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16/01/2012 23:52 CEST - Intervista

Farina: “Francesca può fare bene”

TENNIS - Intervista esclusiva all’ex numero 11 del mondo, ora commentatrice e allenatrice. Djokovic e Federer i suoi favoriti a Melbourne, tra le donne punta su Kvitova, Williams e Clijsters, ma la Schiavone…Francesca sarà seguita in parte dal marito di Silvia Farina, Francesco Elia. "Se trova le persone giuste, di cui si fida, le ascolta e ci ragiona". Lorenza Teti

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La prima giornata degli Australian Open è volata via, più veloce dell’attesa che ha accompagnato l’inizio del primo slam stagionale. E’ ancora troppo presto per azzardare pronostici, come da copione Rafael Nadal e Roger Federer hanno superato senza alcun patema il primo turno, anche se il favorito, d’obbligo anche per via del suo status di campione, è Novak Djokovic. Silvia Farina, ex numero 11 del mondo e ora commentatrice per Eurosport, non ha dubbi, e lo spiega a Ubitennis. “Djokovic e Federer: sono loro i miei favoriti, anche se sono curiosa di vedere all’opera Murray e Lendl - afferma -. Chissà a cosa porterà questa sinergia. A Andy manca l’acuto negli slam, sarà interessante vedere se l’affiancamento di Lendl lo aiuterà a raggiungere l’obiettivo”. Di Nadal bisognerà appurare le sue condizioni fisiche, così come per quanto riguarda Serena Williams che se in forma secondo Silvia è la più accreditata al successo finale “insieme a Kvitova e Clijsters”.

La situazione del tennis femminile oggi è quanto mai incerta, non c’è una vera numero 1, Caroline Wozniacki ancora a corto di slam non convince, ma le tenniste italiane che ruolo possono giocare in questo panorama? Flavia Pennetta, purtroppo, è uscita di scena a sorpresa, eliminata dalla qualificata russa Nina Bratchikova, mentre Francesca Schiavone, Alberta Brianti e Romina Oprandi si sono qualificate agevolmente al secondo turno. “Francesca può fare bene, ha un tabellone alla sua portata - dichiara Silvia -. Andando avanti con il torneo le avversarie diventano più toste, ma è in forma e appare intenzionata a lottare”. D’altronde deve difendere i quarti dello scorso anno dove cedette solamente alla numero 1 del mondo Wozniacki. “Dispiace per Flavia, ha stupito la sua sconfitta - spiega, invece, a proposito della brindisina -. Ha perso contro una ragazza non giovanissima che gioca soprattutto a livello ITF. Bisogna vedere quanto ha inciso l’infortunio alla schiena patito a Auckland. So che ha giocato il doppio a Sidney, quindi non dovrebbe essere grave”.

L’AO è lo slam in cui le sorprese possono essere maggiori - prosegue la Farina -, i giocatori stanno ancora carburando, è uno dei primi tornei dell’anno. Flavia deve pensare che lo stop è capitato a inizio stagione e ha tutto l’anno per riprendersi. Sarà dura psicologicamente dal momento che rimarrà a Melbourne per giocare il doppio, ma dovrà reagire”.

Non ci sarà Flavia in singolare ma, come ricordato prima, tra le altre ci sarà Francesca. La Schiavone da quest’anno sarà seguita anche da Francesco Elia, marito di Silvia. Le chiediamo, dunque, cosa potrebbe apportare in più a una giocatrice già arrivata che ha anche vinto uno slam. “Francesca si è fatta negli anni - ammette l’ex numero 11 del mondo -, ma se trova le persone giuste di cui si fida, le ascolta e ci ragiona. Non è una ragazzina che apprende pedissequamente, c’è anche la possibilità di uno scambio di opinioni. Francesco la seguirà solamente in alcuni tornei, i prossimi saranno Doha e Dubai, ma il suo allenatore è Luis Delgado”.
Il ruolo del marito non influenzerà, però, Silvia che non lo affiancherà con la Schiavone, ma “lavorerò con Martina Caregaro (la giovane azzurra allenata da Elia, ndr) quando non potrà seguirla Francesco”.

Attualmente la leonessa milanese occupa la posizione numero 11 del ranking, chissà se il 2012 sarà l’anno che la vedrà rientrare nella top ten. Per una manciata di punti, nel corso della sua carriera, non c’è riuscita Silvia che si è dovuta fermare proprio all’undicesima piazza. Ma non ha rimpianti. “Nel tennis deve anche girare bene - spiega - e io quando ho avuto la possibilità di fare l’ingresso tra le prime dieci non sono stata fortunata. A Berlino , ad esempio, ho perso contro Amelie Mauresmo - ricorda - che si è ritirata al turno successivo. Scherzi del destino. Ci sono andata vicina, mancavano 40 punti, ma non importa, non ho rimpianti”.

Ha ragione a non avere rimpianti, ha fatto bene in carriera, ha ottenuto anche vittorie importanti, come quelle su Davenport, Sabatini e Venus Williams, è stata la giocatrice italiana con la migliore classifica di sempre fino al 2009, quando la Pennetta entrò per la prima volta nella top ten. Ora si concentra sul ruolo di commentatrice e di allenatrice e a questo proposito non possiamo non chiederle un parere sul tennis italiano. A partire dai risultati dell’itatennis a tinte rosa, risultati superiori, fino a questo momento, rispetto a quelli ottenuti dai colleghi uomini. “Credo che la donna sia più ambiziosa rispetto all’uomo e cerchi di imporsi in un mondo “maschilista” e dà il 100%. Anche gli uomini lo fanno, lavorano per raggiungere i propri obiettivi, danno il massimo, ma ci mettono, forse, di più a capirlo. E poi riescono a raggiungere grandi risultati. Flavio Cipolla ha battuto Nikolay Davydenko al primo turno degli AO, non è il miglior Davydenko, ma è sempre un avversario ostico”.

Ora, comunque, vedo un maggiore ricambio generazionale in campo maschile - aggiunge -. Abbiamo Giannessi, per esempio, che può essere il giovane con maggiori prospettive in un futuro più immediato e anche nel tennis maschile s’intravede una sorta di traino da parte dei colleghi più esperti. Un po’ come è capitato a me quando giocavo e ho fatto da traino verso le più giovani. In campo femminile si stanno formando giocatrici, anche se non nell’immediato, ma si sta lavorando”.

Non solo commentatrice, non solo allenatrice, il ruolo più importante e che le offre maggiori soddisfazioni è, sicuramente, quello di mamma di due bimbi, Lorenzo e Giorgia. Mentre il maschietto, più grande, non è attratto dallo sport (“Quando lo porto al circolo non appare particolarmente interessato al tennis”, racconta Silvia), la femminuccia, invece, “è più portata con le palline, ma ha solo tre anni, quindi è ancora presto per pensare a un suo futuro nel tennis. Non sono uno di quei genitori oppressivi. Se si avvicinasse a questo sport, però, non potrebbe che farmi piacere”, conclude.

Lorenza Teti

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