26/07/2012 20:43 CEST - quasi campioni

Nando Gonzalez e la sua "Mano de Piedra"

TENNIS - Per la rubrica Quasi Campioni, oggi attingiamo dal tema olimpico, e andiamo a vedere la medaglia d'argento dell'ultima edizione, il cileno Fernando Gonzalez. Uno dei dritti più devastanti della storia del tennis. Francesca Sarzetto

| | condividi
Fernando Gonzalez (Ryan Pierse Getty Images)
Fernando Gonzalez (Ryan Pierse Getty Images)

Si è ritirato da poco, solo quattro mesi fa, per cui i suoi ricordi sono ancora freschi nelle menti degli appassionati. Il suo dritto potentissimo ha conquistato un posto d'onore nella storia del nostro sport, anche se nel complesso ha raccolto meno di quello che avrebbe potuto.

CARRIERA - Fin da bambino il piccolo Fernando è stato focalizzato sul tennis, tanto che ai compleanni voleva in regalo solo racchette e palline, e i genitori conservano regali diversi ancora incartati che lui non aveva toccato! Il padre ha capito le sue potenzialità vedendo un video di Agassi bambino, e confrontandolo con il suo pargolo alla stessa età ha visto che non aveva niente da invidiargli. C'è anche un suo video di quando aveva 7-8 anni in cui diceva che voleva diventare top 10. A 12 anni si è trasferito a Miami con la famiglia per inseguire il suo sogno, diventando poi n.1 juniores e vincendo il Roland Garros di categoria, e a Parigi e New York in doppio.

Nel 2000 vince il primo torneo, da qualificato, a Orlando, ma poi subisce una frattura da stress alla mano destra in settembre e chiude lì la stagione. Nel 2001 gioca più che altro challenger, e nel 2002 ottiene altri due titoli e chiude come n.1 del Cile. Nel 2003 vittoria di prestigio sul n.1 Agassi, e l'anno successivo uno dei migliori momenti in carriera alle Olimpiadi: ottiene il bronzo in singolare battendo Taylor Dent 16-14 al terzo set dopo aver salvato due match point, e l'oro nel doppio con Massu ancora salvando quattro match point! Nel 2005 tre titoli, su cemento, terra e indoor, e nel 2006 riesce a entrare nella top 10 grazie anche alla finale a Madrid, pur non vincendo niente. Nel 2007 agli Open d'Australia gioca il torneo (quasi) perfetto, pur con qualche difficoltà all'inizio tra Korolev, piegato in quattro set, Del Potro solo al quinto e per ritiro, Hewitt ancora in quattro set, poi ha ingranato la quarta e non ha più perso set con Blake, il n.2 Nadal e Tommy Haas, prima di arrendersi in finale al solito Federer (che sia colpa sua se molti campioni degli anni 2000 sono rimasti solo "quasi"?) per 7-6 6-4 6-4. Questo lo porta al suo best ranking di n.5, a soli 5 punti dal n.4, ma poi ha risultati alterni nel resto della stagione, con la finale a Roma e il titolo a Pechino come picchi in mezzo a diverse sconfitte ai primi turni.

Nel 2008 un paio di titoli minori sulla terra, per un bell'inizio di stagione con 20 vittorie e 5 sconfitte fino ai quarti del Roland Garros, dove perde ancora da Federer (chiuderà gli H2H con lo svizzero con un pesantissimo 1-12, l'unica vittoria arrivata nel round robin del master 2007). E' di nuovo l'aria olimpica però a rivitalizzarlo: dopo essere stato portabandiera per il Cile, conquista l'argento, perdendo la finale con Nadal, dopo aver battuto 11-9 al terzo Blake in semifinale salvando tre match point. Gli ultimi lampi nel 2009, con la vittoria a Vina del Mar, suo ultimo titolo, e la semifinale al Roland Garros, in cui ha dilapidato un vantaggio di 4-1 al quinto contro Soderling. Dopodiché poche apparizioni di valore, se non di tipo diverso, quando nel 2010 rinuncia a giocare Indian Wells per aiutare le popolazioni cilene colpite dal terremoto, e organizza l'esibizione Champions for Chile a Miami, con Roddick, Courier e Kuerten, per raccogliere fondi. Poi un'operazione all'anca destra e problemi al ginocchio di fatto pongono fine alla sua carriera, impreziosita comunque da diverse vittorie su n.1 del mondo: Hewitt, Agassi e Federer in carica, poi Djokovic, Nadal, Roddick, Ferrero, Moya, Kuerten, Safin e Sampras in altri momenti.

STILE DI GIOCO E PUNTI DI FORZA - Come già detto, aveva un dritto potentissimo, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di Mano de Piedra. Riusciva a giocare questo colpo da ogni zona del campo, pur giocando preferibilmente da fondo, con forza, profondità, precisione e angoli straordinari. Il suo grande spirito combattivo inoltre ci ha regalato grandi battaglie.

COSA GLI E' MANCATO? - Per quanto forte fosse il dritto, e anche il servizio, gli altri colpi erano deficitari, e rovescio, risposta, volée, gioco di piedi ed equilibrio avevano bisogno di miglioramenti. Gonzalez per questo ha iniziato a lavorare con il coach Stefanki nel maggio 2006, sviluppando il suo gioco e arrivando ai risultati migliori. La poca costanza e un certo braccino nei momenti chiave però gli sono rimasti, e i problemi fisici gli hanno dato il colpo di grazia.

Ora che si è ritirato vuole viaggiare e vedere il mondo senza una sacca da tennis, ma pensa che gli mancherà la competizione e tornerà a giocare nel Champions Tour. E interrogato su quale fosse per lui il giocatore col dritto più temibile, nomina Del Potro per la potenza, ma più ancora Moya per la precisione incredibile.

Era comunque molto amato e rispettato da tifosi e colleghi, e al suo ritiro gli è stato dedicato un simpatico tributo da diverse stelle dell'ATP. Qui invece un altro video di un tifoso che mostra alcuni dei suoi favolosi dritti e altro.

Puntate precedenti:

Philippoussis

Coria

Medvedev

Rios

Corretja

Mecir

Leconte

 

Francesca Sarzetto

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti