Federer e Cilic insieme, non ci sarà la replica. Nove italiani: è record. Stop Cecchinato, la finale è tutta di Lacko (Crivelli). Cecchinato, stop in semifinale. "Va bene così. E ora Wimbledon" (Marcotti). Ceck, prove di Wimbledon (De Ponti). Cecchinato e la semifinale diventata una maledizione (Clerici)

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Federer e Cilic insieme, non ci sarà la replica. Nove italiani: è record. Stop Cecchinato, la finale è tutta di Lacko (Crivelli). Cecchinato, stop in semifinale. “Va bene così. E ora Wimbledon” (Marcotti). Ceck, prove di Wimbledon (De Ponti). Cecchinato e la semifinale diventata una maledizione (Clerici)

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Federer e Cilic insieme. Non ci sarà la replica. Nove italiani: è record (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non ci sarà la finale dell’anno scorso, ci saranno nove uomini italiani in tabellone (un record) e ci sarà, malgrado i tanti dubbi della vigilia, l’indiscusso idolo di casa Andy Murray. Il venerdì che precede l’inizio del torneo di Wimbledon, santificato come sempre al sacro rito del sorteggio, rende frizzantina l’aria di una Londra assolata. INSIEME Al computer, evidentemente, non piacciono le repliche, e così piazza Federer, campione in carica e testa di serie numero 1, dalla stessa parte di Marin Cilic, numero 3 del seeding, l’avversario sconfitto all’epilogo di 12 mesi fa per l’ottavo trionfo: significa che si troveranno eventualmente in semifinale. Per Roger l’insidia Coric (che lo ha battuto in finale a Halle) negli ottavi, poi Querrey o Anderson, picchiatori sempre pericolosi. II croato, invece, rischia un ottavo spinoso contro Raonic, finalista appena due anni fa. Dall’altra parte, Nadal ha un paio di turni morbidi prima del nostro Cecchinato (speriamo) odi Mischa Zverev, uno che per stile di gioco assomiglia maledettamente a quel Muller che lo batté un anno fa al terzo turno. Per lo spagnolo possibile quarto con Del Potro, mentre per l’altro semifinalista i bookmaker puntano su Djokovic, addirittura dato secondo favorito del torneo. II serbo al terzo turno rischia però con Edmund, ma da quella parte è più accreditato di Sascha Zverev (quarta testa di serie) e di Thiem, mentre su tutti aleggia lo spettro di Kyrgios. In quello spicchio c’è anche Murray, non certo baciato dalla sorte: subito cavallo pazzo Paire (match point contro Federer a Halle) e poi Shapovalov. Altri primi turni da brividi: Wawrinka-Dimitrov e Gasquet-Monfils. ITALIANI La dea bendata dà una spintarella a Sonego e Bolelli, che entrano in tabellone da lucky losers (per il bolognese è la seconda volta consecutiva dopo Parigi) e portano il totale maschile italiano a 9, numero mai raggiunto a Wimbledon (il massimo era stato 7): per entrambi vale la nuova regola del montepremi del primo turno da dividere con il giocatore ritirato (quindi avranno 22.050 euro). Solo Berettini trova una testa di serie, il declinante Sock di questo periodo, così gli altri: Lorenzi-Djere (Ser), Seppi-Smith (Aus); Travaglia-Millman (Aus); Fabbiano-Bhambri (India); SonegoFritz (Usa); Bolelli-Cuevas (Uru); Fognini (testa di serie n. 19)-Daniel (Giap) e possibile derby con Simone al secondo turno; Cecchinato (29)-De Minaur (Aus). II forfAit dello spagnolo Bautista Agut e del coreano Chung ha fatto avanzare di due posti nel seeding Fogna e il Ceck, con Tsitsipas (31) e Leonardo Mayer (32) nuove teste di serie. DONNE Al benessere degli uomini fa da contraltare la presenza solitaria della Giorgi nel tabellone femminile, con esordio subito delicato contro la numero 21 Sevastova. Halep, Muguruza e Kvitova sono dalla stessa parte, Serena Williams, beneficiata della testa di serie 25 nonostante la classifica (183) è nell’ultimo spicchio in basso con Wozniacki, Svitolina (già al terzo turno?) e le mine vaganti Rybarikova e Vandeweghe. Buon Wimbledon a tutte


