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28/12/2011 22:06 CEST - Storie di tennis

Splendori e miserie della numero 1 (p1)

TENNIS - Caroline Wozniacki: la ragazza di Danimarca capace di raggiungere il vertice del circuito, ma non di ottenere la vera consacrazione. L'avventura alla conquista del successo e del denaro, ma anche le insoddisfazioni professionali e le separazioni familiari; in cui New York è più volte il luogo chiave della carriera. Storia a puntate, ricca di gioie e delusioni, vittorie e fallimenti. Con un futuro tutto da scrivere. AGF

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Ho letto le recenti dichiarazioni di Ricardo Sanchez, nuovo allenatore della Wozniacki. E devo dire che non mi trovano molto d'accordo. Mi pare che abbia espresso apprezzamenti tanto generosi quanto generici. E che quando si sia trattato di entrare nel merito delle cose, abbia ipotizzato suggerimenti tecnici non molto centrati.

Ormai la povera/ricca Caroline ha ricevuto critiche di ogni tipo. Dopo il recente periodo nero sembra una giocatrice che si sia ritrovata per caso ai vertici delle classifiche. Sinceramente mi pare che, indipendentemente dai metodi di calcolo del ranking, qualche buona ragione per stare tra le prime l'abbia mostrata. Perchè la tennista fallosa con il dritto, pieni di dubbi e del tutto incapace di prendere l'ìniziativa, non è l'unica Wozniacki che si sia vista sui campi da tennis.

Credo che a volte si tenda a semplificare eccessivamente le caratteristiche dei giocatori; quando invece, soprattutto per i più giovani, il loro modo di giocare, i loro pregi e i loro difetti non sono così definitivi, ma spesso in continua evoluzione.

Chi non ne può più di leggere qualcosa su Caroline, lasci pure stare. Ma sappia che si perderà uno dei più lunghi, approfonditi e poco autorevoli articoli sugli ultimi anni di carriera della Wozniacki.


- New York: a noi due, ora! (ovvero una “polacca” di Danimarca alla conquista della metropoli)

Caroline nel 2008-09 era una diciottenne in formazione, che praticava il tennis in modo sereno, palesemente divertendosi; e che stava costruendo la sua ascesa su eccellenti doti difensive: gambe inesauribili, abilità nell'intuire e anticipare le intenzioni delle avversarie, pochissimi errori gratuiti.

Il servizio difficilmente era un fattore, mentre era capace di discrete accelerazioni di rovescio; il dritto era meno incisivo del rovescio, però (in quel periodo) ben poco falloso; quindi, tutto sommato, il suo gioco era meno asimmetrico di quanto appare oggi, in cui il lato destro è chiaramente più debole.

Il culmine di questa fase è stata la finale agli US Open 2009. Quell'edizione a Flushing Meadows si era sviluppata attraverso un tabellone curioso: la parte bassa con l'affermazione delle giocatrici più anziane (Clijsters, Serena, Na Li, Pennetta, Venus, Schiavone etc), mentre la parte alta era diventata il trampolino per giovani promesse che avevano sconfitto le teste di serie più alte. Tra le varie Kvitova, Oudin, Wickmayer, Wozniacki, proprio Caroline aveva dimostrato di essere la più matura per il grande salto, raggiungendo la finale, dove era riuscita ad impegnare la Clijsters con un gioco molto meno rinunciatario di quello che siamo abituati ad attribuirle (7-5, 6-3).


- La ricerca dell'assoluto (ovvero Caroline alla caccia del primato in classifica)

Anche grazie allo slancio di quel risultato, la Wozniacki gioca un 2010 complessivamente positivo e senza troppe pressioni. Almeno sino al mese di settembre.

Non era ancora la numero uno e non le si chiedeva per forza di vincere gli Slam: semplicemente giocava sempre più in fiducia e cresceva nel ranking. Eliminata a Parigi dalla Schiavone e a Londra dalla Kvitova, (che qualcosa di buono su terra ed erba avrebbero poi dimostrato di saper combinare) continua però ad accumulare vittorie sul cemento.

Dietro a tanti buoni risultati ci sono anche qualità tennistiche notevoli. Mai molto spettacolare, però molto concreta; nel 2010 Caroline irrobustisce il servizio, e dimostra di essere in grado di mantenersi stabilmente su buoni livelli.

