16/01/2012 19:21 CEST - Il caso
Federer dice stop alle polemiche
TENNIS - Dopo le sorprendenti parole di Nadal ieri, che con toni un po' accesi ha stuzzicato lo svizzero accusandolo di essere in minoranza sul calendario e sui problemi all'interno dell'ATP, Federer evita di continuare pubblicamente la diatriba. "Non sono arrabbiato con lui", dice. E intanto lo spagnolo rimpiange di aver fatto quelle dichiarazioni. Rossana Capobianco
Come se ieri fosse accaduto il finimondo: il tennis era in qualche modo sotto shock dopo le dichiarazioni di Rafa. Non perché avesse detto chissà cosa di scabroso, anzi. Ma a causa del (troppo) fair play da un bel po' presente all'interno del circuito ATP, nessuno si aspettava che Nadal venisse fuori con un'opinione così chiara e discordante da quella di Federer e soprattutto lo accusasse di fare il "facile" gentleman e di far sì che i giocatori si consumino.
Oggi appare tutto rientrato, malgrado Davydenko abbia appoggiato Nadal in qualche modo sostenendo dunque di avere delle opinioni diverse da quelle di Roger. Ma prima Rafa, nella conferenza stampa post-match, si era in qualche modo pentito di aver detto pubblicamente quelle cose: "Quel che è fatto è fatto.. avrei dovuto dirlo a Roger privatamente, certe cose devono rimanere negli spogliatoi". Poi lo stesso Federer, interrogato più volte in conferenza stampa sull'argomento, ha risposto molto diplomaticamente anche se non si è fatto sfuggire l'occasione di qualche velata frecciatina:
"Ho visto Rafa Domenica pomeriggio, aveva già parlato alla stampa e mi ha detto di avere detto qualcosa.. poi ho letto le dichiarazioni. Per me non cambiano nulla, sostanzialmente. Il fatto è che Nadal precedentemente ha sempre concordato con me qualunque cosa dicessi; ora è cresciuto, ha dei pensieri propri, e credo sia un'ottima cosa"
"E' stato difficile negli ultimi mesi con le riunioni ATP e tutto quanto.. lo capisco e può essere stressante. Ma io non penso per me, il mio primo pensiero va sempre ai giocatori più in bassi in classifica e loro lo sanno, infatti ne parlo molto tranquillamente con loro. Anch'io sono stanco e stressato, condivido questa cosa con Rafa.. ma siamo in tanti e soprattutto dobbiamo pensare a come fare le cose e se possiamo farlo, inutile stare lì a urlare che le cose non vanno e basta, non è furbo. Capisco tutti i giocatori, ma non credo che la cosa giusta da fare sia immediatamente puntare i piedi. Tentiamo altre strade, in passato non si è risolto niente con questi metodi; e perdonatemi, ma non credo sia giusto e corretto parlare di questo alla stampa quando ancora ci sono discussioni in merito".
Abbassa i toni Roger, come è solito fare, anche perchè probabilmente in questa piccola diatriba non vuole coinvolgere tutti gli altri suoi colleghi.
Ma chissà se gli sarà andata giù la storia del "E' facile fare il signore quando ti va tutto bene". Una cosa è certa: lo svizzero è permaloso, anche se non vuole farlo trasparire. Alla stampa svizzera ha anche ribadito il proprio no al ranking su due anni e ha affermato che Nadal vuol fare le cose in maniera troppo veloce e semplicistica.
Ma quello che conta per l'ATP è che realmente trovino delle soluzioni anche e soprattutto con il supporto dei giocatori. Di tutti i giocatori.
Intanto, Cahill e Rusedski sono piuttosto critici con lo spagnolo: "Abbiamo sentito abbastanza della storia del calendario, sono stufo. Sono stra-pagati, basta sapersi programmare bene; Roger lo fa e per questo non ha bisogno di lamentarsi", afferma Greg, mentre l'australiano elogia Roger per aver mantenuto la propria classe durante la conferenza di oggi.
Rossana Capobianco
"Odio venire a New York. Odio la città, odio il torneo e odio Flushing Meadows. Dovrebbero buttare una bomba su questo posto"
Kevin Curren
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