11/03/2013 12:40 CEST - MASTERS 1000 INDIAN WELLS

Nole fatica con Fognini, Murray con Donskoy

TENNIS - Andy Murray torna a vincere un match a Indian Wells dopo tre anni, ma fatica più del dovuto: 57 62 62 al russo Donskoy. Nole Djokovic si distrae con Fognini e viene costretto al terzo set prima di chiudere 60 57 62. Fish torna alla vittoria con Reynolds. 

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Mardy Fish
Mardy Fish

(1) Djokovic b Fognini 60 57 62
Sta tutto nell’atteggiamento. E in un po’ di fortuna.
Il primo set ci offre il Fognini deteriore: indolente, si trascina per il campo con una faccia da purgatorio che sembra voler dire “ma che ci faccio qui!?!?”. Djokovic non deve fare null’altro che centrare il campo per aggiudicarsi i punti. Dopo 19 minuti Nole regala un ovetto piuttosto meritato al ligure che si guadagna anche l’avversione del pubblico californiano (particolarmente sensibile alla mancanza di dedizione da parte dei giocatori).

Il secondo set arriva con il primo game di Fognini ma non sembra cambiare di molto la sostanza della partita. Djokovic continua a veleggiare e, in un amen, sale 4-2. E proprio mentre si loda la saggezza del Djokovic dominatore che, a differenza del Djokovic per-2011, non spreca energie nei primi turni, il serbo si distrae. Al momento di dare la mazzata finale al match Nole perde il filo e la prima di servizio lasciando a Fognini, in costante crescita di rendimento, la possibilità di rientrare nel match. E Fabio la sfrutta al volo, rispetto al primo set è sparita la fretta, la faccia è quella giusta sembra voler prendere in mano la partita. Djokovic è molto falloso e Fabio prova a mandare ancor più fuori ritmo il serbo variando spesso velocità, altezza e rotazione dei colpi. Il risultato è una partita. Nole non si scrolla Fabio di dosso e,  anzi, è il ligure ad avere il pallino del gioco in mano. Con questi presupposti il set arriva, ancora in equilibrio, alle fasi finali. Sul 5-5 Fognini è eccellente nello sfruttare le chance concesse da Nole prendendosi la possibilità di servire per il set.
Questo sembra il classico game da sconfitta onorevole; Djokovic mette su la faccia cattiva e gioca un paio di punti in versione muro. Non fa alcuna differenza perché Fabio non trema e perché Nole torna sbagliare molto più del solito “consentendo” il terzo e decisivo set.

Fogna ha subito chance sul servizio di Nole ma, in quest’occasione, manca un po’ di coraggio limitandosi a scambiare da fondo contro il miglior fondocampista del globo. Djokovic sventa il pericolo ed il peggio sembra passato. Come spesso accade queste chance non sfruttate segnano il cambio d’inerzia della gara. Fognini va 40-0 ma, con un paio d’errori (un rovescio largo ed una voleè non chiusa), permette a Djokovic di rientrare nel game. Tornano le lamentele e gli urlacci, minaccia oscure e masochistiche punizione in caso di sconfitta e, puntualmente, concede il break sottolineando le sue più tetre previsioni con un lancio di racchetta. La partita, in buona sostanza, finisce col suono della racchetta di Fabio sul cemento californiano. Djokovic ritrova magicamente prima e regolarità volando verso una vittoria meno facile del previsto. Finisce 60 57 62 una partita costantemente tra luci ed ombre per entrambi.

(3) Murray b. Donskoy 57 62 62
Forse ci ha creduto per qualche minuto, per qualche game. Forse l'abbiamo creduto tutti noi. Evgeny Donskoy aveva già ottenuto uno scalpo importante quest'anno, superando in cinque set al secondo turno degli Australian Open Youzhny, ma il 2013 gli ha regalato finora molte più sconfitte che vittorie.

E - non ce ne vorrà il ventiduenne russo - nella parziale e poi abortita sorpresa della giornata si è rivisto tutto l'Andy Murray che non si vorrebbe vedere. Il Murray deconcentrato e in perenne litigio col proprio tennis, eccessivamente passivo e attendista, imprecante ad ogni gratuito, più impegnato a masticare parolacce che a tentare di risolvere i propri vuoti di gioco. Il Murray di Indian Wells dell'ultimo biennio, quello arrivato negli Stati Uniti ancora impegnato a smaltire (senza successo) le delusioni di Melbourne, sbarcato irriconoscibile, maschera di sè stesso, capace di dare generosissime soddisfazioni sia a Donald Young che a Garcia Lopez.

