15/02/2013 17:17 CEST - ATP Rotterdam

Rotterdam, Dimitrov e Del Potro in semifinale

TENNIS - Seconda semifinale stagionale per Dimitrov, che a Rotterdam rimonta un set a Baghdatis e chiude 67 76 63. Continua a far ben sperare il bulgaro, che aveva sconfitto il cipriota anche un mese fa a Brisbane. Affronterà Del Potro, che eliminato Nieminen rispettando il pronostico. Da Rotterdam, Roberto Salerno

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Grigor Dimitrov
Grigor Dimitrov

Dopo le (relative) sorprese delle prime giornate con le precoci eliminazioni delle teste di serie numero 3 (Tsonga) 4 (Gasquet) e – perché no? - 6 (Seppi) ma anche di uno dei protagonisti più attesi, il polacco Janowicz forse troppo presto accreditato dell'impegnativo ruolo di erede di Safin, il torneo di Rotterdam si è assestato su standard più usuali con le prime 2 teste di serie, Federer e Del Potro, che sembrano marciare spedite verso la rivincita dello scontro dell'anno scorso, vinto in maniera abbastanza netta dallo svizzero.

L'incontro più interessante è stato quello tra Dimitrov e Baghdatis, vinto 67 76 63 dal bulgaro. I due si erano già incontrati 3 volte e il bulgaro era sì avanti per 2-1 negli scontri diretti ma il vantaggio era legato a recentissimo torneo di Brisbane di soli 40 giorni fa con un match finito solo per 76 al terzo. Era dunque lecito attendersi una partita equilibrata anche perché i due sembravano in buona forma. E di questi tempi dare un occhiata a Dimitrov male non fa, il bulgaro è atteso al varco di un'annata probabilmente decisiva visto che dovrà decidere se avvicinarsi a Federer o rimanere un Llodra. Insomma i motivi per interessarsi all'incontro c'erano tutti, anche quello di un Baghdatis sempre divertente e molto temibile le volte in cui è “on fire”, come ha constatato a sue spese il povero Gasquet. Ebbene se si attendevano risposte bisogna proprio dire che – al di là del punteggio equilibrato – Dimitrov continua a far bene sperare.

Non che sia del tutto pronto ma la sensazione di avere a che fare con il Federer del periodo 2000-02 c'è tutta. Splendida capacità di colpire in anticipo, facilità di tocco in qualsiasi zona del campo, grande eleganza, soprattutto nel colpire il rovescio, mai a disagio dal punto di vista tecnico. Purtroppo per il buon Grigori, del periodo pre-Goat di Federer ci sono anche i difetti: il gioco a strappi, qualche timore eccessivo durante lo scambio, soprattutto nei punti importanti - esemplare a tal proposito il punto del 4-6 del tiebreak del primo set – il nervosismo eccessivo con annessa rottura di racchetta dopo il break del 4 pari nel secondo e persino la cronica incapacità di sfruttare le palle break o il falco chiamato più per stizza che per altro.

Detto questo Baghdatis non ha fatto solo da spettatore anche se forse è stato travolto dalla vitalità del giovane bulgaro. Ha fatto appello alla sua esperienza quando nonostante un set giocato molto peggio dell'avversario, senza che fosse mai riuscito a infastidirlo sul proprio servizio e approfittando di un paio di regali sulle palle break, dell'ottavo gioco, arrivato al tiebreak si è aggrappato al proprio servizio e ha sfruttato l'unico errore di Dimitrov per chiudere 7-4.

Che dopo un'ora di quel tennis il bulgaro fosse in svantaggio era proprio uno di quei paradossi a cui il tennis ci ha abituati. Nel secondo la musica in realtà cambiava anche se la conclusione era di nuovo delegata al tiebreak. Ma Dimitrov aveva per lunghi tratti disposto dell'avversario variando il ritmo usando spessissimo quel rovescio slice che è bellissimo da vedere e che sembra anche molto efficace. Si era anche portato aventi di un break il bulgaro ma era riuscito a restituirlo grazie a 3 punti raccapriccianti che portavano il cipriota di nuovo alla parità e il bulgaro quasi all'isteria. Calmatosi – e soprattutto chiuso il tiebreak per 7 punti a zero – a Dimitrov non è rimasto che  strappare il servizio in apertura di terzo set al cipriota per condurre in porto il suo incontro, nonostante qualche brivido nel settimo game in cui ha dovuto salvare due palle break e in cui la sua discendenza da Federer è sembrata più evidente: steccata di rovescio per concedere la palla break e gran dritto lungolinea da sinistra per annullarla.

E' un peccato che una partita tecnicamente così bella si sia giocata in un clima che aveva del surreale, con un pubblico molto scarno, non più di 200 persone all'inizio del match, e che nonostante aumentasse col passare del tempo non si è mai troppo scaldato. Ma quei pochi non è impossibile che si ricordino a lungo di questo Dimitrov – Baghdatis.

Come sin troppo facilmente prevedibile meno interessante è stato l'incontro tra la testa di serie numero 2, l'argentino Del Potro, e il finlandese Nieminen che ha preso il posto che doveva essere di Seppi. Per quanto il pubblico fosse più numeroso è palpabile a Rotterdam l'attesa per l'incontro serale di Federer e se la tribuna stampa era un po' più affollata di prima era soltanto perché il pomeriggio di Rotterdam non è da consigliare ai turisti. Primo set senza storia, con l'argentino che lo chiude per 63 e con doppio break.

Troppo leggeri i colpi di Nieminen per fare male e soliti terribili mazzate quelle di Del Potro. Non sembrava ci potesse essere partita e di fatto non c'era. Però. Però se si osservava la partita di Del Potro si notava una cosa che dovrebbe far preoccupare i tifosi del simpatico Palito. La resa della seconda palla era davvero molto, troppo bassa, non arrivava al 40%. Questo portava alla sensazione che se si entrava nello scambio per Del Potro le cose si complicavano un po'. E in effetti il secondo set confermava questa sensazione. La prima di Del Potro scendeva dall'incredibile 88% del primo parziale ad un più umano 68% e con essa cominciava qualceh problema in più.

Sui primi 4 turni di servizio tre palle break salvate ed un game recuperato da 0-30. Nieminen nel frattempo si attaccava al suo servizio, migliorava la percentuale di prime e complice anche un appannamento fisico (ma dopo  un'ora? Mah)e qualche scelta, tecnica e tattica, discutibile (strano lungo scambio rovescio su rovescio mancino in slice o pallonetti un po' pretenziosi)  riusciva a stare attaccato all'argentino fino al 5-4. Chiamato a servire per rimanere nel match il finlandese, che mai è stato un cuor di leone, mostrava una volta di più di avere i nervi poco saldi, andava sul 30-15 ma regalava due punti di fila all'argentino. Nieminen riusciva ad annullare il primo match point ma sul secondo, complice una chiamata del falco abbastanza dubbia a giudicare dalla tribuna, metteva un dritto lungo e regalava il 63 64 e la semifinale all'argentino.

Ci aspetta così una semifinale di lusso dal risultato tutt'altro che scontato. Se Dimitrov vuole diventare grande un Del Potro così non può spaventarlo. Preoccupa invece la condizione dell'argentino. La partita di oggi era abbastanza semplice eppure Palito sembra ancora in rodaggio ed è bastata un po' di attenzione del finlandese nel secondo set per complicargli un po' la vita. Si dice che i fuoriclasse migliorino le loro prestazioni a seconda dell'avversario che hanno di fronte. Questo Del Potro con Dimitrov perde, ma domani è un altro giorno.

Da Rotterdam, Roberto Salerno

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