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25/10/2011 10:50 CEST - WTA Championships

La storia moderna in dieci finali

TENNIS – Riviviamo le finali dei Championships del nuovo millennio. Dall’ultima vittoria di Martina Hingis, nel 2000, al successo di Kim Clijsters su Caroline Wozniacki dell’anno scorso. In mezzo, la vittoria di Amélie Mauresmo su Mary Pierce del 2005 e Henin-Sharapova del 2007, la finale più lunga da quando non si gioca più al meglio dei cinque set. La campionessa in carica è Kim Clijsters, vincitrice nel 2010 sulla Wozniacki. Alessandro Mastroluca

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2000
Martina Hingis b. Monica Seles 6–7(5–7), 6–4, 6–4

L’inizio del millennio coincide con la fine di un’epoca. Ultima apparizione in finale ai Championships per Martina Hingis e Monica Seles, che si conferma numero 1 del mondo a fine stagione pur non avendo vinto titoli dello Slam durante l’anno. “A volte” dirà nella conferenza stampa dopo il match, “capisci che gli Slam non sono poi così importanti. Quest’anno ho vinto Key Biscayne, che è un grande torneo, ho giocato finali importanti, ho vinto tornei Tier I. Per essere numero 1 devi essere costante durante tutto l’anno”.

Monica Seles, che aveva subito un’umiliante 6-0 6-0 dalla svizzera a Miami, ed era reduce dalla sconfitta in due set agli Us Open, inizia da vera campionessa. Arriva da due mesi di inattività per infortunio, ma ha eliminato Elena Dementieva in una spettacolare semifinale. Monica corre e spinge la Hingis da un angolo all’altro: appare in una condizione atletica e mentale invidiabile. Vince il primo set al tiebreak, nel secondo è in vantaggio di un break, allunga 2-0 e 4-2. Ma la Hingis non ci sta. “Cercavo di stare attaccata alla partita” dirà, “mi dicevo ‘hai bisogno di questo break adesso’”. Di break ne arrivano due, di fila: si va al terzo. La Seles tira piatto e vicino alle righe, la Hingis, quando riesce, si appoggia bene e si apre gli angoli per spingere l’avversaria sulla difensiva. Dopo 2 ore e 21 minuti di battaglia, Martina può esultare piangendo lacrime di gioia nell’abbraccio liberatorio con la madre.

L’anno successivo il torneo si sposterà a Monaco di Baviera. Monica Seles non ci sarà, si rifiuta di giocare in Germania perché Gunther Parche, che l’ha accoltellata ad Amburgo nel 1993, non è nemmeno finito in carcere.


2001
Serena Williams b. Lindsay Davenport walkover

Anche senza giocare, Lindsay Davenport diventa numero 1 del mondo. Era bastata la vittoria in semifinale su Kim Clijsters per portarla a 4902 punti, 11 in più di Jennifer Capriati, in vetta al ranking. Terza Venus Williams: e tornano le polemiche, perché Capriati e Venus si sono equamente spartiti i titoli dello Slam in stagione.

Lindsay, sotto 0-5 contro le sorelle Williams nel 2001, ha un problema al ginocchio e lascia il titolo a Serena senza nemmeno scendere in campo. È l’unica finale nella storia del torneo che si decide per walkover.

2002
Kim Clijsters b. Serena Williams 7–5, 6–3

Allo Staples Center di Los Angeles, Kim Clijsters impiega 85 minuti a fermare la serie di vittorie consecutive di Serena Williams che durava da 18 partite. Per la belga è il primo successo in carriera contro la più piccola delle sorelle Williams, alla quinta sconfitta in stagione. “E’ la mia vittoria più incredibile, ancora non riesco a realizzare quello che è successo. Non so spiegare come sento” ha commentato la Clijsters, che ha lasciato solo 19 games nel corso del torneo.

Tre giorni dopo la finale Justine Henin sposa Pierre-Yves Hardenne. Kim, che l’ha sconfitta nei quarti, è tra le invitate ma diserta la cerimonia. Preferisce andare a Shanghai a seguire il fidanzato Hewitt impegnato nel Master.

2003
Kim Clijsters b. Amélie Mauresmo 6–2, 6–0

Non ci sono gocce di sudore, o quasi, sulla maglietta di Kim Clijsters mentre alza il trofeo dopo una finale durata 52 minuti. La belga ha il doppio dei vincenti dell’avversaria, 16, e chiude con il 90% di prime in campo. Tutto un’altro match rispetto al successo in rimonta sulla Mauresmo nel round robin.

La belga cede il servizio nel primo game del match, poi infila un parziale di 10 punti di fila (ne fa 12 su 13) fino al 3-1. Non funziona il rovescio a una mano della francese, colpo che le aveva regalato la vittoria in semifinale su Justine Henin, che ha sconfitto la Clijsters in due finali Slam in stagione. La francese regala set point con due doppi falli e cede 6-2.

Va ancora peggio il secondo. La Clijsters, che ha vinto nove titoli e 90 partite sulle 102 giocate, che è arrivata almeno in semifinale in 19 tornei su 20, rifila un secco 6-0 con la Mauresmo che chiude con un rovescio largo.

