto esterno, assolutamente. Questo sia chiaro. Però rendendo pubbliche queste “novità”, non stanno facendo di certo bene a tutto l’ambiente. Nadal poi davvero, ha postato la “big buble” su facebook, per dire quanta voglia aveva di tenere nascosto il tutto. Per non parlare di Atp, Wada e compagnia bella. Non hanno davvero niente da dire su tutto ciò? Squalificano Volandri per un inalatatore contro l’asma o giù di lì e non hanno davvero nulla da dire sull’argomento? E la Wada come le spiega cose del tipo “non è illegale ma è antisportivo?”. Misteri della fede.
In attesa di qualche risposta (o di qualche querela, chi lo sa ) salutiamo intanto, il ritorno dell’Italia del tennis in serie A. In una dimensione stralontana da camere ipobariche o bolle varie, quasi casareccia, stile anni 80. Il cile, diciamolo pure, era davvero poca, poca roba. Se Gonzalez avesse avuto almeno mezzo ginocchio sano, non sarebbe stata la passeggiata che è stata, in quel di Santiago. Detto questo, l’italdavis nel World Group è una boccata d’ossigeno per tutti. Dopo le ragazze, era ora che anche i ragazzuoli facessero qualcosa di importante. Divertente sentire qualcuno che parla di vittoria dell’insalatiera, ma questa è un’altra storia. All’italiana, of course.
Luigi Ansaloni
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