13/01/2012 21:51 CEST - CURIOSITA'
A-Rod: dalla scopa al mohawk
TENNIS - Roddick ha deciso di darci un taglio. E, stupendo un po' tutti, si è presentato alla conferenza stampa dell'esibizione di Kooyong con una cresta da mohicano. "Tra non molto non avrò più capelli, ho deciso di divertirmi un po'", ha dichiarato l'americano. Ripercorriamo i suoi trascorsi dal parrucchiere, dalla "scopa" in testa del 2002 passando per l'eterno cappellino fino all'outing. Nicola Gennai
Dalla moquette ispida raccolta dietro un cappellino con tesa alla cresta da mohicano stempiata ne è passata di acqua sotto i ponti. E soprattutto ne son passati di capelli.
Dieci anni fa, nei quarti di finale di quegli Us Open del 2002 che di lì a pochi giorni sarebbero divenuti l’ultimo trionfo, e l’ultimo torneo, di Pistol Pete Sampras, Andy Roddick sfoggiava, proprio contro mister 14 Slam, una capigliatura spavalda, sfrontata. Ma, soprattutto, folta, rigogliosa.
Una decade scarsa dopo, l’uomo di Omaha si è invece trasformato in un Goran Pandev biondiccio.
Stempiatissimo sui lati (come il macedone, vero recordman in questo senso), ma con una simpatica protuberanza in mezzo, trasformata per l’occasione in una piccola cresta, forse per ricordare i fasti del crine giovanile a mo’ di ramazza di paglia, Roddick ha così stupito tutti nella sua prima apparizione del 2012 nella conferenza stampa (dove di solito stupisce per ciò che dice) dell’esibizione di Kooyong. In campo, però, l’ex numero 1 del mondo non ha tradito il suo più fedele amico dal 2003 in poi: il cappellino nascondi pelata.
Famoso per le gocce di sudore cadenti a pioggia dalla sua visiera, il copricapo dello statunitense ha per qualche anno lasciato nel dubbio gli appassionati sulle condizioni del cuoio capelluto del texano. Poi (anche se già si sapeva che Andy non nascondeva là sotto la chioma di Sansone) una sera di autunno madrilena del 2008, l’outing definitivo. Il match non è dei più memorabili, si tratta del nono episodio della saga tra Roddick e Robredo, dove a vincere è sempre lo yankee. Un banalissimo 6-3 6-4, condito però da una novità: sulla testa del vincitore di Flushing Meadows 2003 manca un particolare (oltre a molto altro): il cappello. Dopo anni la testa è di nuovo scoperta e la realtà è cruda. Una piazza da frate all’attaccatura sopra la nuca e due ali laterali prive di crine. Giusto un episodio, ma chiarissimo.
E ora, questa cresta (ossigenata?) da adolescente. “Sono quasi sicuro che non mi resta più di un anno o due coi capelli in testa, così ho deciso di divertirmi un po’ finché ce li ho”, ha dichiarato Andy a proposito del suo “mohawk”.
C’è chi reagisce alla calvizie come Rooney, pelato fino a ieri e improvvisamente dotato di fitta peluria (finta) grazie a un trapianto, chi come Agassi con un toupet, chi come Vialli con la soluzione della rasatura definitiva. E chi, come Roddick, che la prende a ridere.
Nicola Gennai
"Odio venire a New York. Odio la città, odio il torneo e odio Flushing Meadows. Dovrebbero buttare una bomba su questo posto"
Kevin Curren
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