ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Judy Murray: "non sono invadente!".

20/10/2011 22:19 CEST - L'INTERVISTA

Judy Murray: "non sono invadente!"

TENNIS - La famiglia Murray, a colloquio con Joanna Moorhead del Guardian, ha parlato, tra le altre cose, del ruolo che la madre ha avuto e ha nella vita agonistica di Andy e Jamie e del rapporto che unisce i due fratelli sin da bambini. Solo una cosa la madre del nuovo numero 3 mondiale non accetta: sentirsi dire che i problemi del suo figlio "più illustre" siano dovuti alla sua presenza ingombrante. Traduzione di Riccardo Nuziale

| | condividi

Per leggere l'articolo completo e in lingua originale, clicca qui.

 

Se ci fosse un concorso per il genitore più invadente della Gran Bretagna, probabilmente Judy Murray non avrebbe rivali. Ogni anno è lì a Wimbledon, alternando pugnetti di soddisfazione a smorfie di delusione durante le partite del figlio Andy. Il suo viso è il barometro delle speranze del tennis britannico, che tornano ogni volta in cui Andy entra sul Centre Court.

Finora la vittoria in uno Slam è sempre sfuggita (a differenza del fratello Jamie, che proprio a Wimbledon ha vinto il titolo di misto nel 2007) e alcuni pensano che la costante presenza della madre, anziché incoraggiarlo, lo freni. Tra questi c’è Boris Becker, che ad inizio anno ha detto che Andy avrebbe bisogno di staccarsi un po’ da sua madre.

Quella di madre invadente è un’etichetta che Judy detesta. “La gente pensa che io sia sempre attaccata ad Andy, a vederlo giocare. Ma non è vero, stiamo molto raramente insieme. Nelle ultime otto settimane l’ho visto giusto una manciata di volte, trascorro la maggior parte del mio tempo a promuovere il tennis in Scozia. Negli ultimi anni ho seguito i tornei sempre meno”.

Andy è più schietto “Essere insistenti è la cosa peggiore che un genitore possa fare; se si spinge eccessivamente i figli, questi non lo vedono più come un divertimento, non importa quanto siano bravi. Ora sono molto sotto pressione e penso che se avessi avuto questa pressione quand’ero più giovane, non sarei riuscito a reggerla”.

Più importante della sua invadenza – o mancanza di essa – è stata, dice Judy, la presenza di Jamie, il fratello di Andy, maggiore di 15 mesi. “Penso che Andy debba molto a Jamie. Era più grande e più bravo ed Andy cercava continuamente di tenere il passo.” Un caso classico di rivalità fraterna, allora? Judy scuote la testa: "hanno personalità e punti di forza molto diversi, rendendo Jamie un naturale doppista e Andy un giocatore da singolo. Ed è probabilmente una benedizione che le loro carriere non siano in conflitto", dice.

Andy dice che il confronto costante con Jamie lo ha aiutato a maturare: “era più grande e migliore di me, quindi ho dovuto imparare a perdere. Non mi è mai piaciuto perdere con lui, ma non ho mai mollato e, a 15-16 anni, ho cominciato a vincere”.

Judy insiste sul fatto che i due fratelli sono grandi amici: “Possono dirsi l’un l’altra cose che probabilmente non direbbero a nessun altro. Non c’è gelosia o rivalità.” Questo non convince del tutto, ma si sospetta che calmare le acque sia nella natura di Judy.

E per quanto riguarda i soldi, considerando che un doppista pur di ottimo livello come Jamie ha introiti neppure paragonabili a quelli di Andy? “Siamo una famiglia molto normale, non abbiamo mai avuto molti soldi e la fama e la componente economica che ci ha dato il tennis non ha mai avuto chissà quale importanza” dice Judy.

La loro normalità significa che vivono ancora tutti nella città scozzese in cui si sono trasferiti 25 anni fa, quando Judy, che ora ha 52 anni, era incinta di Andy. Il suo allora marito Willie (si sono divisi quando i ragazzi erano adolescenti) lavorava nelle vicinanze e la città - Dunblane - sembrava un perfetto, sicuro luogo dove crescere i figli.

Ero stata avvisata di non fare domande riguardo quello che successe a Dunblane il 13 marzo 1996, quando Thomas Hamilton entrò nella scuola di Andy e Jamie e uccise 16 bambini e un’insegnante, prima di togliersi la vita. I Murray non ne vogliono più parlare. Nell’autobiografia di Andy Judy ricorda come si precipitò sul posto appena saputo della sparatoria in quello che chiama “il giorno peggiore delle nostre vite”.

Dunblane era troppo calma per Judy. Il modo migliore per dare sfogo all’energia dei due ragazzini le sembrò farli giocare a qualsiasi tipo di gioco in salotto e sul prato, anche per renderli più competitivi possibile.

Judy è convinta che quei giochi siano stati fondamentali per avere indirizzato i due verso la mentalità sportiva e Andy e Jamie sono d’accordo: “eravamo abituati a praticare sport ed è quello che volevamo fare” rivela Jamie.

È stata chiaramente una fortuna per i ragazzi che Judy sia entrata nel mondo del tennis e non l’abbia più abbandonato, nelle vesti di allenatrice (per nove anni è stata coach della nazionale juniores scozzese, allenando Elena Baltacha e Colin Fleming, oltre ovviamente ai suoi figli).

Quando prima Jamie e poi Andy ebbero bisogno di una preparazione più seria, li ha mandati in accademie specializzate; e quando fu chiaro che Andy, verso i 15 anni, doveva dedicare tutto il tempo per il tennis, lei lo appoggiò: "Sapevamo che poteva sempre tornare a studiare in seguito."

La verità su Judy è che vive con grandissima intensità il tennis. Ciò che viene percepito come invadenza è probabilmente solo l'entusiasmo viscerale per il gioco. Lei una volta disse che c'è una grande differenza tra le persone che spingono i loro figli a fare le cose e le persone che spingono per far accadere le cose per i loro figli. Magari la prossima volta che la vediamo seduta tra gli spalti, dovremmo lasciarla in pace.

Riccardo Nuziale

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"Ha perso la sua cena, ma non il suo titolo"

Bud Collins dopo la vittoria di Pete Sampras su Alex Corretja allo Us Open 1996, in cui l'americano vomitò in campo.

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

Le cinque cose che non sappiamo d Andrea "Petkorazzi" Petkovic