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02/12/2011 13:50 CEST - Coppa Davis

Argentini testati, Spagnoli no

TENNIS - I giornali spagnoli analizzano ogni angolo della sfida tra Spagna e Argentina: tutti d’accordo sul ruolo di favorita della Armata Rossa, ma c’è chi ricorda che la Davis è in debito con gli argentini. Nel 2008 i litigi sui premi e la scarsa leadership del capitano Mancini sfasciarono il gruppo ancor prima di cominciare. Oggi sembra essere un’altra storia. Tutti pazzi per Monaco. Da Siviglia, Teo Gallo

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Siviglia, città talismano per lo sport spagnolo: al cielo di Andalusia si alzò la Davis del 2004, quella firmata da Moya e che segnò l’inizio dell’era Nadal. Qui si giocò la famosa partita Spagna-Malta, finita 12-1 per i padroni di casa che riuscirono con quella differenza reti a qualificarsi per l’Europeo dell’84. Qui, nello stadio Sanchez Pizjuan, Hierro castigò di testa la Danimarca in un’altra partita che gli spagnoli ricordano volentieri.

La finale che inizia oggi non si gioca al Sanchez Pizjuan, ma sempre di uno stadio si tratta. E’ l’Olimpico, anche se le Olimpiadi non le hanno mai viste da queste parti. D’altronde il nome suona bene e non si sa mai. In questo stadio nel 1999 Michael Johnson batte il record dei 400m, mica roba da poco. Meglio una vittoria in Davis o un’Olimpiade in città? Per ora Siviglia si accontenta di aver vinto la gara con Valencia e Madrid e accoglie i suoi campioni con grande “ilusiòn, traducibile in italiano con “speranza, aspettativa”. Ilusion è la parola sulla bocca di tutti, dai giocatori ai giornalisti di casa che passeggiano con aria sicura e si guardano in cagnesco con gli argentini.

Hacer pigna, ovvero stare uniti fin dal primo punto, come una famiglia. Un atteggiamento che risulta naturale per chi è ormai abituato a vincere. Il dado del sorteggio è stato tratto: Nadal giocherà il primo delicatissimo match contro “Pico” Monaco, l’amico con cui sfida alla playstation gli altri giocatori del circuito e l’argentino che ha più amicizie tra i giocatori spagnoli. Nalbandian starà in panchina per tutto il venerdì, come Del Piero ormai è un vecchio capitano senza posto fisso, ma attenzione alle sorprese. Potrà mettere tutto sé stesso nel doppio di sabato e si mormora che un eventuale match decisivo sul 2-2 sarebbe roba sua. Monaco è chiamato dunque all’impresa, sua la missione impossibile di far fuori l’asso di denari e metere sottosopra la finale.

I giornali hanno completato la traiettoria di avvicinamento pubblicando guide alla finale, come quella dell’ABC, giornale di centro-destra, che esalta il sindaco della città, pronto a ricordare i benefici economici (circa 30 milioni solo in hotel e ristoranti) dell’operazione-Davis. Non tutti infatti erano contenti di questa decisione, ma oramai è arrivato il giorno X e i sevillani fanno gruppo, hacen pina, come Rafa, Ferrer, Feliciano e Verdasco. Poco spazio ai giocatori argentini, relegati alle ultime pagine della guida.

AS: “Vamos Espana“, titola oggi in prima, scommettendo sul tutto esaurito (pare ci siano ancora 5-600 biglietti in vendita) e dunque sul record di spettatori per un match di tennis. “L’Armata contro il sogno argentino” continua all’interno, dove si ricorda l’arrivo previsto a mezzogiorno, di re Juan Carlos. “Il monarca passerà almeno 2 giorni a Siviglia e dormirà negli alloggi reali”.