Per la Clijsters un assegno da 1.000.030 dollari, il più grosso di sempre per un evento sportivo femminile. I 30 sono un “bonus” aggiunto per festeggiare i 30 anni del WTA Tour.
 

 

2004
Maria Sharapova b. Serena Williams 4–6, 6–2, 6–4

A Wimbledon, la 17enne Maria Sharapova aveva sorpreso la due volte detentrice del titolo Serena Williams. A Los Angeles, la russa si ripete e diventa la prima russa a vincere i Championships e la seconda, proprio dopo Serena, a trionfare alla prima partecipazione.

“Non posso credere di esserci riuscita” ha detto Masha, che si è inginocchiata dopo l’ultima risposta vincente di dritto che le ha regalato il titolo dopo un’ora e 46. Vinto il primo set, Serena approfitta di un doppio fallo sulla palla break per salire 2-1. Ma la Sharapova strappa subito il controbreak e allunga 4-2. Sul 5-2, Serena chiede il medical time-out ed esce dal campo. “Sentivo dolore all’altezza dello stomaco” ha spiegato Serena, rientrata nel 2004 dopo otto mesi di assenza per un infortunio al ginocchio. “Ho pensato: non voglio che succeda di nuovo” ha spiegato, aggiungendo di aver pensato anche di servire da sotto.

Nonostante questo, Serena arriva a due game dalla vittoria. Si ritrova avanti 4-0 nel terzo, ma l’infortunio toglie efficacia al suo servizio e Maria finisce per emergere e salire al numero 4 delle classifica dopo aver iniziato la stagione in 32ma posizione.
 

2005
Amélie Mauresmo b. Mary Pierce 5–7, 7–6(7–3), 6–4

Agli Us Open, Amélie Mauresmo si è guadagnata il soprannome di “Artista” per la grazia e la qualità nei movimenti e nei colpi. Ogni generazione ha avuto giocatrici così: Maria Bueno, Evonne Goolagong, Hana Mandlikova, Gabriela Sabatini. “E’ la vittoria più importante della mia carriera” ha detto la Mauresmo dopo aver piegato Mary Pierce in rimonta al termine di un match durato 3 ore e 6 minuti.

L’ex numero 1 del mondo, finalista agli Australian Open 1999 e tre volte semifinalista a Wimbledon, ha ceduto il primo set su un rovescio finito a rete. Nel secondo, la Mauresmo embra dare una nuova prova a chi la accusa di non riuscire a vincere le partite importanti. Allunga 4-1 ma si fa rimontare il vantaggio e spreca due palle break nel decimo game: un rovescio vincente in cross della Pierce porta il set al tiebreak. La Mauresmo porta a casa tre punti di fila e sale 4-1, la Pierce abbozza una rimonta (5-3) ma il dritto la tradisce e il tie si chiude su un rovescio vincente della Mauresmo.

Nel terzo, la Pierce subisce un break in avvio ma vince tre game di fila; Amélie però impatta sul 4-4 e si porta 0-40 nel game successivo sul servizio della 30enne connazionale che trova un rovescio vincente sulla riga per annullare la seconda palla break. Ma spara un dritto largo e permette alla Mauresmo di servire per il match. Amélie commette un doppio fallo e si ritrova 0-40, ma cinque errori gratuiti di fila dell’avversaria le regalano il primo grande successo della sua carriera. Una carriera da Artista.
 

2006
Justine Henin-Hardenne b. Amélie Mauresmo 6–4, 6–3

Primo sigillo al Master per Justine Henin, già certa di chiudere la stagione da numero 1 dopo la vittoria in semifinale su Maria Sharapova (che l’aveva sconfitta in finale a Flushing Meadows). La belga diventa così la quinta giocatrice di sempre, la prima dopo Steffi Graf (1993) a raggiungere la finale nei quattro Slam e ai Championships nella stessa stagione.

Nella finale di Madrid supera Amelie Mauresmo, da cui aveva perso in finale agli Australian Open e a Wimbledon. “Ha giocato meglio di me oggi” commenta la francese, “non sono riuscita a salire di livello quando serviva”.

Per la Henin è il sesto titolo stagionale. “Per me è come vincere uno Slam” commenta la belga, che ha conquistato il Roland Garros in finale su Svetlana Kuznetsova. “E’ stata una sfida dura, ma ho dimostrato molte cose a me stessa vincendo oggi e chiudendo l’anno da numero 1”.
 

2007
Justine Henin b. Maria Sharapova 5–7, 7–5, 6–3

La finale più lunga nella storia del Master da quando da quando non si gioca più 3 set su 5. Justine Henin ha avuto bisogno di 3 ore e 25 per domare Maria Sharapova: e pensare che la russa pensava addirittura di non giocare il torneo di fine anno per un infortunio alla spalla.

Per la Henin è la 25ma vittoria consecutiva (nel 1989 la Graf aveva chiuso l’anno con una serie di 38 vittorie di fila dopo la finale del Roland Garros). La belga è la prima giocatrice proprio dopo la Graf (1996) a vincere Roland Garros, Us Open e Master nella stessa stagione. È anche la prima a vincere più di 5 milioni di dollari in un solo anno. Non male, considerato che ha saltato tutto il mese di gennaio e gli Australian Open a causa del suo divorzio.