Vince attraverso la combinazione di due fattori: non solo rimandando indietro tutto, ma facendo anche correre molto le sue avversarie, grazie al costante cambio di direzione dei colpi, con una profondità ed una velocità di palla più che discrete. Con il suo fisico resistentissimo, quando la partita finisce al terzo set le altre arrivano più stanche di lei nelle fasi decisive.

E' il periodo in cui tutto gira per il verso giusto, atleticamente pare indistruttibile e il continuo progresso di risultati le regala grande solidità mentale. L'estate americana del 2010 conferma tutte queste qualità. Reduce dalla vittoria a Copenhagen, a parte una giornata-no contro la Bartoli a Cincinnati, vince in Canada e a New Haven.

A settembre arriva uno dei passaggi cruciali della sua carriera: nuovamente gli US Open, 2010. Infortunata Serena, Caroline si presenta tra le maggiori favorite. Del resto è la finalista dell'anno precedente, la numero 2 del mondo, e la numero 1 del tabellone.

Il sorteggio le ha riservato al quarto turno la Sharapova, tds 14 in quel momento sottostimata dal ranking (Maria era infatti reduce dalla finale a Cincinnati), temibile anche per la sua esperienza di atleta vincente.

In una giornata molto ventosa, la Wozniacki si presenta con i nervi a fior di pelle. In campo non c'è la solita giocatrice sorridente, serena e ottimista; ma una versione inedita, tesa e troppo responsabilizzata. Emerge una insicurezza insospettabile e mai così esibita nell'affrontare i match. Malgrado tutto, Caroline vince la partita (complessivamente abbastanza mediocre, 6-3, 6-4, con una Sharapova fallosissima al servizio), e prosegue il torneo.

Ancora più tesa nel turno successivo contro la Cibulkova, patisce fin troppo il vento, e consuma tutte le sue energie nervose, vincendo (6-2, 7-5) ma arrivando svuotata contro la Zvonareva; che infatti la elimina conquistando tutti i punti chiave della semifinale (6-4, 6-3).

Con questo Slam aumentano i dubbi sulle sue reali capacità nei massimi tornei. Ma riprende a vincere in Asia, il campanello di allarme di Flushing Meadows sembra superato, e a fine anno arriva il coronamento del suo impegno: finale al Masters (persa, ma ben giocata contro la Clijsters 6-3, 5-7, 6-3) e primo posto nel ranking.


- La fanciulla dagli occhi d'oro (ovvero ascesa e grandi guadagni di Caroline) Prima parte

Visto il fresco primato in classifica, sembrerebbe essersi meritata un giusto periodo di vacanza; invece proprio nell'inverno scorso compie scelte più che discutibili, a mio avviso all'origine di molti dei problemi successivi: vortice di esibizioni, per monetizzare al massimo il nuovo primato; poco riposo e tanti impegni.

E lucroso cambio di racchetta: dichiara che lo ha fatto diverse volte anche da junior e che potrebbe cavarsela anche “con una padella” (sue testuali parole); quindi non la preoccupa più di tanto l'adattamento al nuovo attrezzo. E il cambio è effettivo, dato che, purtroppo per lei, il trucco della riverniciatura del vecchio telaio (paintjob) con i colori del nuovo modello non è possibile, perchè la Yonex produce forme troppo differenti dalla Babolat.

Accanto a lei, il padre è sempre il suo principale riferimento, manageriale e tecnico; difficile comprendere (almeno per me) cosa le consigli ai cambi di campo, dato che parlano in polacco. Ma a fine match di solito Caroline dichiara che il padre le chiede di aumentare l'aggressività anche cercando la rete. Non ne ho mai capito il motivo, visto che nei colpi di volo la Wozniacki è piuttosto scarsa. Possiede per la verità un ottimo smash, me per le volèe non ha proprio la mano.

E in fondo nel tennis contemporaneo non c'è la necessità assoluta di cercare i punti a rete. Moltissimi giocatori e giocatrici di successo, scendono solo per “benedire” la palla e chiudere punti già vinti. Per il resto, evitano.

Quando comincia il il 2011, la Wozniacki è la numero uno; le si chiede che finalmente anche i risultati negli Slam sanciscano il nuovo status. Si ricomincia dall'Australia. Ma a Melbourne, prima ancora di arrivare ai turni decisivi, Caroline si imbatte in un canguro mannaro...


Highlights

US Open 2009 (vs Clijsters)

US Open 2010 (vs Sharapova)

US Open 2010 (vs Zvonareva)

Masters 2010 (vs Clijsters)
Parte 1
Parte 2

AGF

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