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29/10/2011 21:38 CEST - Storie di tennis

Anni 2000: i talenti sprecati

TENNIS - Divertissement tennistico di fine stagione. Abbiamo provato a indicare i dieci giocatori che hanno ottenuto meno rispetto alle potenzialità e al talento, almeno sulla carta, tra quelli in attività negli anni Duemila. Da Dimitrov a Gulbis, da Berdych a Haas, da Murray a Nalbandian: carrellata di chi, per ragioni diverse, potrebbe o avrebbe potuto dare di più. And the winner is... Alessio Morra

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Negli ultimi anni il dibattito, già classico, sul migliore di sempre è stato tirato in ballo, praticamente, sempre. Con Federer, paragonato a Sampras o a Rod Laver. Mentre Nadal si è dovuto accontentare del parallelo con Bjorn Borg.

Passando dallo zenit al nadir, più di qualcuno si è chiesto chi è stato il più forte giocatore a non aver mai un torneo del Grande Slam. Qui, invece, proviamo a capire chi ha ottenuto meno dalla sua carriera, prendendo in esame ‘solo’ chi ha giocato negli anni duemila.

10 Grigor Dimitrov Da un paio d’anni si parla di lui come il nuovo Federer. Lo imita nel gioco e nei movimenti, lo sponsor è pure lo stesso. Ma al di là di un set vinto contro Nadal, a Rotterdam nel 2009, il bulgaro ha fatto davvero poco. I suoi difensori dicono: ‘Ha solo vent’anni, ha tutta la vita davanti. Quando Federer ha vinto Wimbledon per la prima volta nel 2003, aveva (quasi) ventidue anni’. Però alla sua età Pete Sampras aveva già trionfato a New York. Per eguagliare il primo slam vinto dall’attuale numero uno del mondo, Nole Djokovic, dovrebbe vincere a Melbourne tra un paio di mesi. Riesce difficile immaginarlo. Il bulgaro non ha mai giocato nemmeno le semifinali in un torneo Atp.

9 Ernests Gulbis Se continua così il lettone fra qualche anno scalerà ancora le posizioni, in questa classifica. Addirittura abusata nei suoi confronti la definizione di ‘genio e sregolatezza’. In molti lo vedevano numero uno.
Ma in questo momento viene ricordato per un bel match con Nadal, a Wimbledon (’08), e per una miriade di partite buttate. Due tornei al suo attivo, ma di seconda (o terza) fascia.

8 Tomas Berdych Forse sarà stato sopravvalutato all’inizio della sua carriera. Forse sarà stata colpa di quella vittoria alle Olimpiadi su Federer, ma dal ceco ci si attendeva qualcosa di più. Anche se qualcosa di buono l’ha fatto Berdych. Una finale a Wimbledon l’ha raggiunta, è giunto in semifinale al Roland Garros, ha vinto tornei su tutte le superfici (il migliore Bercy), ha portato la Rep. Ceca in finale di Davis. Caratterialmente è sembrato sempre inferiore ai primissimi. Resterà in eterno un incompiuto?

7 Guillermo Coria Breve, ma intensa la carriera del ‘mago’. Con un grosso rimpianto, il suo sogno, il Roland Garros. Coria, un piccolo funambolo con la racchetta, è andato vicinissimo al suo sogno. Una finale indimenticabile, praticamente vinta, poi trasformatasi in un dramma sportivo, in cui Guillermo arrivò due volte al matchpoint. Svanisce il sogno e svanisce Coria. Prima di scomparire dal tennis ad alto livello duella con Nadal, che lo manda definitivamente al tappeto.

6 Richard Gasquet ‘Grandissimo talento, ma fisico non altezza. Fosse nato in un’altra epoca chissà cos’avrebbe combinato.’ Questo è il refrain classico che accompagna il francese. Richard, però, mentalmente non è mai stato o forse non si è mai sentito il numero uno. Bello da vedere, il suo rovescio è meraviglioso, ma sempre poco concreto. Nessun grande torneo vinto, una sola volta in semifinale a Wimbledon. Pochissimo per un così bravo. Nella vita non tutti possono raggiungere il primo posto, ma almeno poteva essere il primo dei secondi.

5 Andy Roddick Considerata la concorrenza e considerati i mezzi tecnici forse è ingiusto inserire Roddick. In fondo l’americano è stato numero uno del mondo, ha vinto gli US Open, ha raggiunto altre quattro finali Slam, perse tutte da Federer. Però l’ARod dei tempi d’oro, quello che aveva grinta da vendere e che, quando era in vena, al servizio era ingiocabile, avrebbe potuto (e dovuto) tenere il passo dei suoi nuovi inquilini, che rapidamente lo hanno sfrattato.

4 Andy Murray Lo scozzese è ancora in tempo per vincere un torneo dello Slam e forse anche per diventare numero uno del mondo. Ha vinto gli ultimi tre tornei che ha giocato. Però, nel momento decisivo viene sempre meno, anche perché gli altri (tre) hanno più armi di lui. E’ uno straordinario piazzato. Ha la straordinaria qualità di vincere sempre il torneo che precede il grande appuntamento, dove, sinora, si è sempre fermato un chilometro prima del traguardo.

3 Tommy Haas Lui e Kiefer all’inizio della carriera si sono divisi il ruolo di erede di Becker. Nessuno dei due è riuscito ad emergere. Haas è diventato numero due del mondo. E’ arrivato in semifinale a Melbourne e a Wimbledon, ed è ha avuto tanti problemi fisici. Una buonissima carriera. Ma nel periodo d’interregno tra Sampras e Federer c’era spazio per tutti. E Tommy, tedesco di Florida, non è riuscito a sfruttare il vuoto.

2 David Nalbandian Ah se si fosse allenato con la continuità di Wilander…E’ sicuramente uno dei più giocatori talentuosi dell’ultimo decennio. Ventenne arrivò, quasi per caso, in finale a Wimbledon. Ha raggiunto le semifinali negli altri tre tornei dello Slam, a New York fu derubato. Se ci fosse stato il ‘falco’ avrebbe vinto. Ha portato per tre volte l’Argentina in finale di Davis. Ha battuto otto volte Federer, ha vinto un Masters, è stato numero tre. Ma, alla fine il bersaglio grosso non lo ha mai centrato.

1 Marat Safin Due tornei dello Slam vinti, il primo a vent’anni, due Davis le ha portate al Cremlino, numero uno del mondo. Pochi fanno parte di questa ristretta elite. Eppure quando si parla di Marat, più conosciuto con il nome che con il cognome, c’è sempre quella vena di rimpianto. Perché chi lo ha visto demolire Sampras in finale a US Open e chi lo ha visto battere Federer, in un’indimenticabile semifinale a Melbourne, non può non pensare che Safin con i colpi che aveva, avrebbe potuto portare a casa molti più Slam di quelli che ha conquistato e per molti anni avrebbe dovuto stazionare nelle prime posizioni mondiali.

Alessio Morra

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