“Mi sono sentita un po’ nervosa” ha ammesso la Henin, convinta che la chiave della vittoria sia stata la sua maggiore aggressività nelle fasi finali del match. E in effetti la belga spesso è scesa a rete per evitare che la Sharapova potesse costringerla sulla difensiva con la maggiore potenza da fondo. Il 12mo game del primo set è una mini-maratona: 26 punti, con la Henin che salva 7 set point, alcuni su errori dell’avversaria, un paio con un paio di dritti incrociati da applausi. Ma quello non è il suo colpo preferito, si sa, e proprio una stecca da quel lato dà alla Sharapova il break decisivo per chiudere il primo set.

Ma nel secondo, sul 4-4, Maria incappa in un doppio fallo e incassa, subito dopo, la risposta vincente di dritto della Henin che allunga al terzo. Ma la russa, che pure riesce a recuperare un break di vantaggio, balbetta troppo al servizio e gli incitamenti che arrivano dagli spalti non bastano. Ha il merito di lottare fino all’ultimo e annullare quattro match point, ma il quinto è quello buono per Justine.
 

2008
Venus Williams b. Vera Zvonareva 6–7(5–7), 6–0, 6–2

Finale tra le due giocatrici con la più bassa classifica tra le otto partecipanti. Venus, al terzo Master in carriera nonostante otto qualificazioni (ha raggiunto al massimo la semifinale, ritirandosi l’ultima volta nel 2002 ed è stata costretta a non giocare in cinque occasioni a causa di infortuni) conquista per la prima volta il titolo. La russa si consola chiudendo la stagione al numero 7 della classifica avendo iniziato fuori dalle prime 20. “E’ fantastico finire la stagione così” ha commentato Venus, già vincitrice di Wimbledon in stagione.

Inizia male, però, la finale di Venus che perde il servizio al secondo game complice un doppio fallo e un errore di rovescio. La Zvonareva salva due palle del controbreak e allunga 5-2 sbagliando pochissimo. Ma spreca quattro set point e spedisce un rovescio a rete che danno a Venus il break del 5-4. Si va al tiebreak, con Venus che sale 5-1 ma subisce due minibreak di fila (uno con un doppio fallo) e si ritrova 5-4. La Zvonareva completa una serie di sei punti di fila, anche grazie a un nastro fortunato sul set point e si impone 7 punti a 5.

Ma la russa, che nel tentativo di qualificarsi al Master ha giocato tutte le settimane dagli Us Open in poi, non ne ha più. Può solo recuperare un break di svantaggio in avvio di terzo set, ma conclude in lacrime dopo aver vinto solo altri due game. Venus chiude con un vincente di dritto dopo 2 ore e 10 minuti.
 

Qui la parte finale del match


2009 
Serena Williams b. Venus Williams 6–2, 7–6(7–4)

“Quando sono arrivata qui, a Doha, non pensavo di vincere” commenta Serena Williams dopo aver vinto il suo secondo Master, il suo terzo titolo stagionale. È la quarta vittoria consecutiva su Venus, la più “anziana” in tabellone, battuta dalla sorella più giovane anche nel round-robin.

Venus, che si è qualificata nonostante due sconfitte nel girone (l’altra al debutto con la Dementieva), arriva in finale dopo aver giocato complessivamente 11 ore e non è al meglio. Ha più energie Serena che nel primo set brekka due volte e perde solo sette punti al servizio. “Ho visto Venus rispondere meglio in passato” ha detto Serena, “ma oggi credo di aver servito davvero bene”. Nel secondo c’è più partita, ma Venus si impone al tiebreak chiudendo con il quinto ace e con un vincente di dritto in cross. Si porta così in vantaggio 13-10 nei confronti diretti “in famiglia”.
 


2010
Kim Clijsters b. Caroline Wozniacki 6-3, 5-7, 6-3

In un’edizione del Master segnata dalla commozione per l’annuncio del ritiro di Elena Dementieva, Kim Clijsters diventa la quinta giocatrice nella storia del torneo a vincere il titolo per tre volte eguagliando Monica Seles. Solo Martina Navratilova (8), Steffi Graf (5) e Chris Evert (4) hanno fatto meglio.

Per la belga è il quinto titolo stagionale, il 40mo della carriera. Superato lo spavento per l’incidente stradale del giorno prima con un camion che colpisce l’auto che stava trasportando lei e il manager al Khalifa Center per la semifinale con Sam Stosur, la Clijsters vince il primo set in 54 minuti e sembra in totale controllo nel secondo. Ma dal 4-1 subisce il ritorno della danese, che vince sette dei successivi otto game. La Wozniacki, la più giovane a chiudere l’anno al numero 1 dopo Martina Hingis, sale avanti di un break in avvio del terzo ma la Clijsters fa valere la maggiore esperienza e chiude in 2 ore e 19.

 

Alessandro Mastroluca

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