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Reading: Fognini e Berrettini, sempre più in salita la corsa alle Finals (Scanagatta). “Basta negatività” (Azzolini)
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Rassegna stampa

Fognini e Berrettini, sempre più in salita la corsa alle Finals (Scanagatta). “Basta negatività” (Azzolini)

La rassegna stampa del 21 settembre

Last updated: 21/09/2019 8:57
By Stefano Tarantino Published 21/09/2019
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7 Min Read


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Fognini e Berrettini, sempre più in salita la corsa alle Finals (Ubaldo Scanagatta, Nazione-Carlino-Giorno Sport)

IERI non è stato un giorno felice per il tennis italiano. Matteo Berrettini che era giunto nei quarti di finale dell’ATP 500 di San Pietroburgo conquistando per 5 punti ATP l’ottavo posto nella Race 2019 al posto di Nishikori — oggi Matteo sarebbe fra gli otto Masters per le finali mondiali di Londra (traguardo mai più raggiunto da un italiano dopo Barazzutti nel ’78) — ha perso dal “qualificato” bielorusso Gerasimov, n.119, 76(75) 76(73). Fosse andato avanti nel torneo avrebbe conquistato altri punti preziosi e magari raggiunto Fognini all’undicesimo posto del ranking mondiale ATP (che tiene conto dei risultati degli ultimi 12 mesi e non solo del 2019). Due avversari alti un metro e 96 cm: è stato un match dominato dai servizi. Neppure un break. Berrettini ha salvato 6 palle -break, Gerasimov 3. Ma il bielorusso è stato più solido nei due tiebreak, nei quali ha fatto 14 punti contro 8. E a Ginevra, dove si gioca la terza edizione della Laver Cup, apparentemente sbilanciata a favore del Team Europa che ha vinto le prime due (a Praga e Chicago) e che qui ha 5 top-ten (Nadal, Federer, Thiem, Tsitsipas e Zverev più il n.11 Fognini) contro Team World che ha il solo americano Isner tra i top-20, Fognini all’esordio ha perso 61 76 dall’americano Jack “Calzino” Sock, ex n. 8 e attuale n. 210 dopo un 2019 fin qui disastroso: 4 sconfitte in 4 incontri dopo un infortunio che lo ha bloccato per 18 mesi. I consigli di Borg, Federer e Nadal, non sono bastati a Fognini per recuperare il pessimo inizio e i tanti game persi nel primo set dopo essere stato invano avanti 0-30 in due game, 0-40 in un altro. Su www.ubitennis tutto sui 3 singolari e il doppio della Laver Cup di Ginevra, le interviste di Fognini e Federer.

“Basta negatività” (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Giornate così invitano a volgere gli occhi altrove. Certo non verso Ginevra, ma nemmeno verso San Pietroburgo… Dai fasti della Laver Cup, così come dalle spartane ristrettezze dell’Atp250 russo, giungono sconfitte contro natura, ma pur sempre di legnate si tratta. Va sotto un treno Fabio Fognini, frenato dalla caviglia in attesa d’intervento, obnubilato dalla sua stessa emotività e alla fine sbrecciato dalle poderose spallate di un Sock ritrovato; e si accomoda fuori dalla porta anche Matteo Berrettini, respinto dal bielorusso Gerasimov, di bassa classifica (119) ma di bel tennis, che gli si oppone con buona parte delle armi che il nostro riteneva sue, quanto meno per diritto di classifica. Così, meglio rivolgere l’attenzione alla disfida in atto, che terrà banco da qui ai primi di novembre, verso il traguardo fissato alle Atp Finals. Disfida, non duello, dato che non riguarda solo i due italiani. In quest’ottica, Berrettini ha perso un’occasione: battere Gerasimov gli avrebbe garantito di bussare meno timidamente alla porta del Master, ma non si può avere tutto e resta il fatto che Matteo esca dalla parva russa con l’ottavo posto nella Race, cioè la classifica che tiene conto solo dei punti conquistati nella stagione. In questa, Berretta ha scavalcato Kei Nishikori, ma solo di 5 punticini, dote cui dovrà essere aggiunta non poca sostanza nei tornei che verranno. Al momento, Bautista Agut è 7° con 2.350 punti, Matteo 8° con 2.185, Nishikori 9° con 2.180, seguono Zverev (campione uscente) con 2.120, poi Goffin e Monfils a 2.080 e Fognini, 13°, a 1.965. Se Fabio non riuscirà rapidamente a fare punti, la sua classifica potrebbe volgere al brutto, dopo una stagione vissuta nell’agio della Top Ten. Ma non sarà facile. Nella classifica Atp Fabio ha ancora dalla sua i 405 punti ottenuti un anno fa nei tornei di ottobre: le semifinali a Pechino (180) e Stoccolma (90), gli ottavi a Parigi Bercy (90) e Vienna (45). Un impegno gravoso rifare lo stesso bottino, date anche le condizioni fisiche. Berrettini sta meglio: già negli otto del Master, potrà crescere anche nel Ranking Atp scartando i soli 101 punti guadagnati nel 2018 fra Pechino, Chengdu e Shanghai, ai quali potrebbe aggiungere Parigi Bercy, tutti i tornei nei quail Matteo dovrebbe ricevere un “bye” al primo turno. Quattrocento (o 500) punti potrebbero metterlo al sicuro per Londra (è incerta la partecipazione di Djokovic, fra l’altro), e trascinarlo nella Top Ten. Ottobre è il mese delle decisioni, a patto che il rendimento dei due italiani migliori rispetto a quanto mostrato ieri. Fognini si è misurato contro un Sock redivivo (4 match in singolare nel 2019: l’intervento al pollice l’ha fermato 6 mesi) e con le sue emozioni, ha sbagliato l’impossibile nel primo set e quando si è rimesso in carreggiata («basta negatività» gli suggeriva Federer con lui nell’Europa) ha trovato un avversario poco disposto a collaborare, anzi. Berrettini con Gerasimov ha fatto e disfatto, ha avuto le prime tre palle break (due nel set iniziale), ha dovuto annullare due 0-40 al bielorusso. Nei tie break ha giocato alla pari solo fino a metà, poi ha regalato una smorzata orribile nel primo e un doppio fallo nel secondo. È stato poco lucido e un po’ superficiale. Avrà modo di meditarci sopra. Infine, una domanda… Le vittorie in Laver Cup, ora che è sotto l’egida dell’Atp, avranno un conio ufficiale? Forse no, ma nel caso, Federer (che ne ha vinte due) salirebbe a 104 successi, a meno 5 dal record di Connors


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