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10/12/2011 15:45 CEST - 2011 REVIEW

Un anno di WTA dalla A alla Z

TENNIS - Prima di dedicarci agli uomini, ripercorriamo la stagione delle ragazze attraverso le lettere dell'alfabeto. Non solo le giocatrici (Kvitova, Wozniacki e le altre), ma anche tanti spunti come le esibizioni, la Fed Cup (avete notato che nessuno ne parla?), Giappone, Stati Uniti e...Roberta Vinci. La tarantina è l'unica in grado di unire i critici più severi e gli italianisti più convinti. Una specie di miracolo. Massimo Garlando

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Doverosa premessa: spesso, nei miei pezzi tennistici, non sono stato molto tenero nei confronti del tennis femminile che, invero, non sembra attraversare un periodo di forma smagliante. Mi pareva quindi giusto, come fioretto prenatalizio, tentare un'analisi della stagione rosa 2011, a titolo di catarsi. Spero che Babbo Natale apprezzi.

A come AZARENKA: sembra pronta, dopo un 2011 di discreta crescita, al salto di qualità definitivo. Sembra, appunto, perché Vika è una delle tante che, specie negli Slam, quando il gioco si fa duro si mettono in mutua. Se non dovesse riuscire nel buon proposito, la proporrò per una wild card alla sagra dell'urlo libero di Monforte d'Alba, dove farà senz'altro la sua porca figura.

B come BARTOLI: La simpatica Marion ha una peculiarità: riesce, ogniqualvolta sono costretto a seguire un suo match, a farmi tifare inesorabilmente per la sua avversaria. Avrei dei dubbi pure in caso di scontro tra Bartoli e Santanché, anche se alla fine sceglierei di gufare la Santanché perché è di Cuneo e mi ricorda ogni giorno che anche la provincia dove ci sono le mie radici non è immune da difetti. Capisco chi invoca come giustificazione la sua non semplice situazione familiare, ma il tremendo repertorio di mossette, pugnetti e, soprattutto, colpi provati a vuoto (per tacere del servizio) non mi consente di essere obiettivo. Due titoli minori nel 2011, ma con la soddisfazione della vittoria in finale con due vincitrici Slam, chiude l’anno nelle top10.

C come CLIJSTERS. Stagione calvario, infortuni a raffica, anche grotteschi, come quello alla caviglia procurato durante un ballo ad un matrimonio (pogava?). In definitiva, gioca seriamente per i primi tre mesi (scarsi) di circuito, durante i quali riesce a portare a casa il suo primo Australian Open. Le ultime voci la danno in ottima forma in vista dell’imminente 2012, che potrebbe essere la stagione del definitivo ritiro. Sarà una chiusura col botto?

D come DEMENTIEVA: aaaaah, da quando Baggio non gioca più, non è più domenica. Vabbè, paragoni blasfemi a parte, è passato un anno dal ritiro della Dea e la sua assenza nel circuito si fa sentire. Personalmente, mi mancano molto la sua innata eleganza e quell'adorabile tendenza al doppio fallo nei momenti decisivi.

E come ESIBIZIONE: La stagione tennistica si conclude al Forum di Assago, con l'esibizione tra le sorelle Williams e le Castore&Polluce dell'italtennis, Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. Non entro nel merito, perché non ero  presente e non sono abituato a criticare un film senza prima, prima vederlo, ma
mi permetto due considerazioni.L'impianto era stracolmo, 11000 biglietti staccati per un evento non
agonistico, oltretutto in un weekend tradizionalmente dedicato allo shopping prenatalizio. E questo fa pensare alle potenzialità del tennis in Italia, sono certo che con un'adeguata promozione non avrebbe nulla o quasi da invidiare agli altri sport maggiori (calcio a parte).D'altro canto, l'appuntamento è stato preceduto su Sky (detentrice dei diritti) da un mirabolante servizio sullo shopping milanese compulsivo delle sorellone e, sul sito, da un raccapricciante fotoromanzo on line. Non leggevo un fotoromanzo da quando accompagnavo mia nonna dalla parrucchiera, e si era alla fine degli anni '70. E questo fa pensare che, a volte, è meglio quando non se ne parla proprio, di tennis.

F come FED CUP: Niente tris consecutivo. La Davis al femminile, diamante incastonato tra le perle del movimento in salute, abbandona l'Italia e approda, per la prima volta, in Repubblica Ceca. Oddio, per la prima volta si fa per dire, visto che la piazza di antichi fasti vestita aveva già assistito a più di un trionfo, quando ancora c'era il Muro di Berlino e suonava l'inno della Cecoslovacchia.

G come GIAPPONE. Ha fatto cose notevoli, anche quest’anno, l’ultraquarantenne Kimiko Date-Krumm. Per esempio, ha chiuso la stagione tra le prime 100 giocatrici del mondo (proprio al numero 100, come un ladro nella notte), invero grazie all’aiuto di molti punti conquistati nel circuito minore, verso la fine dell’anno. Ha poi deliziato il pubblico di Wimbledon con un primo set pazzesco, nell’incontro di secondo turno contro Venus Williams, poi perso per 8-6 al terzo (superando il primo era diventata la seconda giocatrice più anziana a
superare un turno in uno slam dopo, ça va sans dire, Martina Navratilova). Ma a me piace ricordarne anche l’impegno per le popolazioni colpite dal terremoto-tsunami in Giappone, con il nobile intento di restituire speranza attraverso lo sport. Continuerà anche nel 2012, cercando soprattutto di divertirsi, e sono sicuro che si toglierà ancora qualche sfizio.

H come HUBER-RAYMOND: citazione d'obbligo, per le vincitrici del Masters di doppio e dell'US Open, in una stagione equilibrata (per gli ottimisti) o senza padroni (per i disfattisti).

I come ITALIANE. La stagione si chiude con una finale al Roland Garros (Schiavone), un quarto a New York (Pennetta), un altro a Melbourne (Schiavone), una semifinale di Fed Cup e 4 titoli di singolare in cascina (3 per merito di Robertina Vinci, uno grazie ad Alberta Brianti). E il bello è che, a conti fatti e facendo un confronto con gli anni precedenti, vien quasi da storcere il naso e parlare di mezza delusione. Non è che, per caso, ci siamo abituati troppo bene? Occhio, perché gli anni di vacche grasse non durano in eterno, e l’età media della nostra generazione di fenomeni non autorizza progetti a lungo termine (dato che i ricambi, all’orizzonte, non si vedono).

J come JOVANOVSKI. Tennista serba in resistibile ascesa, all’inizio dell’anno sembrava pronta per un salto in avanti e invece ha chiuso il 2011 praticamente con lo stesso ranking di dicembre 2010. Ma non è questo il punto; la sua stagione ha, comunque, riservato un piccolo capolavoro ai primi di agosto: iscritta al torneo di San Diego, invece di atterrare all’aeroporto di Carlsbad in California è scesa a Carlsbad in New Mexico. Località omonima, ma 1500 chilometri di distanza. E’ poi riuscita a raggiungere il posto giusto, ma soltanto mezz’ora prima di scendere in campo, ed è stata sconfitta da Robertina Vinci.

K come KVITOVA. Wimbledon, Masters di Istanbul, Fed Cup, numero uno in arrivo. Per descrivere la stagione di una tennista che, ad inizio anno, era sì un buon prospetto, ma con molti punti interrogativi, non mi pare che ci sia bisogno di aggiungere altro. Unico neo, la sconfitta al primo turno a New York, ma a quanto pare la maledizione del primo Slam è davvero implacabile.

