Schwartzman: "Facevamo di tutto per riuscire a coprire i costi dei viaggi"

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Schwartzman: “Facevamo di tutto per riuscire a coprire i costi dei viaggi”

Il tennista argentino racconta la sua difficile storia personale, tra il bisnonno fuggito dall’Olocausto e le ristrettezze economiche

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Il 2020 è stato l’anno della consacrazione per Diego Schwartzman. Il tennista argentino ha raggiunto per la prima volta una finale di un 1000 a Roma e la top10, tagliando il traguardo delle ATP Finals. A Londra Schwartzman ha perso tutte le partite del round robin ma è riuscito a strappare un set ad Alexander Zverev. Il cammino di Diego verso i vertici del tennis è stato costante. Prima top100 nel 2014, poi top50 nel 2017, top20 nel 2018 e infine finalmente top10 nel 2020.

Più tortuosa è stata la vita per il “Peque” e la sua famiglia, un susseguirsi di lotte, a partire dalle sue lontane origini che nel giorno della Memoria sono più nitide che mai. “Sono di origini ebraiche dalla parte di mia madre, e il mio bisnonno polacco era stato mandato in un campo di concentramento. Durante il viaggio l’accoppiamento che teneva insieme due vagoni del treno si è rotto. Questo permise a tutti gli occupanti del vagone, tra cui il mio bisnonno, di scappare via. Per fortuna riuscì a farcela senza essere catturato. Solo a pensarci mi fa rendere conto di quanto le vite possano cambiare in un attimo.“.

Diego Schwartzman – Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)

Non si fermano qui le vicende del bisnonno di Diego, che prende la decisione di scampare all’Olocausto fuggendo in Argentina. “Il mio bisnonno portò la famiglia in Argentina con la barca. Arrivati qui non sapevano una parola di spagnolo, solamente yiddish. Non è stato facile cambiare totalmente vita dopo la guerra ma ci sono riusciti.“. La famiglia Schwartzman si trova benissimo in Argentina e apre una fiorente attività di vestiti e gioielli, ma le difficoltà sono sempre dietro l’angolo. Con il default argentino l’azienda di famiglia fallisce e i genitori di Diego si ritrovano senza lavoro e con pochi soldi, come racconta lo stesso Diego alla testata Tennishead. “Dato che non avevamo molti soldi era difficile continuare a giocare a tennis o a qualsiasi sport, ma giocavo più che potevo.”

Per risparmiare Schwartzman gioca solamente tornei in Argentina durante il periodo da junior. Prende parte solamente ad uno Slam, lo US Open, ma esce al primo turno delle qualificazioni. Dei primi 96 tornei giocati da senior, ben 91 erano in Sudamerica. “[…] E’ tutto molto costoso, non è facile per le famiglie con figli che vogliono giocare a tennis. Sono stato fortunato che all’epoca c’erano molti tornei Futures e Challenger in Argentina e dintorni.“.

I primi tempi, come molti tennisti, Diego viaggia con sua madre nel circuito e per sostenersi comincia a vendere braccialetti fatti da lei. “Facevamo di tutto per riuscire a coprire i costi dei viaggi. […] Aiutavo mia madre a vendere i braccialetti e qualche volta mi aiutavano anche gli altri giocatori. Tra le partite andavamo in giro con una borsa di braccialetti per vedere chi ne vendeva di più, e mia madre gli avrebbe dato il 20% dei guadagni.“.

Un’altra botta pesante quella dell’altezza. A 13 anni un dottore gli dice che non andrà mai oltre il metro e settanta, lasciando un giovane Diego devastato dalla notizia. In un mondo in cui la media dei tennisti è di 1.82 e quella dei top10 di 1.90 l’altezza può essere un grave problema. Non lo è per Schwartzman, che ha chiuso il 2020 nella top ten per la prima volta e si è concesso il lusso di battere Nadal nei quarti di finale a Roma, un successo poi decisivo nella sua corsa alle ATP Finals. Non è andata benissimo a Londra per Diego, che per sua stessa ammissione “devo imparare molto su questo torneo, è tutto nuovo per me. Quando inizi un torneo difficilmente trovi gente del calibro di Zverev, Djokovic e Medvedev prima dei quarti di finale. La mia prima partita, per dire, del torneo è stata contro Novak Djokovic.“.

Diego Schwartman – ATP Finals 2020 (via Twitter, @atptour)

Il morale per il futuro del tennista argentino è alto, ancora di più dopo la vittoria di Thiem agli US Open. “Dominic ha aiutato tanti, tra cui Zverev stesso, nel pensare ‘Ok, ce la possiamo fare‘. Ma è davvero complicato battere questi giocatori in 5 set in uno Slam, sono davvero davvero forti.“. Per il numero 9 del mondo le principali chance di successo in uno Slam sono al Roland Garrosma solo tra qualche anno, quando Rafa non giocherà più“, e nonostante la terra sia la sua superficie preferita Diego fa notare un particolare interessante. “La mia altezza dovrebbe sfavorirmi sulla terra rossa visto che la palla rimbalza molto più alta che indoor.“.

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