29/09/2012 10:31 CEST - Il caso

Un ciclista e un tennista "positivi", sembrano due casi davvero diversi

TENNIS - Dopo un torneo a Casalecchio sul Reno Filippo Calorosi, 19 anni, viene dichiarato “positivo” ad un controllo antidoping. “Una stupidata durante una gita scolastica” spiega il suo maestro. Ubaldo Scanagatta

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Filippo Calorosi
Filippo Calorosi

Non conosco il ciclista Alessio Marchetti (classe 1988, di Tortona), anche se scopro che ha vinto 3 corse quest’anno e quindi sono un…ignorante, e non conoscevo Filippo Calorosi, classificato 4,1 e tesserato per il Tennis Club Sant’Ilario (RE), però se leggo in una rassegna stampa del Coni che un ciclista e un tennista sono stati sospesi in via cautelare perché trovati positivi al controllo antidoping, ammetto d’essere stato preda di un pregiudizio diffuso e d’essermi sorpreso assai più per la notizia relativa al tennista (un 4.1, mica un Atp-Player che lotta per entrare tra i primi 100 del mondo) che per quella del ciclista.
La vicenda fa notizia anche all’estero se perfino colleghi dall’Inghilterra mi hanno contattato per sapere chi sia mai questo ragazzo emiliano di 19 anni, perché si sia dopato (sic) _ come se lo sapessi! _ e se sia pratica comune fare uso di droghe anche nel tennis per vincere anche le gare minori.
I due casi, del ciclista e del tennista, avrei presto appurato, erano però abbastanza diversi, proprio come sospettavo. Mentre a Marchetti _ che aveva vinto una corsa a Figline Valdarno nell’ambito del 35mo Giro del Valdarno _ avevano trovato un diuretico nel campione analizzato (il Canrenone…non chiedetemi di più, se sia un prodotto mascherante…mi dichiaro incompetente), per quanto riguarda Filippo Calorosi si trattava invece di residui di Cannabis, marijuana insomma…il cui termine medico-tecnico è THC Metabolita DL. Il test era stato eseguito il 7 settembre al torneo nazionale Open Maschile di Casalecchio sul Reno, secondo la procedura dei controlli antidoping CONI-NADO.
Incuriosito dalla vicenda che pareva solleticare anche i media stranieri, ho contattato personalmente lo stesso Filippo il quale, comprensibilmente preoccupato, mi chiedeva: “Ma perchè vuole scriverne? Io non ne voglio parlare.”
Gli spiegavo che prima di tutto volevo capire, senza alcun intento colpevolistico. E che le agenzie avevano diffuso già la notizia di un giovane tennista trovato positivo ad un controllo antidoping e sospeso in via cautelare proprio come un ciclista.
“Meglio andare alla fonte che fidarsi di chiacchiere” avevo aggiunto, memore di tante vicende male interpretate e raccontate.
“Ne parlo con i miei genitori e poi semmai la richiamo” era stata la replica di Filippo.
Non avendolo più sentito ho allora chiesto informazioni al suo maestro, Claudio Ferrari, un ex B3 che insegna al Tennis Club Sant’Ilario, club ottimamente organizzato a giudicare dal sito Internet, 3 campi (più un quarto…in uso e in via di copertura) nella provincia di Reggio Emilia e quasi alla frontiera con Parma.
Il maestro in tutta semplicità mi ha spiegato l’arcano:
“Ti dico quel che so…con la premessa che conosco molto bene Filippo, lo vedo tutti i giorni. E’ un bravissimo ragazzo che non beve e non fuma e che, giusto per darti un’idea del tipo che è, è campione italiano di pesca alla trota. Ha fatto semplicemente una stupidata quando è andato un giorno in gita con la scuola. Gli hanno passato un…tiro, lui non s’è tirato indietro. Il giorno dopo doveva giocare a Casalecchio e lì al controllo hanno trovato tracce di quella roba. Che non serve certo a vincere una partita. Sono sciocchezze, ma i ragazzi devono imparare a non farle…è una bella lezione. Lui lo sa e non ci cascherà mai più, ci scommetterei. Lui spesso mi aiuta anche ad allenare i ragazzi più piccoli…gioca benino, ha un bel braccio, ma non stiamo mica parlando di un fenomeno che mira a vincere chissà quali tornei! Dovrebbe passare 3.4…”.
Insomma, piccolo mistero risolto nel circolo dove si allena (e talvolta insegna) anche una quasi coetanea ed amica di Gisela Dulko, una ragazza argentina classe 1988, Daniela Leyria, finalista agli open di Rimini e Bologna nel 2009 e vittoriosa in quello di Cattolica, che insegue un posto tra le prime 300 del mondo.
Una stupidata quella di Filippo Calorosi, come ha detto il maestro, e onestamente non si può non credergli. Il tennis, forse, non è ancora il ciclismo.

Ubaldo Scanagatta

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