L come LISICKI. Il canguro dell'anno, inizia il 2011 al numero 179 e termina al 15, best ranking in carriera. La classifica, assai bugiarda, era frutto di un 2010 tribolatissimo a causa di un infortunio alla caviglia e anche questa stagione, sotto questo aspetto, non era iniziata in maniera straordinaria. Prima uno stop a Indian Wells e poi l'uscita dal campo in barella (e in lacrime) al Roland Garros, al termine di un match con la Zvonareva in cui si era trovata avanti per 5-2 al terzo, prima di perdere 7-5, vinta dai crampi e da un abbassamento di pressione. La stagione sull'erba ce l'ha restituita al top, giovane promessa in grado di dare fastidio a chiunque, col la vittoria a Birmingham e la semifinale a Wimbledon, dove per tre giochi ha anche accarezzato l'idea dell'impresa contro la Sharapova. Se gli dei del tennis proteggeranno i suoi fragili equilibrii, potrebbe essere
il crack del 2012.

M come MARTINA HINGIS. Torna? Non torna? La vedremo agli Australian Open? O alle Olimpiadi? Solo in doppio? In coppia con Federer? Ma, in fondo, ma chissenefrega?

N come NA LI o LI NA. La Cina è vicina (al suo primo Slam) in Australia, la Cina ci arriva a Parigi, con buona pace della campionessa uscente. Poi sparisce, vinta forse da una popolarità che, alle sue latitudini, non è facilmente gestibile. Se riuscirà a convivere con gli effetti collaterali del successo, probabilmente tornerà a buoni livelli, vista la sua poliedricità; altrimenti, vista anche l'età non più verdissima, resterà negli annali come una campionessa che ha ballato per una stagione e, comunque, non avrà di che lamentarsene.

O come OPRANDI. Dopo un inizio terribile (una sfilza di primi turni che neanche il vecchio Spadea) Kimi, a fine stagione, ha conquistato una vagonata di punti nel circuito Itf americano, a dimostrazione del fatto che i suoi tagli e le smorzate fanno ancora male, appena si scende un po' di livello. In mezzo, incastonata in una stagione da 6+, la perla della vittoria con la Clijsters, a mezzo servizio ma sempre Clijsters, sull'erba di'S-Hertogenbosch (torneo nel quale ha poi raggiunto le semifinali).

P come PATTY SCHNYDER. Si ritira a maggio, concludendo una carriera che l’ha vista sì entrare nelle top 10, ma il cui palmares non rende giustizia all’indiscutibile talento, limitato com’è stato da problemi familiari, santoni ed evidenti limiti caratteriali. Resterà, oltre al suo delizioso mancino, anche quella situazione di incertezza che si respirava durante i suoi terzi set, impossibili da pronosticare e mai chiusi, anche sul 5-0 (ma pure sullo 0-5, qualche recupero folle in carriera lo ha fatto pure lei).

Q come QUATTRO. Il ranking di fine anno di MARIA SHARAPOVA. Concedetemi un minimo di disinvoltura per le lettere più difficili, dai.

R come RADWANSKA. Agnese dolce Agnese, color di cioccolata, adesso che ci penso, non t'ho mai tifata. Però, però. Nella seconda parte della stagione ha lasciato intravedere alcuni segnali incoraggianti, in particolare nella gestione dei match già vinti, quelli che tanto fanno imbufalire Federico Ferrero. Se dovesse riuscire a sistemare ancora qualche tassello, mah, quasi quasi ce lo butterei un euro sulla Radwanska vincitrice di uno Slam nel 2012, per la gioia della Polonia tutta e del programmatore di Eurosport International.

S come STOSUR. Mentre l'Australia maschile arranca terribilmente (un quarto Slam di Tomic non fa primavera), Samantha realizza l'impresa a New York, capovolgendo l'esito di quella che sembrava la finale Slam più scontata degli ultimi 15 anni. Brava.

T come TENNIS. Tennis femminile, non disciplina sportiva simile al tennis praticata dalle ragazze. Ripeterò questo mantra per tutto il mese sabbatico, anche durante le feste comandate, anche durante il pranzo di Natale. Me lo merito.