I fantasmi americani non hanno che potuto urlare all'orecchio dello scozzese al termine di un primo set a dir poco schizofrenico, perso due volte: la prima volta quando il n.3 mondiale si è trovato sotto 1-5 dopo non essere riuscito a trovare il controbreak nel quinto gioco sul 15-40, la seconda quando, recuperato uno svantaggio che sembrava incolmabile, Murray non ha saputo dare il colpo di grazia nell'undicesimo gioco, sprecando ancora una volta più palle break (mediocre, quasi federeriana, la sua conversione odierna: 6/16. Nel primo set addirittura 2/11) e subendo addirittura il break a 0 nel game successivo.

Ma il settimo set perso consecutivamente nel primo 1000 stagionale (oltre a quelli contro Young e Garcia Lopez, i due contro Soderling nell'edizione 2010) ha fatto suonare una sinfonia di campane d'allarme per Murray che, dal 2-2 nel secondo set, ha accelerato notevolmente, vincendo sei giochi di fila e amministrando il vantaggio: Donskoy ha portato l'avversario ai vantaggi sia nel quarto che nel sesto gioco, ma il passante di Murray sul 3-1 0-40 ha chiuso definitivamente la partita, nonostante il russo ci abbia provato fino alla fine (0-40 nell'ultimo game).

Al prossimo turno Murray affronterà Lu, che ha sconfitto con un doppio tie-break Klizan.

(8) Tsonga b Blake 76(6) 64
Gran prova di orgoglio per James Blake contro Jo-Wilfried Tsonga. L’uomo di Yonkers, ex numero 4 del mondo, ha tenuto a lungo in campo il francese costringendolo ad alzare drasticamente il livello fisico per portare a casa la partita.
Blake parte subito bene conquistando e confermando un break. Al primo, leggero calo atletico subisce il ritorno di Tsonga. La partita prosegue sui binari del servizio con entrambi i giocatori che faticano a raccogliere chance. L’unico ad avvicinarsi al break è Tsonga che conquista addirittura 4 set-point sul servizio di Blake, vedendoseli annullare tutti e 4. Nell’inevitabile tie-break Blake passa a condurre come, nonostante i 4 set-point contro, si è trovato a fare in tutto il match. Sul 6-3 non riesce a convertire 3 set-point mancando d’iniziativa e lasciando così via libera a Cassius Jo che con un parziale di 5 punti a 0 chiude la pratica 8-6

Il secondo parziale è molto più lineare. Tsonga è molto più solido e Blake non trova continuità limitandosi ad alcune fiammate, comunque non sufficienti. Basta un break al francese che chiude per 6-4.

(32) Fish b. Reynolds 63 36 64
Torna in campo dopo quasi sette mesi, Mardy Fish. E lo fa con una vittoria che vale più del passaggio al terzo turno. Il 63 36 64 su Bobby Reynolds, numero 166 del mondo, è un ritorno alla normalità, è la vittoria del corpo sulla mente, è la luce alla fine di un tunnel fatto di notti insonni, di paura di morire, di dubbi. Mesi in cui ha cullato più volte l'idea del ritiro, in cui è ricorso all'aiuto degli psicologi, oltre che di sua moglie Sydney, per ritrovare le certezze.

"A un certo punto ho iniziato a sentire la mancanza del tennis" ha raccontato. Ed è stato l'inizio della guarigione, certificata dal successo a Indian Wells. Il suo tennis non è stato eccezionale, 32 errori a fronte di 21 vincenti, ma i numeri in occasioni come questa contano poco. Russell ha pagato cari i 43 gratuiti, anche perché ha registrato lo stesso numero di vincenti dell'ex top-10.

Fish è partito meglio, anche se un po' balbettante dalla parte del rovescio. Colpo che, però, ha tradito Reynolds nel quarto game: tre gratuiti più un doppio fallo hanno dato il primo break a Fish. Il vantaggio dura poco. Nel game successivo Mardy sbaglia una facile volée alta di rovescio, poi Reynolds indovina un gran dritto incrociato che lo porta sul 15-40; Fish salva le due palle break grazie al servizio, ma due punti dopo Reynolds converte la terza opportunità e riporta il punteggio in linea con la successione dei turni di servizio. Reynolds alza il livello dei colpi da fondo ma rischia troppo con la prima. Fish aggredisce sempre la seconda, troppo debole, e trova il break che lo porta 5-3. E Mardy nel primo set con la prima è ingiocabile: 100% di punti conquistati e un ace a mettere la parola fine sul parziale.

