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09/12/2011 20:00 CEST - IL PERSONAGGIO

Il favoloso mondo della Bartoli

TENNIS - Marion Bartoli, una delle "quadrumani" del circuito, non è mai stata continua ma è sempre riuscita a trovare dei picchi di rendimento di assoluto valore. Nonostante la sua efficacia ha sempre peccato in fase di programmazione, tendendo a giocare troppo, arrivando esausta agli appuntamenti importanti. Profilo di una giocatrice controversa ed interessante. Alessio Morra

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Per anni la risposta isolana del tennis femminile, all’isolano Nadal, è stata Marion Bartoli. Naturalmente non è la stessa cosa. Rafa ha vinto dieci tornei dello Slam, Marion ha vinto sette tornei in carriera. La francese che quest’anno è tornata tra le prime dieci al mondo ed ha raggiunto per la prima volta le semifinali al Roland Garros, è un bel personaggio.

 

La Bartoli, però, è nata a Le Puy en Velay un paese che ha meno di ventimila abitanti, a un centinaio di chilometri da Lione, conosciuto da chi ha fatto il Cammino di Santiago. Erta è la via per chi va a Compostela. Altrettanto dura è la vita tennistica della Bartoli. Il papà, nato in Corsica, medico, educa al tennis la piccola Marion, che da quando ha sei anni usa la racchetta. Nel 2007 raggiunge la finale a Wimbledon, grazie a Pierce Brosnan, che, però, non assiste alla finale dove lei perde da Venus Williams. Chiude la stagione al decimo posto. Non riesce più a ripetersi. Negli Slam il miglior risultato sono i quarti agli Australian Open del 2009. Marion inizia il 2011 da numero 16 del mondo.
A Melbourne perde al secondo turno e perde una posizione. La finale di Indian Wells è prestigiosa, la riporta nelleprime dieci, grazie anche a vittorie di rilievo su Cljisters, Ivanovic, Petkovic e Wickmayer. Perde da Caroline
Wozniacki. Gioca tanto, ma vivacchia. L’aria di casa le fa bene. Finalista a Strasburgo, si ritira contro la Petkovic, è grande protagonista al Roland Garros.

A Parigi non sente la pressione e sfrutta bene il varco che si crea nel tabellone, quando perde la Wozniacki. Goerges, Dulko e Kutznetsova sono le rivali che batte per arrivare in semifinali. La Schiavone spegne i suoi sogni.
A Eastbourne, sull’amata erba, vince il primo torneo europeo della sua carriera, il sesto. In finale batte la Kvitova, che
poi trionferà a Wimbledon, dove la Bartoli vince un incredibile match con la Pennetta e sconfigge Serena Williams, stanca si consegna alla Lisicki. La seconda finale californiana della stagione, a Stanford, è figlia del buon momento diforma. Cicca tutto il resto dell’estate americana. A New York perde dalla McHale al secondo turno. A Osaka vince il secondo torneo stagionale, ma non basta per acciuffare il Masters di Istanbul, dove, comunque, è riserva, e gioca un match, grazie al ritiro della Sharapova.
Ha giocato tantissimo, ventinove tornei sono troppi, 83 partite in stagione rappresentano un record, se consideriamo che tra gli uomini solo Nadal ha giocato più di ottanta partite, è arrivato a 84 con la Coppa Davis. Adesso Marion si sta preparando per la nuova stagione, e si sta godendo l’Olympique Marsiglia, che ha raggiunto un’incredibile qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. L’obiettivo per il 2012 è, giocare meno tornei, avere più continuità e confermare almeno il risultato del Roland Garros.

 

Alessio Morra

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