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Pechino azzurra: Fognini si scuote, bene “l’Italia 2”

Tre vittorie su tre in Cina i tennisti nostrani, tutti proiettati verso il best ranking. Il numero uno nazionale e Cecchinato rimontano un pessimo primo set, mentre Berrettini va come un treno

Last updated: 04/10/2018 12:38
By Raoul Ruberti Published 02/10/2018
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6 Min Read

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Per il gruppo degli italiani il primo turno del China Open poteva rivelarsi tanto un ostacolo quanto una rampa per (ri)lanciarsi. Seppi è andato subito a sbattere, mentre al termine del secondo giorno di gare il bilancio azzurro è di tre successi su tre. Ne aveva specialmente bisogno Fabio Fognini, ancora scottato dalla sconfitta in finale a Chengdu con tanto di quattro championship point sfumati, che probabilmente gli sono rimasti nella testa per almeno un’oretta anche sul cemento di Pechino. Sia lui che Marco Cecchinato hanno dovuto confermarsi come maestri della rimonta, rispettivamente la diciassettesima e la decima quest’anno, dopo che due inizi sconfortanti li avevano visti finire entrambi sotto per 1-6. Alla fine per fortuna i risultati hanno sventolato bandiera tricolore, permettendo loro di continuare a coltivare ambizioni di alta classifica.

Nel caso di Fognini queste ambizioni sono definite da certe parolone ricorrenti ormai da qualche mese: “best ranking” e “Tour Finals“. Per raggiungere i top 10 – e quindi la O2 Arena, anche soltanto da alternate – a Fabio servirebbe di gran lunga il miglior risultato in carriera in un torneo, cioè un titolo in un Masters 1000 o almeno in un ATP 500 come quello in cui è al momento impegnato. L’obiettivo di stabilire un nuovo record personale, ovvero la dodicesima posizione, è invece ben più abbordabile, anche se passa attraverso qualche stop della concorrenza. I giocatori prossimi a Fognini in classifica sono infatti quasi tutti in gara questa settimana: davanti c’è Kei Nishikori, che mira al terzo titolo a Tokyo, mentre lo tallonano Tsitsipas, Raonic e Dimitrov (vincente oggi senza troppi problemi, così come Del Potro e Alexander Zverev).

Di certo però oggi il numero uno d’Italia tornerà in albergo con pensieri più immediati, come la sfida che lo attende contro Andrey Rublev, e la sensazione di averla scampata bella. Perché una sconfitta piuttosto netta e assai brutta, contro un avversario modesto, è stata davvero vicina. C’è da dire che Albot ha giocato con grande regolarità per la prima ora, tenendo Fognini due metri dietro la riga di fondo, ma questa è solo metà della ragione per un punteggio in partenza pesantissimo: da parte sua Fabio ha lasciato il dritto nel borsone, lasciandosi presto innervosire dai propri errori al punto tale da arrivare al secondo set senza essere ancora riuscito a vincere un singolo game al servizio. Per fortuna un calo del moldavo gli ha restituito spazio, e quando quello ha provato a riprendersi cambiando tattica il maggior talento del ligure ha avuto la meglio.

Al contrario di Fognini, anche nel momento di maggiore svantaggio Cecchinato aveva poco da rimproverarsi. Deve anzi ringraziare l’improvviso passaggio a vuoto di Baghdatis, che gli ha regalato il break da 40-0 dopo quasi due set impeccabili: fin lì gli errori gratuiti del cipriota si contavano sulle dita di una mano, e il servizio gli aveva consentito di tenere a zero oltre metà dei turni di battuta. “Ceck” è stato comunque bravo a capitalizzare la prima occasione, riportando al massimo la concentrazione in un momento in cui altri si sarebbero già immaginati in doccia. La prima vittoria sul cemento all’aperto nel circuito maggiore è pienamente meritata. Ora l’obiettivo è trovare la seconda già contro Marton Fucsovics, per riavvicinare quel posto in top 20 sfuggito in maniera beffarda a fine agosto per un singolo punto.

Se i due migliori d’Italia faticano, non perde un colpo Matteo Berrettini. Contro Leonardo Mayer è arrivato il terzo sei-tre sei-due consecutivo per il romano, partito sabato dalle qualificazioni e arrivato agli ottavi di finale liquidando oggi l’argentino con due break per set e senza mai cedere il servizio. Anche lui come gli altri punta al blocco di ranking di livello superiore: per entrare tra i primi 50 sarà però necessaria almeno un’altra vittoria. La sfida contro Kyle Edmund non sarà una passeggiata, ma il tabellone avrebbe potuto essere ben meno clemente nel collocare il ventiduenne azzurro: la quinta testa di serie nelle ultime settimane inciampa spesso e il chiasso della Laver Cup, nella quale è apparso un pesce fuor d’acqua più per lo scarso entusiasmo che per il livello di gioco, potrebbe riecheggiargli ancora nelle orecchie.

Risultati:

F. Verdasco b. G. Monfils 2-6 7-6(3) 7-6(5)
[Q] M. Berrettini b. L. Mayer 6-3 6-2
F. Krajinovic b. M. Zverev 6-1 6-4
[3] G. Dimitrov b. [LL] T. Sandgren 7-5 6-3
N. Basilashvili b. [6] J. Sock 6-7(6) 7-5 6-2
[1] J.M. del Potro vs A. Ramos-Vinolas 7-5 6-2
A. Rublev b. [SE] J. Sousa 6-0 6-4
[8] M. Cecchinato b. [WC] M. Baghdatis 1-6 6-4 6-4
[4] F. Fognini b. [Q] R. Albot 1-6 6-3 6-3
[2] A. Zverev b. R. Bautista Agut 6-4 6-4

Il tabellone completo

La Race to London aggiornata


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