Coppa Davis, semifinale Gran Bretagna-Argentina 0-2: del Potro piega Murray, Pella stende Edmund (audio)

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Coppa Davis, semifinale Gran Bretagna-Argentina 0-2: del Potro piega Murray, Pella stende Edmund (audio)

Il primo match della semifinale di Glasgow tra Gran Bretagna e Argentina è indimenticabile: Juan Martin del Potro interrompe la striscia di imbattibilità di Andy Murray in Coppa Davis vincendo in 5 set dopo 5 ore e 7 minuti, recuperando uno svantaggio di 2 set a 1

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Coppa Davis 2016 Semifinale

Gran Bretagna-Argentina 0-2 (Emirates Arena, Glasgow, cemento indoor)

Gran Bretagna e argentina si sfidano per la quinta volta nella loro storia. Il bilancio complessivo dice Argentina (4-1 negli scontri diretti), imbattuta contro i britannici dal lontano 1928. Questi ultimi, che si presentano con i fratelli Andy e Jamie Murray, Kyle Edmund e Daniel Evans, sono alla ricerca della loro 21esima finale nella massima competizione a squadre, la seconda in due anni; vincere questo fine settimana significherebbe raggiungere la settima vittoria consecutiva in Davis – l’ultima sconfitta risale al 2014 quando Fognini annichilì Andy Murray in quel di Napoli.

La squadra albiceleste, composta da Juan Martin Del Potro, Guido Pella, Leonardo Mayer e Federico Delbonis, gioca la sua 11esima semifinale in 15 anni e vuole raggiungere la quinta finale per annullare la maledizione che l’ha vista sconfitta in tutte e quattro le finali precedenti. L’argentina gioca per la terza volta consecutiva in trasferta, compresa la vittoria a Pesaro contro l’Italia, e in caso di finale giocherà ancora una volta lontana dalle mura amiche.

J.M. del Potro b. A. Murray 6-4 5-7 6-7(5) 6-3 6-4 

Del Potro-Murray

Andy Murray e Juan Martin Del Potro si affrontavano per la seconda volta consecutiva con indosso la maglia della propria nazionale, 33 giorni dopo l’estenuante finale olimpica di Rio de Janeiro vinta dal britannico; il loro è il match più interessante e decisivo, non solo di questa sfida, ma dell’intero weekend di Davis. Così come nel torneo olimpico i ribaltamenti di fronte lungo le 5 ore e 7 minuti di gioco sono stati tantissimi, complice anche la stanchezza accumulata nel corso di questa pazza estate tennistica.

L’incontro rispetta da subito le aspettative iniziando a ritmi piuttosto alti, interrotti solo dalla nuova arma dell’argentino, lo slice di rovescio, sul quale Murray ogni tanto si smarrisce, commettendo errori banali. È lo scozzese però a partire meglio: dopo un primo game al servizio da 12 minuti, Andy conquista il break. La torre di Tandil è bravo a riportarsi in parità nel game successivo: da qui inizia una striscia di 21 punti di fila in battuta (80% di prime in campo) che gli consentono dopo 56 minuti di portare a casa il primo parziale (6-4), grazie al break ottenuto al settimo game.

Nel secondo set il campione di Wimbledon 2016 prova a essere più aggressivo, usando più spesso il lungolinea di rovescio e verticalizzando di più il gioco: le sue discese a rete risultano spesso delle scampagnate, ma verso la fine del parziale, prima sulla palla break che avrebbe mandato Delpo a servire per il set e poi sul game point raccoglie due volèe vincenti. Nel decimo gioco l’argentino è glaciale e nonostante un passante no-look subito su un suo buon pallonetto, tiene il servizio; sotto 5-6 offre però due palle break, che corrispondono anche a due set point: sulla prima il pubblico esulta a gran voce chiamando fuori un diritto di Del Potro e disturbando palesemente il gioco. Pascal Marià, giudice di sedia, è di tutt’altra idea e lascia correre; Juan Martin spara in corridoio il diritto successivo e cede servizio e parziale: 7-5 Murray.

Lo scozzese, psicologicamente rigenerato, inizia bene nel terzo: non si intestardisce più sulla diagonale di rovescio ed è molto più concreto a rete. Un’assurda chiamata su un diritto buono di almeno 10 centimetri lo rispedisce in fondo al baratro: due diritti vincenti di Del Potro, un doppio fallo e un disastro a rete mandano avanti di un break l’argentino. Lo scozzese rimonta immediatamente, ma è in confusione e cede nuovamente il servizio. Delpo non è più attendista nei momenti importanti come nel secondo set, si aggrappa al servizio e arriva al set point: Andy, per tutti già spacciato, dopo aver accusato un tempestivo malanno alla coscia sinistra fa il contro-break e  vince il set – durato 81 minuti – al tie-break, giocato comunque non in maniera esemplare.