Stop Cecchinato. La finale è tutta di Lacko (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Fine corsa, Ceck. Poteva accadere, e non inganni il palmares poco sostanzioso dello slovacco Lacko, numero 94 Atp: quando sull’erba trovi un avversario che non concede nulla sul proprio servizio e dunque ti tiene incollato ai cartelloni di fondo campo, hai poche armi per controbattere. La nuova dimensione raggiunta da Cecchinato con la vittoria a Budapest e poi la favolosa avventura del Roland Garros non può far scordare che il palermitano ieri a Eastbourne ha giocato appena la quarta partita della vita sui prati. DIFFERENZE La lettura della sconfitta, maturata in 58 minuti, è tutta nei numeri dei turni di battuta: lo slovacco perde appena sette punti totali con la prima, infila 9 ace e non offre mai una palla break; Ceck invece soffre terribilmente con la seconda, con un misero 33% di punti ottenuti. Ora rotta su Wimbledon, per migliorare la secca sconfitta al primo turno di un anno fa contro Nishikori. Lacko torna in finale, la seconda in carriera, dopo sei anni (2012, Zagabria) e trova il più vecchio degli Zverev, Mischa, pure lui a caccia del primo successo Atp. Tra le donne, terza finale a Eastbourne per la Wozniacki, che annulla un match point alla Kerber nel 12° game del secondo set dopo uno scambio di 24 colpi.


Cecchinato, stop in semifnale. “Va bene così. E ora Wimbledon” (Gabriele Marcotti, Il Corriere dello Sport)

Si ferma in semifinale la corsa sull’erba di Marco Cecchinato. Dopo due vittorie di fila a Eastbourne (contro Istomin e Millman), il siciliano si è arreso in due set contro lo slovacco Lukas Lacko, n. 94 Atp. Un risultato netto, e mai in discussione, maturato in poco meno di un’ora di gioco. E sicuramente condizionato dalla stanchezza, più mentale che fisica, denunciata da Marco, arrivato nel Regno Unito dopo l’exploit di Parigi. Una stanchezza che è affiorata, complice il gran caldo, nell’ultimo appuntamento prima dei Championships, al via lunedì. Dove Cecchinato avrà l’onore di essere tra le teste di serie (n. 29). E dove arriverà carico di fiducia e di buone sensazioni dopo la settimana di assestamento sull’erba, che gli ha comunque regalato la terza semifinale stagionale. Al di là della sconfitta procede dunque il periodo fortunato del 25enne palermitano, che lunedì tornerà 28° nel ranking mondiale. Anche sui prati di Eastbourne ha saputo esprimere il suo gioco, adattando le sue caratteristiche alle esigenze del tennis su prato: servizio potente e colpi al volo. Un adattamento che però non è bastato contro Lacko, di gran lunga più esperto di lui su questa superficie. Se Cecchinato prima di questo torneo aveva disputato un solo match sull’erba, il 31 enne slovacco in carriera ne poteva vantare addirittura 36. Una abitudine che è subito emersa, costringendo Marco a un incontro in salita Lacko ha infatti subito preso il comando del match (break nel quarto game e primo set deciso). Nella seconda frazione Cecchinato regge fino al 4-4, ma al nono gioco capitola, nell’unica palla break concessa nel parziale. Lacko non sbaglia e chiude al primo match-point nel turno successivo. Una vittoria, quella di Lacko, costruita sui suoi turni di servizio: in tutto il match Cecchinato ha conquistato la miseria di 7 punti su 47 in risposta (zero palle-break a disposizione). «Non ho granché da rimproverarmi, Lacko ha meritato la vittoria. Ha più esperienza su questa superficie, e ha giocato in maniera impeccabile tutti i punti decisivi – le parole di Cecchinato – Non avevo grandi aspettative alla vigilia, volevo solo prendere confidenza con l’erba prima di Wimbledon. Sono andato al di là delle mie aspettative anche se ovviamente non è mai piacevole perdere». Resta la bella esperienza, in vista dell’esordio ai Championships, dove 12 mesi fa aveva esordito in un tabellone principale di uno Slam. Nel primo turno è stato abbinato al giovane australiano Alex De Minaur, 77 della classifica mondiale. Praticamente impossibile fare peggio del debutto, quando aveva raccolto appena 4 giochi contro Kei Nishikori. E trascorso appena un anno, ma nella storia sportiva di Cecchinato equivale a un’era geologica. «Ovviamente mi presento a Londra in uno stato psicofisico completamente diverso. Oggi ho più consapevolezza delle mie qualità, e spero di riuscire a giocare senza pressione», l’augurio del palermitano


Ceck, prove di Wimbledon (Diego De Ponti, Tuttosport)

