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Fiducia e braccio. Fognini 6 fortissimo (Crivelli). Fognini deluxe. Ora solo Panatta gli è davanti (Semeraro)

Last updated: 05/03/2018 23:57
By Daniele Flavi Published 05/03/2018
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7 Min Read


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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Fiducia e braccio Fognini 6 fortissimo

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 5.03.2018

 

Eppure l’inizio è da brividi: pronti, via e subito 13 punti a zero per Jarry, che spara ogni colpo a tutto braccio e prende rischi a ogni scambio, come se la prima finale della giovane carriera possa essere esorcizzata semplicemente pizzicando angoli e righe. Ma il Fognini di inizio 2018 è un campione in fiducia, che ha superato i guai fisici, si è preparato bene in inverno, gode della serenità di una splendida famiglia e limita le mattane, conscio della qualità del suo gioco. Così, dopo aver perso il primo set in 22 minuti, Fabio risale, si sottrae al bum bum imposto dal cileno nipote d’arte (il nonno è Jaime Fillol), comincia a dare palle senza peso e a rispondere meglio, lasciando che la partita scorra verso di sé senza troppi fronzoli e approfittando anche del montante nervosismo dell’avversario. E così, dopo 93 minuti, può alzare il sesto trofeo della carriera, ancora una volta sull’amato rosso, che l’anno prossimo lascerà, in questa stagione, per affrontare il veloce europeo e asiatico. Se doveva essere un addio, ha scelto l’uscita di scena più spettacolare: «Lui ha cominciato molto bene, tirava forte e non aveva nulla da perdere, ma anche se ho perso il primo set così facilmente non ho mai abbandonato la battaglia, ho continuato a lottare e mentalmente è stato importante»». LAVORO Con il successo brasiliano, che gli fa eguagliare Bertolucci tra i plurivittoriosi italiani, a 4 tacche da Panatta, Fogna non solo consolida il suo posto tra i top 20 (sale al numero 19), ma entra anche tra i primi dieci della Race stagionale, la classifica che qualifica al Masters. Del resto, con le 14 vittorie (e 4 sconfitte) fin qui ottenute dall’inizio dell’anno per dire, l’anno scorso fu costretto ad aspettare gli Internazionali d’Italia a maggio per raggiungere la stessa cifra. Una partenza molto vicina a quella del 2014 (fu 17-4), non a caso culminata allora nel miglior piazzamento di sempre in carriera, il 13 posto: «E’ vero, è un grande avvio di stagione, assai simile al 2014, ma del resto ho lavorato duro nella pausa invernale e sto raccogliendo i frutti. Sono contento perché sto giocando bene, ma devo continuare così, in campo e fuori, anche perché stanno arrivando Indian Wells e Miami e sono due tornei pesanti». Dodici mesi fa, in Florida, si spinse sino alle semifinale persa con Nadal, a dimostrazione che quando gambe e testa funzionano, Fabio può alzare la voce su ogni superficie. Si goda il momento. E ce ne regali molti altri.

 

Fognini Deluxe. Ora solo Panatta gli è davanti

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 5.03.2018

 

Il miglior inizio annodi sempre per Fabio. Vince pare la Grani di Stefano Semeraro Quattro anni dopo, la Top Ten toma a diventare un obiettivo possibile. Fabio Fognini ha vinto il suo sesto torneo Atp 250 sulla terra di San Paolo: dopo aver dominato Garcia Lopez nei quarti e Cuevas in semifinale, ieri ha strappato in rimonta (1-66-1 6-4) la finale ai proiettili di servizio del 22enne cileno Nicolas Jarry, n. 73 Atp con un futuro interessante davanti, e da oggi risale al 19 del ranking mondiale. Giusto sei posizioni più in basso della sua miglior posizione di sempre, il 13 toccato nel marzo del 2014. Allora Fabio, qualcuno lo ricorderà, rovinò tutto nel famoso match contro, quando perse insieme la testa e la possibilità concreta di avvicinarsi al recinto dei migliori 10.11 Fognini di oggi sembra – fuori gli amuleti… – un tennista e un uomo diverso. Più sereno, anche grazie alla paternità, più maturo dopo le tante follie degli anni passati, sicuramente più continuo e più completo in campo. Un inizio di stagione così del resto non lo aveva mai vissuto: semifinali a Sydney (- Medvedev), ottavi a Melbourne (- Berdych), un primo turno da fenomeno in Coppa Davis contro il Giappone, semifinali a Rio (- Verdasco). Questo successo, il primo azzurro dopo tre finali nella metropoli paulista, gli vale 92.000 dollari e lo porta al secondo posto a pari merito con Paolo Bertolucci fra gli italiani per tornei vinti a livello professionistico. Ora gli sta davanti solo Adriano Panatta, con 10 titoli (fra i quali peraltro Roma e Parigi), ma l’obiettivo vero di Fabio per questo 2018 è quello di classifica. Con i tanti ritiri illustri dall’imminente Masters 1000 di Indian Wells (dove difende appena 45 punti) lo si può considerare virtualmente n. 16 (ed è n. 9 nella Race). E vero, a Miami di punti ne avrà in scadenza ben 360 – per la semifinale de12017 – malo stato di forma e la tenuta mentale messa in mostra in questi primi mesi sono un ottimo biglietto da visita. Ieri Jarry, una sorta di Del Potro cileno è alto 198 centimetri proprio come il gigante gaucho che ieri ha trionfato ad Acapulco – lo ha sorpreso in avvio di match grazie soprattutto alla grande vena al servivo. All’inizio del secondo set Fabio, senza innervosirsi, ha però alzato il livello, piazzando subito il break mentre Jarry si perdeva in qualche errore di troppo. Restituito il 6-1, nel terzo set Fognini grazie a un servizio più efficace, specie con la seconda, è di nuovo scappato avanti, sfiorando anche un doppio break Si è fatto riprendere, ma di nuovo al settimo game, nonostante alcune giocate di gran classe di Jarry, ha allungato, finendo per chiudere 6-4 in 1h33′ Dall’anno prossimo, ha spiegato, giocherà meno sulla terra e più sul cemento, per ora il rosso resta una riserva importante di soddisfazioni. E di punti: il tesoretto che può valere un traguardo che in Italia manca dai tempi di Corrado Barazzutti, n. 7 Atp nel 1978.

 


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