EL PAIS: Molta attenzione a Juan Monaco, considerato l’asso nella manica (El as en la manga) degli argentini. L’inviato J.J.Mateo riporta le parole di Josè Luis Clerc, finalista nell’edizione 1981. Clerc si dice d’accordo con la scelta di Monaco primo singolarista: “La questione fisica sarà fondamentale, c’è bisogno di gente che sia al 100%". Clerc ricorda che tutto il paese sudamericano sarà davanti alla tv come si trattasse di una finale del Mondiale di Calcio: “La pressione è evidente per i nostri giocatori, ma forse ai tempi miei e di Vilas lo era anche di più

Anche Coria è interpellato dal giornale che per primo inguaiò Berlusconi per le foto di Villa Certosa: gli chiedono spiegazioni sul fatto che argentina non abbia mai vinto l’insalatiera (che poi assomiglia di più a una ponchera): “E’ difficile trovare una spiegazione – dice Coria, ex numero 3 – Mar de Plata ci è servita come esperienza, una cosa così non capiterà mai più. Oggi sono tutti uniti". “Nel 2008 le condizioni erano ottimali ma si scatenò una guerra di ego” racconta Sebastian Fest, autore del libro Enredados , che narra i retroscena di quella sconfitta clamorosa. Fest parla di un problema nella spartizione dei premi: “A Del Potro toccava la quinta parte del premio di Nalbandian, e suo padre a quel punto cominciò a protestare. Non basta. Nalba voleva giocare a Cordoba. Il governo a Mar de Plata. David arrivò a minacciare di non giocare la finale. I problemi continuano quando tocca scegliere la superficie: il veterano e il giovane campione emergente non sono d’accordo sul tipo di pista, che viene dipinta e ridipinta, smontata e rimontata.

“In quella situazione si creò la tempesta perfetta” - conclude Fest- “ e il capitano Alberto Mancini si mostrò debole e incapace di prendere decisioni”. Una cosa sembra sicura: Nalbandian e Del Potro non sono amici. Da quella sciagurata finale fino ad oggi hanno giocato insieme in Davis solo una volta. Un vantaggio in più per la banda di Rafa.

Monaco è il 26 del mondo e sta attraversando uno dei migliori momenti della carriera. Un “maratoneta dai polmoni infiniti” lo definisce El Paìs. L’obbiettivo minimo è tenere Nadal in campo il maggior tempo possibile. Pico risponde presente: “Sono a disposizione del capitano”.

La storia e i suoi misteri” è il titolo di un altro pezzo uscito stamattina, in cui Mateo ricorda l’antidoping all’alba per gli argentini e chiacchiera con Toni Nadal sulle condizioni del campo e i vantaggi della terra rossa per il dritto liftato di suo nipote. “Gli spagnoli da dieci anni usano sempre lo stesso tipo di palline nelle partite casalinghe”. Rafa è imbattuto da 18 incontri

LA RAZON si concentra sullo sciopero dell’aeroporto che rischia di creare non pochi problemi, ma poi rassicura la popolazione: “Ci sono 40 volontari della Protezione Civile pronti ad intervenire”. All’interno, nella sezione sportiva, si lascia andare con un “Verso la Quinta” che sa tanto di menagramo. Albert Costa sottolinea come la presenza di Rafa nel primo singolare tranquillizzi tutta la squadra.

L’ossessione contro l’abitudine” è forse il titolo migliore della giornata e stranamente lo ha partorito El Mundo. Si parla molto del controllo antidoping che ha costretto gli argentini ad alzarsi alle 6.30 nel loro giorno libero. Anche Nadal ha solidarizzato con i colleghi: “Va bene lo sport pulito, ma c’è modo e modo di fare le cose”. Spazio a Monaco, all’esordio in una finale visto che nel 2008 gli fu preferito Acasuso e rimase in panchina ad assistere alla disfatta. L’amichetto di Nadal è trattato con i guanti dalla stampa spagnola, che ricorda la bellissima fidanzata Zaira e la passione per il calcio e per l’Estudiantes.

Il Diario de Sevilla apre con “Al servizio, Nadal”, e offre una breve intervista a Moya, che avverte: “Siamo favoriti, ma questa competizione è in debito con gli argentini”. Lo sport offre sempre una rivincita, di sorprese clamorose è intrisa la storia.
 

Teo Gallo

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