Nel secondo, però, è subito Reynolds a prendere l'iniziativa e a convertire la prima palla break a disposizione con un notevole passante incrociato di dritto. Come capitato a parti invertite nel primo set, cede subito il controbreak, alla prima occasione, mancando un rovescio diagonale. Il meno quotato dei due statunitensi emerge vittorioso dal game più lungo del match, il settimo, durato 8 minuti e 37, in cui annulla solo una palla break comunque e strappa il servizio nel successivo con tanto di regalo finale: doppio fallo sulla palla break. Tiene a zero nel successivo chiudendo così il set con un parziale di sette punti a zero.

Il suo quinto doppio fallo, seguito da un brutto rovescio, regalano a Reynolds il vantaggio iniziale anche nel terzo set. I più pesanti, e decisivi per l'esito della partita, li commette però Reynolds a due passi dalla vittoria. Servendo sul 4-3 ne mette in fila due che danno a Fish il break a zero. Farà appena altri tre punti negli ultimi due game. Riesce sì a salvare un match point con un ace, ma l'ultimo gratuito della partita consegna la vittoria a Fish e un posto al terzo turno contro Tsonga o Blake.

(7) Del Potro b. Davydenko 6-3 6-4

Vittoria di routine per Palito capace di sfruttare gli alti e i bassi del gioco del russo. Davydenko parte bene rispondendo quasi sempre e servendo con buone percentuali. Delpo invece è distratto e concede il break in apertura all’ex numero 3 del mondo. Poco male perché lo svantaggio è subito recuperato grazie ad una sana dose di regolarità da fondo campo. Davydenko manca, completamente, di continuità e Del Potro limita i rischi allungando gli scambi e costringendo il russo a cercare vincenti poco probabile in debito d’ossigeno. La tattica è efficace e regala all’argentino il secondo break nel set, necessario per chiudere, un game più tardi, per 6-3.

Il secondo parziale ricalca da vicino quanto visto nel set d’esordio. Davydenko vola 3-0 conquistando e confermando un break. Il calo è, tuttavia, inevitabile ed il vantaggio sfuma rapidamente con Del Potro che piazza un parziale di 6 giochi ad 1 per chiudere 6-3 6-4 conquistando il break decisivo grazie ad un errore in lunghezza del russo.

Difficile da giudicare un match in cui Delpo ha avuto fin dall’inizio troppo margine, tennisticamente e fisicamente, per essere messo in difficoltà.

(11) N. Almagro b. D. Gimeno-Traver 7-5 6-1

Soffre solo un set Nicolas Almagro. Il connazionale Gimeno-Traver non riesce praticamente mai a mettere in dubbio il risultato finale, riuscendo a prolungare il primo parziale grazie alla pigrizia di Almagro.

Nico parte bene e conquista un break di vantaggio. Al momento diu chiudere il parziale, tuttavia, perde la testa e restituisce il vantaggio. Gli errori aumentano esponenzialmente, sia di diritto che di rovescio e la mobilità è piuttosto limitata. Per ogni palla che richieda più di un passo sembra avvenire un complesso conflitto interiore che si concretizza in un quasi costante ritardo.
Il nativo di Murcia però riesce a ritrovare voglia e mobilità in chiusura di parziale, conquistando facilmente secondo break e set col punteggio di 7-5.

Liberatosi definitivamente, Nico lascia nadare i colpi prendendo decisamente il largo nel secondo set che vincerà senza patemi col punteggio di 6-1.
Ora se la vedrà con Tommy Haas che ha sconfitto un altro spagnolo, Pablo Andujar, col punteggio di 63 7-6(0).

RISULTATI
(3) A Murray b E Donskoy 57 62 62
(1) N Djokovic b F Fognini 60 57 62
(8) J Tsonga b J Blake 76(6) 64
(32) M Fish b B Reynolds 63 36 64
(23) S Querrey b I Karlovic 63 64
(11) N Almagro b D. Gimeno-Traver 75 61
(12) M Cilic b A Ramos 76(7) 62
(7) J Del Potro b N Davydenko 63 64

(16) K Nishikori b P Petzschner 63 62
(19) T Haas b P Andujar 63 76(0)
(31) G Dimitrov b M Ebden 64 64

M Matosevic b (14) J Monaco 75 60
C Berlocq b (22) A Dolgopolov 63 67(5) 63
B Phau b (25) J Chardy 62 26 64
Y Lu defeats (26) M Klizan 76(5) 76(5)

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