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21/12/2011 21:55 CEST - VERSO IL 2012

Djokovic: "Posso ripetere il 2011"

TENNIS - Intervista al numero 1 del mondo, a meno di una settimana dall'inizio della nuova stagione - che per lui comincerà da Abu Dhabi e dalla lussuosa esibizione alla quale parteciperanno anche Nadal, Federer, Ferrer, Tsonga e Monfils: il Mubadala World Tennis Championship - in cui svela i suoi obiettivi per il 2012 e si dice pronto a ripetere l'incredibile stagione che l'ha visto protagonista. Stefano Pentagallo

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Il confine tra la vittoria e la sconfitta è piuttosto labile. Quei colpi che l'anno prima uscivano di un soffio, magari l'anno dopo entrano di un soffio. E Novak Djokovic questo lo sa bene, l'ha provato sulla sua pelle nella calda estate newyorchese. Ma ridurre ad un singolo momento una stagione colma di gioie e priva di delusioni sarebbe veramente riduttivo. La fortuna, d'altronde, aiuta gli audaci e rappresenta quell'ingrediente necessario affinché una grande annata possa trasformarsi in indimenticabile. Proprio così come è stata. Ed anche se può essere noioso e ripetitivo elencare i numeri da capogiro di una stagione da record (ai tifosi di Roger piace tanto scavare tra i numeri del loro beniamino) è utile a rendere l'idea dei risultati raggiunti: tre quarti di Slam (Australian Open, Wimbledon e Us Open), cinque Masters 1000 (record assoluto in una singola stagione), nuovo numero uno del mondo, settanta vittorie e sole sei sconfitte in stagione - tra cui due per ritiro, record di 41-0 sino alla semifinale del Roland Garros - ed un guadagno finale record di oltre 12 milioni di dollari.

Unica pecca un finale di stagione non all'altezza delle aspettative, causato dalla troppa voglia di strafare e dalla volontà (necessità?) di gettare il cuore oltre l'ostacolo per la sua gente. Ma "In questo momento gli infortuni appartengono al passato" ha affermato Nole, che ha potuto ritemprare lo spirito e la mente al sole delle Maldive, festeggiando con un bicchiere di vino alla gloria passata. "Più di uno in realtà," ha sorriso il serbo. "E il giorno dopo non è andata bene, ma avevo una buona scusa non dovendomi allenare."

E pensare che nulla aveva fatto presagire a quello che poi è stato. In tanti hanno ipotizzato sulle ragioni che hanno portato il serbo a compiere il definitivo salto di qualità. C'è chi, perfidamente, ha individuato nella camera ipobarica il segreto dei suoi successi, chi, invece, nel nuovo regime alimentare privo di glutine e chi, ancora, nella vittoria della sua Serbia in Davis, utile a dargli una rinnovata e definitiva consapevolezza dei propri mezzi, prima d'ora presente solo ad intermittenza. Ma nessuno meglio dello stesso Djokovic può spiegarci cosa è cambiato rispetto ad un anno fa. "Non puoi essere forte mentalmente all'inizio della tua carriera. Devi sviluppare. Devi lavorare. Devi essere paziente. Mi ci son voluti quattro, cinque anni nel circuito professionistico per capire veramente me stesso, per perfezionare il mio gioco il più possibile e per essere mentalmente pronto e fiducioso abbastanza per poter vincere i tornei più importanti."

Non bisogna dimenticarsi che Djokovic ha soli 24 anni e ancora margini di miglioramento. "È un qualcosa a cui sto puntando. Il gioco che possiedo è abbastanza buono per essere uno dei migliori su tutte le superfici, quindi ho solo bisogno di mantenere questo livello e di continuare a migliorare alcuni colpi del mio gioco in piccola percentuale." Ora, però, che il 2011 è ormai alle spalle, è tempo di concentrarsi sull'anno nuovo e sulla prossima stagione ormai imminente. Per la prima volta in carriera Djokovic sarà ad Abu Dhabi (è già sbarcato nell'Emirato) per giocare il Mubadala World Tennis Championship - alla sua quarta edizione - esibizione di lusso alla quale partecipano sei tra i migliori giocatori al mondo, tra cui Rafael Nadal e Roger Federer, e che mette in palio un montepremi da 250mila dollari. "Sono trascorse un paio di settimane dal mio ultimo match e ho avuto abbastanza tempo per recuperare fisicamente e mentalmente. Per questo ho deciso di essere qui, per affrontare i migliori giocatori al mondo e per assaporare sin da subito un'atmosfera Slam."

L'obiettivo per il 2012 è quello di puntare ad altri titoli dello Slam, con un occhio di riguardo alle Olimpiadi di Londra che si disputeranno sui sacri prati di Wimbledon. "È l'evento più prestigioso per ogni sportivo. Ho avuto l'onore di vincere una medaglia a Pechino ed è stata un'esperienza indimenticabile. Il prossimo anno ci sarà un nuovo Slam ed io voglio vincerlo." Dichiarazioni bellicose che fanno il paio con quelle sui suoi intenti in vista della nuova stagione. L'interrogativo più grande sarà: riuscirà Novak Djokovic a ripetere i successi ottenuti nel 2011 o patirà un inevitabile contraccolpo fisico e mentale? Il diretto interessato pur riconoscendo la difficoltà dell'impresa, non la esclude a priori. "Perché no? Penso che non abbia senso non essere ottimisti. Ho bisogno di credere nelle mie qualità, nelle mie capacità. Ho bisogno di credere di potermi ripetere quest'anno. Certo è che sarà un compito estremamente difficile da raggiungere, ma non si sa mai. Nulla è davvero impossibile." Detto da colui in grado di interrompere il duopolio tra Rafael Nadal e Roger Federer c'è da crederci.

Stefano Pentagallo

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