U come USA. Nessun titolo Slam, neanche l'ombra di una top 10, il nulla o quasi dietro le attempate (e sempre più distratte) sorellone, tempi duri per il tennis femminile a stelle e strisce. Vabbè, c'è sempre la prestigiosa vittoria nella Hopman Cup (grazie, per la parte che qui ci interessa, all'eccentrica Bethanie Mattek) e le Williams, qualunque cosa - spesso fuori dal campo - avvenga, fanno sempre notizia. In tempi di carestia, anche un brodino è bene accetto.

V come VINCI. E’ sempre stata, Robertina, l’anello di congiunzione tra l’esteta e l’italianista, l’atleta capace di mettere d’accordo il teorico del si stava meglio quando si stava peggio e l’appassionato che si è fatto marchiare a fuoco il logo di Supertennis. Personalmente, la seguo con estrema simpatia da anni, non tanto per ragioni patriottiche, ma perché è una delle poche interpreti del tennis femminile a consentirmi di spiegare ai miei figli che cos’era il tennis (non dico di una Navratilova, ma almeno) di una Mandlikova o di una Novotna. Il 2011 è stato l’anno dei tre tornei vinti e dell’ingresso nelle prime 20 giocatrici del mondo; un calo comprensibile a fine stagione (nella parte centrale ha giocato davvero tantissimo, in singolare e in doppio) e un piccolo rimpianto: a Wimbledon, con un altro tabellone, che non le avesse messo di fronte quasi subito la schiacciasassi Kvitova, avrebbe potuto davvero fare un’impresa.

W come WOZNIACKI. Ottima annata, anzitutto a livello agonistico, perché ha iniziato e concluso la stagione al numero uno. Ma si può parlare di segno più a 360°, visto che è riuscita a costruirsi un'immagine positiva, brillante e piacevole; simpatica nei siparietti in campo, sempre solare nelle interviste, deliziosa nello spot delle Turkish Airlines...... ops, chiedo scusa... (BUONISMO, ESCI DA QUESTO CORPO!)... sì, dicevamo, come al solito le finali Slam la vedono spettatrice, alla resa dei conti anche nel 2011 il Wall-zniacki non si rivela così impenetrabile. La sua imbarazzante dittatura, agevolata dalla dispersione di punti tra le sue potenziali avversarie, sta per terminare. Probabilmente sotto le badilate della Kvitova, perché non si può avere tutto dalla vita, ma tant'è.Oh, adesso mi riconosco.

X come NIENTE. Nulla, nada, zero. La X non ce l’ho, abbiate pazienza. X come Xisca non è credibile, perché Nadal non fa parte della Wta, X come Xilofono va bene per imparare l’alfabeto in prima elementare, ma col tennis c’entra poco. C’è un limite anche alla fantasia, scusate.

Y come UHMMM. Porca miseria, a casa la sapevo… Ah, sì, questa ce l’ho, YAKIMOVA, numero 62 del mondo, mica pizza e fichi.

Z come ZVONAREVA. Doveroso concludere la rassegna con la Z di Vera, già Piagnisteva, un'altra tennista per cui ad inizio anno l'approdo sulla poltrona di numero uno del mondo non pareva impossibile (e questo la dice lunga sul credito che veniva dato all'ipotesi di una conferma della leadership della Wozniacki). Il problema è che gli anni passano, i figli crescono, le mamme imbiancano e le occasioni difficilmente si ripresentano.

PS: I più attenti avranno notato come l'unica top10 assente in questa lista sia Andrea Petkovic. Eh? In grande ascesa, personaggio dentro e fuori dal campo, come si fa a non nominarla? Si fa (anche se, in effetti, la sto
nominando ora). Quando avrà vinto uno Slam (o anche solo fatto finale) ne parlerò volentieri, sui cabarettisti avrò modo di trattare più diffusamente nel resoconto annuale dell'Atp.Buon 2012 a tutte.

Massimo Garlando

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