Niente “Ceck in” semifinale. Marco Cecchinato si ferma in semifinale nel torneo di Eastboume, come aveva fatto al Roland Garros dopo un cavalcata che ha sorpreso tutti. La differenza c’è e si vede. A Parigi il Ceck ha morso la terra rossa, quella tanto cara a noi italiani che abbiamo giocato in “rosso” pure una finale di Coppa Davis. Ma quella era un’altra storia. Al “Nature Valley International” Cecchinato si è dovuto confrontare con l’erba e con i suoi “amanti’ Tra questi anche lo slovacco Lukas Lacko che ha sconfitto il palermitano 6-3 6-4 concedendo poco o niente. Era l’ultimo appuntamento utile per rifinire la preparazione in vista di Wimbledon e il 25enne palermitano è stato battuto in poco meno di un’ora di partita, da un avversario entrato in campo con le idee molto chiare sul da farsi: velocità nello scambio, prima pesante, pochi errori. Il nostro portacolori può dirsi fortunato di questa piccola lezione su cui meditare. Perché se c’è l’ambizione di farsi valere nella “Scala” del tennis ci vorrà il migliori Cecchinato. GLI ERRORI Marco ha pagato una cattiva giornata con la seconda di servizio mentre Lacko ha ricavato il massimo dalla battuta senza offrire nemmeno una palla-break all’azzurro. A decidere il primo parziale è stato un break al quarto gioco con Cecchinato che nel sesto game ha evitato che diventassero due. Nella seconda frazione il siciliano ha servito meglio ma ha ceduto la battuta sull’unica palla-break concessa nel set proprio nel nono game con lo slovacco che poco dopo ha archiviato l’incontro. Per l’azzurro era la terza semifinale stagionale e della carriera dopo quelle di Budapest e Parigi, sempre sulla terra. Il 30enne di Piestany giocherà oggi la sua seconda finale nel circuito maggiore dopo quella raggiunta a Zagabria nel 2012 (poi sconfitto dal russo Youzhny). A sfidarlo sarà Mischa Zverev. In campo femminile Caroline Wozniacki e Aryna Sabalenka si sfideranno nella finale di Eastbourne. La bielorussa si giocherà il primo titolo con la prima favorita del seeding, la danese Caroline Wozniacki, numero 2 del ranking mondiale, che si è imposta in rimonta per 2-6, 7-6,6-4, dopo oltre due ore ed un quarto di battaglia, la tedesca Angelique Kerber


Cecchinato e la semifinale diventata una maledizione (Gianni Clerici, La Repubblica)

Caro nonno, ma sei proprio sicuro che l’italiano non sia vestito di nero?» mi ha chiesto la mia nipotina Anita, buona giocatrice per i suoi 8 anni, e spesso mia partner televisiva. «Purtroppo sono sicuro, Anita». «Ma è lo stesso che ho visto a Buda, la città che si chiama come un budino, e poi ancora in quello stadio francese, dove è arrivato in semifinale?». «Esatto Anita. È proprio lo stesso, si chiama Marco Cecchinato». «E l’altro nonno, l’altro che lo sta battendo?». «Si chiama Lacko. Lucas Lacko». «Ed è più campione di Marco». «No Anita. Ma è in giornata migliore di Marco, che oggi gioca male». Non sono in grado di riferire altri dettagli della mia conversazione con la nipotina. Nella nostra vita abbiamo tutti dei momenti negativi, e Marco Cecchinato giungeva da una catena di giornate felici, ne ha avuto una infelice, e sembra non esserci abituato. Ha servito, lui che all’erba non è abituato, una percentuale davvero bassa di quello slice che avevamo ammirato sulla terra rossa. Non è arrivato a imporre un tipo che, esaltato dai troppi errori, pareva, se non un campione, un campionino. Metteva in campo una prima ogni due, sbagliava pochissimo, mi ricordava Gattone Mecir che me ne aveva parlato benissimo, e un amico di Brescia, Carlo Gatti, che l’aveva visto vincere quel Challenger l’anno passato. Ma quello che non si riconosceva più, da Budapest e da Parigi, era Cecchinato. Al di là dell’erba forzava il diritto sbagliandolo spesso, non serviva abbastanza bene (solo 7 aces contro 9), non colpiva un solo rovescio slice, obbligatorio sui prati. Apprendevo dagli increduli telecronisti che Lacko aveva giocato la sua ultima finale a Zagabria sei anni fa, e dallo stesso Lukas che si trovava benissimo sull’erba, «la mia miglior superficie». Ricordava, il felice slovacco, di essere il 94 del mondo e, insieme, di non aver subito nessuna palla break da Cecchinato. E mi par che basti, per oggi. A Wimbledon come n. 29 Marco Cecchinato, 25 anni. Comunque ha guadagnato altri due posti in classifica

 

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