Del Potro, nemmeno minimamente scosso dallo svantaggio, riparte per la sua strada martellando con il servizio e con il diritto. Murray invece cerca spesso la palla corta – raccogliendo solo pochi punti – come a voler accorciare lo scambio a tutti i costi. Ottenuto il break nelle fasi iniziali del quarto set, il sudamericano imposta il pilota automatico e riesce finalmente ad amministrare il vantaggio senza troppi patemi fino al 6-3.

L’argentino non gioca un match al quinto da quasi tre anni e non ne vince uno dagli Australian Open del 2010 (4-12 il suo rendimento al quinto). Ancora una volta, ciò non sembra turbarlo. La stanchezza però è visibile sul volto di entrambi; la qualità degli scambi è leggermente scesa, gli schemi sono in gran parte saltati, ma le emozioni rimangono alte. Delpo prima fallisce una palla break sul 2-2, ma poco dopo, sul 3-3, è lui a piazzare un passante in corsa di diritto al limite dell’inverosimile, specialmente se si considera che arriva dopo 4 ore e 50 di gioco. Con relativa facilità conferma il break e ottiene il primo match point già sul servizio di Murray, annullato dal 33esimo ace dello scozzese, che poi ne mette a segno un altro per salvare il match (34 in totale contro i 19 di Del Potro). Nel gioco finale Murray dà fondo a tutte le energie rimaste e scorrazza per tutto il campo, sballottato dal drittone di Del Potro. Tutto ciò non sarà sufficiente. Il danno ormai è fatto. Delpo chiude 6-4 con un ace e pone fine alla striscia di 14 vittorie consecutive in Coppa Davis di Murray e conquista il primo inaspettato punto per l’Argentina.

G. Pella b. K. Edmund 6-7(5) 6-4 6-3 6-2

Edmund-Pella

Bella battaglia anche tra Kyle Edmund e Guido Pella che si affrontavano per la seconda volta quest’anno: nel loro primo tiratissimo match sul veloce outdoor di Indian Wells Pella ha avuto la meglio solo 7-5 al terzo. Entrambi arrivavano con un carico di tensione e responsabilità enorme soprattutto dopo la vittoria di Del Potro. Edmund, giovane speranza del tennis britannico alla sua miglior stagione in carriera (è attualmente al suo best ranking 55 dopo gli ottavi raggiunti agli US Open), aveva ben figurato contro la Serbia portando a casa tutti e due i singolari; sulle sue spalle il peso di dover mantenere vive le speranze del team GBR. Anche Pella ha fatto registrare il suo best ranking a marzo di quest’anno (39), salvo poi collezionare 5 sconfitte consecutive al primo turno. A lui il compito di mettere una seria ipoteca su questa semifinale.

La tensione si fa sentire da subito visti i tanti errori e le tante occasioni fallite da entrambi i giocatori. È il 21enne nato a Johannesburg, in Sud Africa (si è trasferito in Inghilterra a soli tre anni), a portarsi avanti 3-0. Il suo vantaggio dura poco, causa una evidente mancanza di mezze misure; Pella pareggia i conti alla sesta palla break e il set va avanti spedito fino al tie-break. Dopo un vincente dell’argentino e due regali, Edmund sale in cattedra e spinge trovando finalmente il campo con costanza: 7-6 Gran Bretagna in un’ora.
Nonostante un diritto estremamente anomalo, si nota che la palla di Edmund è di un’altra categoria; Pella lotta con caparbietà e intelligenza in ogni punto, posizionato ben lontano dalla linea di fondo. Questo destabilizza il britannico che, quando trova il ritmo è devastante, altrimenti appare quasi come un pesce fuor d’acqua e dopo qualche bordata spara spesso fuori. Il break arriva al decimo gioco quando Edmund sulla palla break manda lungo il terzo diritto spinto dello scambio: 6-4 Argentina e un set pari.

A distanza di due ore dal break subito in apertura il nativo di Bahia Blanca ha un passaggio a vuoto e perde la battuta a zero sul 2-2. Il danno è presto riparato con l’aiuto del suo giovane avversario che manda fuori tre diritti, rimettendo in parità il punteggio. Questo è il primo dei quattro giochi consecutivi che lo portano a chiudere il set 6-3, grazie anche alle ottime percentuali al servizio: 72% di prime in campo con un tasso di successo del 74%. Pella ora è in trance agonistica, si permette di giocare più vicino al campo, aggredendo la palla e comandando lo scambio più spesso. La striscia di game prosegue fino al 2-0 quando Edmund riesce ad annullare 6 palle break, che lo avrebbero mandato al tappeto. L’appuntamento è solo rimandato al settimo game quando l’argentino guadagna il doppio break di vantaggio e chiude a zero il turno di servizio conclusivo.

Pella vince così il primo match sul veloce indoor della sua carriera e porta l’Argentina clamorosamente in vantaggio 2-0 in terra britannica.

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